Seduta aspetta. Ormai è di casa e molti le portano qualche avanzo. Non è più timorosa. Ha vinto la sua natura schiva dopo avere capito di non correre alcun pericolo ed ora si lascia persino avvicinare. Anzi sembra avere capito che nessuno ha intenzioni cattive nei suoi confronti. E lei resta in attesa anche fino a tarda ora.
Stamane dopo una breve sosta tra le macchine del parcheggio si è incamminata verso la tana. Con agili balzi ha attraversato la strada e, dopo averci osservati, si è eclissata tra gli sterpi e l'erba alta oltre il canale in cemento che raccoglie le acque piovane.
È un po' meglio che essere invasi dai ratti.
La volpe ha un'eleganza inconfondibile. La sua coda è, per i cacciatori un cimelio da mostrare, mentre per animalisti, narratori e poeti è simbolo di grazia, astuzia e libertà.
Libertà da ogni fardello superfluo.
La volpe non accumula. Cerca il giusto equilibrio tra causa ed effetto. Cerca cibo nella giusta misura, utile per il sostentamento suo e dei cuccioli
Ormai non si nasconde più. Da qualche tempo accetta i bocconcini e si lascia avvicinare. Esce dalla tana e si aggira nell'abitato in cerca di cibo per i cuccioli.
La volpe ha abbandonato la sua proverbiale diffidenza nei confronti degli esseri umani e si lascia fotografare. Guarda nell'obiettivo e mi fissa. Aspetta che scatti la foto. E poi continua nella sua ricerca. S'infila tra i cespugli e scompare.
Per oggi ha ottenuto quello che voleva. Qualcuno ha lasciato ai margini della strada qualcosa per lei e i piccoli. E gli scatti diventano un tramite di riconoscente complicità catturata e elargita
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