Oggi che i pomodori sono sui banchi dei
supermercati come se fosse sempre estate, vale la pena fare la
conserva secondo la tradizione casareccia? Non potremmo evitarci la
fatica, mamma?
No! non è la stessa cosa.
Perché? Insieme ai pomodori trovi
anche il basilico, le cipolle e i peperoni...
Sì ma non sono odorosi come lo sono
adesso, maturati in pieno campo e baciati dal sole d'agosto. E poi ho
già prenotato sei cassette di pomodori a fiaschetto. Non ci vorrà
molto per preparare la salsa come piace a me. In un giorno ci
togliamo il pensiero...
A sarza da mamma è gustosissima. Lei
sa dosare gli aromi senza pesare nulla. Ad occhio, per esperienza,
getta una manciata di basilico, dei peperoni “riggitani” e delle
cipolle di Tropea nel calderone e li lascia cuocere insieme ai
pomodori lavati, tagliati e svuotati dai semi.
Certo, con la temperatura già alta di
suo, stare vicino al fuoco non è il massimo della goduria.
Ognuno ha assegnato un compito: c'è
chi sta attento alla pentolaccia e gira il mestolo per evitare che si
attacchi sul fondo il pomodoro gettato da chi li taglia. E poi, chi è
addetto alla macchinetta trituratrice e chi all'incapsulamento dei
tappi. E infine, chi mette le bottiglie, riempite col passato di
pomodoro bollente, a riposare nella cassapanca. Niente conservanti o
acidificanti. La conserva deve essere al naturale. Bollita e lasciata
raffreddare lentamente. Per chi predilige farla col metodo della
“febbre”. Mentre altri preferiscono fare bollire le bottiglie
riempite e tappate in enormi calderoni dove rimangono fino a quando
non raggiungono la temperatura ambiente.
È un lavoro impegnativo. Ma ne vale la
pena! A ben pensarci Mamma ha ragione...