Ieri le agenzie di stampa hanno
diramato una notizia che senz'altro sarà passata inosservata perchè
non tocca temi caldi quali il lavoro, l'occupazione, le tasse, il
governo, l'euro, le pensioni e via dicendo. Ma se ci soffermiamo per
un attimo e valutiamo l'episodio nella sua oggettiva drammaticità
non possiamo che concludere con l'amara convinzione di aver toccato
il fondo.
A chiedere lumi agli organi preposti è
il presidente della regione Calabria Giuseppe Scopelliti, il quale,
dopo essere stato messo a conoscenza dell'accaduto, investe il
dirigente generale del dipartimento tutela della salute Antonio
Orlando.
Ma vediamo cosa è successo:
Non si sa come sia potuto accadere ma un cane è stato
trovato in un fusto di catrame a Reggio Calabria. Qualcuno dice che forse è caduto saltando da un muretto prospiciente ed è rimasto imprigionato nel bidone pieno di catrame che, rassodando, ha stretto in una morsa pastosa le zampe del povero cagnolino.
Non c'è bisogno di essere animalista o possedere un cane per immaginare le sofferenze e i guaiti d'aiuto di chi ferito e prigioniero attende la morte tra l'indolenza dei passanti e del veterinario che, ligio al dovere, lo lascia nel fusto di catrame perché non censito nell'anagrafe canina reggina.
Secondo quanto riportano le testate
giornalistiche e denunciano le associazioni animaliste, il
veterinario, chiamato da alcuni cittadini, non avrebbe operato alcun
soccorso perché l'animale era privo di microchip.