Alcuni eventi mondiali sono più grandi di noi. È difficile potere affermare verità incontestabili. Ma laddove spuntano le armi a far valere le ragioni di un qualche popolo, meglio dire, di qualche despota, si può affermare senza ombre di dubbi che lì vi è un errore.
La guerra non ha mai messo in salvo le anime. Ha saccheggiato o distrutto beni inestimabili ritenuti patrimonio dell'umanità e roba effimera per la quale spesso si lotta col sangue agli occhi, accecati da teorie, parole e visioni, utilitaristiche.
I focolai violenti decimano vittime inconsapevoli. Gli innumerevoli bersagli definiti strategici nascondono spesso mire espansionistiche.
Non c'è bisogno di essere degli storici per valutare correttamente gli assalti mascherati da ipotetiche quanto assurde teorie religiose o nazionalistiche.
La violenza non paga. Forse nell'immediato produce favori politici per chi provoca i conflitti tra gli animi facinorosi degli ortodossi ma l'eliminazione violenta di bambini e inermi dei campi opposti non giustifica le mire espansionistiche.
Ora, tirare in ballo pure il lavoro degli artisti e gli artisti stessi, il loro modo di essere e di vivere un dato periodo storico risulta un ossimoro pilotato.
Convintamente affermo che l'arte nell'accezione ampia e alta del termine debba essere tenuta fuori dai dogmi imposti dalle parti che governano la materia umana.
La bellezza musicata, dipinta, danzata,
interpretata è al di sopra delle miserie.
L'espressione più alta del pensiero e del lavoro sublime esternato attraverso le azioni e i saperi artistici È sintesi dell'amore Universale.
marc chagall, crocefissione bianca, 1938 |
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