Povera Europa Unita. È diventata il
capro espiatorio. Qualsiasi problema è imputato a Bruxelles. Non ci
sono i fondi. Non si può fare questo o quello. Non è possibile. Ce
lo vieta l'Europa. E così via. Ormai è diventato il ritornello
rituale dei politici nostrani. Per capirci, quei politici italiani e
non che vogliono mantenere fermi i confini e le regole nazionali
degli Stati membri che dimenticano o tacciono volutamente il ruolo
che avrebbe l'Europa veramente unita nel contesto degli equilibri
mondiali in politica estera ed economica.
Piccoli egoismi o qualcosa di più
grande e articolato? Cosa condiziona il volere una politica unitaria?
Una politica dalla visione ampia e includente dei valori solidali
oltre che economici e mercantili nella cosiddetta società globale?
I giochi di forza. Le imposizioni a
muso duro di quanti si dicono contrari all'unione hanno il sapore
delle piccole rivalse infantili. E se questo è quanto riescono a
offrire dialetticamente i cosiddetti “sovranisti” e
“nazionalisti” allora è meglio se stessero zitti e lasciassero
lavorare quanti credono nel più bel sogno che si è riusciti ad
avviare dal dopoguerra ad oggi.
Ovviamente di errori ce ne sono stati e
altri ne seguiranno. Mettiamolo pure in conto! Ma l'importante è
credere che ogni azione sia fatta nella direzione del bene comune
prescindendo dai confini geografici, dal colore della pelle e dalle
differenti culture. Siamo umani!
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