Inizia a stancare il tormentone “dite
a nuora perché suocera intenda” usato da Pollichieni e di quanti
lo adoperano non per fare satira costruttiva o strumento di sprono
per le istituzioni regionali affinché lavorino per dare il meglio ai
calabresi, ma che, anzi, in alcuni casi sembra trasformarsi in una
sorta di sfottò polemico/politico fine a sé.
courtesy M.Iannino "STA-R" |
L'articolo del 14 c.m. a firma del
direttore del Corriere della Calabria: “la guerra di Mario”
lascia questo sentore in chi lo legge.
Per la prima volta si evince anche una
sorta di snobismo elitario nel bravo direttore laddove scrive:
“Iacucci, a differenza di altri, è persona istruita, sa bene che
la matematica non è una opinione "vitaminizzabile".
Insieme a Pignanelli dovrà farlo presente a Oliverio perché il
proclama ci dice di un grande accordo tra la Regione e Alitalia,
mentre la realtà ci consegna Alitalia che invece di aumentare i voli
li ha "tagliati" nella misura di due terzi. Da tre a uno
solo.” … o forse no, che sia solo una battuta vista la verve
satirica che connota tutto il pezzo?, che apre con la fatidica
tiritera:
“Dite a Franco Iacucci di intervenire
su Gaetano Pignanelli perché rappresenti a Mario Oliverio la
necessità di aggiornare, in vista della "battaglia del grano",
lo stato dell'arte nelle altre battaglie lanciate e sfuggite di
mano.”.
È innegabile che delle molte promesse
fatte dal “traghettatore” Oliverio in campagna elettorale, a distanza di sei mesi, non se n'è
concretizzata una, tolta la modifica allo statuto e qualche altra
piccola mossa strategica.
È anche vero che l'accentramento (?) e le decisioni del buon Oliverio lascia disorientati i calabresi fuori dalla
politica attiva. Senza parlare delle nomine fatte...
Ciò non toglie però che i calabresi
siamo fessi! e che accettiamo supinamente ogni determinazione.
Siamo solo pazienti.
Mese più mese meno non cambia granché
allo stato dell'arte.
In Calabria come nel resto del mondo la
vita continua nonostante le strategie politiche, le correnti di
pensiero divergenti e le devastanti guerre di potere.
Abbiamo aspettato tanti anni quanti
sono i governi che si sono succeduti sempre sperando in un futuro
migliore per vedere i centri di potere trasformarsi in centri di servizi
sobri e solerti epurati dagli assedi dei vincitori. Pazientemente aspettiamo il riscatto dei mezzi di
comunicazione di massa, il loro innalzamento sopra le parti, la vittoria delle penne
intellettualmente oneste.
Insomma, stiamo ancora aspettando la
normalità, la supremazia della cultura, noi che non poniamo le speranze negli umani eroi contemporanei...
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