Milano, Expo 2015.
La violenza ha sopraffatto i
contestatori no expo pacifici. La guerriglia urbana ha dimostrato
stupidità e imbarbarimenti sociali gratuiti.
Va bene. Siamo coscienti delle
problematiche sociali che stiamo subendo ma dobbiamo essere sinceri e
onesti con noi stessi e dire apertamente che se ci troviamo a questo
punto la colpa è anche nostra. Troppi falsi invalidi. Troppi
furbetti attingono ai fondi pubblici che dovrebbero essere usati per
migliorare la qualità della vita di tutti.
Milano, momenti di guerriglia urbana |
D'accordo, Monti e la Fornero hanno
tagliato senza guardare in faccia chi sta veramente male e nonostante
tutto è rimasto fedele e dignitosamente attento al bene comune. Da
Monti a seguire i governanti hanno praticato tagli alla spesa
pubblica e alle pensioni dei ceti deboli e medi mentre chi stava bene
continua a stare bene. I dirigenti nazionali hanno fatto ricorso ai
blocchi economici praticati da Monti e la cassazione gli ha dato
ragione e fatto ripristinare lo status quo ante. Poco importa a
questo tipo di legge se con un'erogazione pensionistica d'oro si
potrebbe mantenere dignitosamente una dozzina di famiglie.
Queste cose le conosciamo e ci
indignano. Ma da questo a rendere le strade milanesi dei campi di
battaglia con vetrine infrante ce ne vuole.
Le multinazionali e gli squali della
finanza creativa non hanno paura dei disordini e men che meno li
scalfiscono emotivamente.
D'accordo sul giro scandaloso di soldi
che ruotano attorno all'affare expo e che tantissimi potenziali
espositori avrebbero voluto esserci ma non ci sono a causa
dell'elevato costo degli spazi espositivi.
Le contraddizioni stanno di casa
nell'area dell'expo milanese ma prendiamo il buono che l'evento
potenzialmente porta con sé oppure contestiamo pacificamente la
Moratti che l'ha voluta e tutta la classe dirigente che non ha
vigilato, che non ha proposto un'area geografica diversa, più
consona ad ospitare l'evento mondiale ma, a mio avviso, adesso che
c'è prendiamo il meglio e auguriamoci che sia uno dei punti di
partenza per migliorare la qualità della vita di chi sta peggio.
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