Davanti a certi fatti
difficile trovare parole, tentare analisi o prendersela con qualcuno
o qualcosa per dare senso a tensioni cresciute nel tempo. SI rimane annichiliti! A nulla
vale inveire contro gli organi istituzionali o gli strumenti
burocratici. Unico dato raccapricciante, davanti al quale si rimane,
appunto, di pietra è la tragedia umana di un piccolo imprenditore
che vedendosi revocati dei contributi, dopo numerosi tentativi per
riottenere gli accediti presso gli uffici provinciali e regionali di
Perugia, irrompe nella sede istituzionale che gli aveva revocato il
finanziamento e uccide due impiegate della regione Umbria.
«Mi mancavano tre
cartellini, libretto di fumo, macchine in movimento, una cavolata…
mi hanno tolto un accreditamento e di conseguenza i 160 mila euro di
finanziamento approvato». questo il laconico commento dell'imprenditore, vittima del disagio sociale, qualche giorno prima che accadesse il fattaccio.
Andrea Zampi, imprenditore
di 43 anni, è entrato negli uffici della Regione, al Broletto, nelle
stanze attigue alla vicepresidente Carla Casciari e ha sparato
uccidendo Margherita Peccati e Daniela Crispolti. Dalle prime
ricostruzioni sembrerebbe che la prima vittima fosse seduta alla sua
scrivania; la seconda sarebbe stata colpita nel corridoio.
Una delle due impiegate
della Regione Umbria pare fosse precaria. Mentre l'altra era
prossima alla pensione.
È la sintesi drammatica
dello spaccato italiano che racchiude in un unica cornice il quadro dei malesseri sociali partoriti dalla fredda
inconciliabile teoria dei bisogni economici contro la
propensione per l'altro, il sofferente, il bisognoso.
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