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lunedì 15 luglio 2024

Di necessità virtù

 


Diritti. Abuso d’ufficio. Tutele. Proprietà.

Tutti temi di attuale impellente necessità visti da ottiche diverse.

Per certuni il diritto come le altre tematiche accennate sono considerate tali in base alle personali necessità. Quindi il diritto di vivere un’esistenza serena affrancata dai soprusi altrui è un’esigenza condizionata da fattori contingenti. Diritto di lavorare. Diritto di cibarsi, crescere, fare esperienze, studiare, abiurare tutte le forme di violenza, guerra militare in primis e psicologica, diritto di vivere in ambienti sani e in armonia con la natura, così come pensati e incisi nella carta dei diritti e nella nostra carta costituzionale è diventato impensabile. Sarà per questo motivo che molti si rifugiano nelle bolle virtuali delle piattaforme?

mercoledì 13 luglio 2022

Le cannule di mister P

 

La violenza fa paura. La guerra è un abominio!


Ci sono circa 30 conflitti sparsi nel mondo ma quello che più ci tocca da vicino ed è documentato con ogni dovizia di particolari riguarda l'invasione di Putin in Ucraina.

La cronaca sul campo testimonia distruzioni assurde che vivono di teorie antistoriche giustificate da cause teoremi politico-territoriali in cui trovano ampi spazi gli interessi economici e religiosi autoreferenziali.

Morti e distruzione occupano gran parte dei notiziari. Immagini di persone comuni, gente semplice che vive del proprio lavoro piangono sui resti delle macerie e tra la cenere delle derrate alimentari bombardate dalla perfidia putiniana.


E mentre le nazioni europee che dipendono dal gas sovietico corrono ai ripari Alcuni esponenti della politica dimostrano stupore per la chiusura dei gasdotti mascherata da “manutenzione impianti”. È come nascondersi dietro un dito come lo è stato con la grande Z bianca vergata sui carriarmati in marcia verso l'Ucraina. Forse, politici, manager e giornalisti stavano sulla luna quando Putin ha dichiarato guerra all'Ucraina non disdegnando qualche minaccia in direzione dei paesi intenzionati ad appoggiare Zalesnky e il popolo ucraino? ritorsione legittima in sintonia col pensiero bellicoso del despota!

Quando è guerra è guerra per tutti! Disse la vecchietta. Ma non per i nostri strateghi della politica.



Le cause dei conflitti dipendono da politiche territoriali manichee oppure da questioni economiche, quindi dalle ricchezze dei territori e, per ultimo ma estremamente manipolatorio, dal proselitismo religioso usato come arma psicologica dal potere temporale di autarchie.


Nel teatro infuocato dai conflitti l'Africa è un focolaio perennemente acceso.

Siria, Turchia, Egitto, Sudan; Etiopia. Shael: Niger, Bukina Faso, Mali. E in Asia; in lembi di territori che soffrono la fame per altri motivi come nel Myanmar!, gli abitanti sono costretti sotto il giogo di un qualche dittatorucolo da 4 soldi. La guerra in-civile miete vittime tra i manifestanti... annulla vite e sogni.

E poi come dimenticare gli appoggi esterni delle grandi potenze nazionaliste e delle lobby fameliche che nascondono la bramosia dietro bandiere e presidenti pupazzo ostaggi delle mire espansionistiche di diaboliche trame

venerdì 25 marzo 2022

PEACE

 

La sacralità della vita è messa in un angolo e annullata dalle logiche di potere.

È sempre una ristrettissima cerchia che decide le strategie più vantaggiose. E il vantaggio di pochi non sempre gioca a favore del bene comune. Anzi non lo è mai!

Con sgomento siamo gli spettatori dell'orrenda azione di guerra in Ucraina. Lì c'è la distruzione materiale di tutto quanto è consuetudine quotidiana.

Da un lato le bombe e la violenza distruttrice delle armi e dall'altra vi è la violenza mediatica che trasforma in retorica il dolore causato dalla persecuzione manichea di chi comanda.

Che fare?

Ce lo chiediamo in tanti. Mentre si intensificano le richieste di aiuti umanitari e belliche. Anche nei punti di smercio alimentare si chiede l'obolo per i bambini ucraini.

Intanto gli sciacalli ridono si strofinano le mani pregustando l'affare della ricostruzione come già avvenuto nei campi di battaglia delle guerre precedenti e non solo. È avvenuto anche per la ricostruzione dei luoghi devastati dagli eventi sismici.

Eppure ancora ci schieriamo trascinati dall'emotività. D'altronde come non farlo?

Si può rimanere insensibili davanti a tanto dolore?

La disinformazione è una ulteriore arma usata da entrambe le parti in gioco. Sì un gioco simile a quello che molti si misurano coi video game ma con la straziante differenza che lì i campi di battaglia e la distruzione è reale come sono reali i sacrifici connessi all'abbandono forzato dei morti.

Un mese e qualche giorno, più quelli serviti alle diplomazie e ai servizi segreti per pianificare strategie d'attacco e difese.


Mi chiedo: a chi serve tutto ciò. A chi giova?

Per quanto tempo la filiera delle armi produrrà macchine di morte.

Ecco, il tempo intercorso dall'inizio della lite e si è passati dalla parole ai fatti è un'eternità, un buco nero che ha inghiottito e sotterrato ragioni e materia fatta di corpi di persone innocenti mandate al macello. Nessuna ragione, nessuno nessuno!, può arrogarsi il diritto di aprire macellerie umane e stare a guardare comodamente dietro un monitor posizionato al sicuro tra le mura solide di un bunker.

Che fare? Oltre a parlare, pregare e sperare. Oltre a sparare con armi d'offesa e annullare vite umane, togliere speranze e oscurare le menti anche quelle lontane dai campi di guerra?

Qualcuno ha detto che una società più giusta e equa può nascere abolendo l'ignoranza e condividendo la gestione pubblica delle ricchezze a favore della collettività.

lunedì 14 marzo 2022

Ucraina, come le mosche al miele

 

Quando c'è un conflitto e dalle parole si passa ai fatti Molte cose non convincono.

Non convincono le prese di posizione salottiere. Quelle cioè esternate nei salotti mediatici delle televisioni e dei social-media. Non convince l'aumento indiscriminato dei prezzi dei beni di largo consumo. E non convince affatto il frastuono delle bombe gettate indiscriminatamente sulla gente.

I palazzi crollano e le macerie sotterrano le speranze di pace di quanti incolpevolmente vi rimangono seppelliti.

L'Ucraina è una terra ricca. Che fino ad oggi ha prodotto merce umana da esportazione. Ha prodotto badanti e colf, bambini da adottare e per i quali commuoverci.

Intanto:

Il suo sottosuolo ha minerali che fanno gola. Non è quindi una questione di veti ideologici. Non è un fatto di destra o sinistra, di oscurantismo dittatoriale o democrazia. È un fatto di egoismo la guerra che si sta combattendo lì!

Nessuno mai si è preso la briga di andare a vedere perché altri popoli muoiono di fame e sete o perché alcune etnie sono deturpate da malattie che in altri luoghi sono state debellate da decenni e che basterebbero pochi centesimi per eliminarle anche lì.

I grandi imperi economici non sono preoccupati dalla situazione economica e sociale delle periferie degradate in cui la gente rovista nelle discariche in cerca di qualcosa che possa sfamare le povertà vestite d'ossa che puzzano di fame e sete.

Le scorpacciate salottiere fatte di numeri e statistiche cervellotiche sulla pandemia hanno ceduto il passo al voyeurismo macabro e alla retorica dei buonisti dell'ultima ora.

La spartizione delle lobby, quella che fa guadagnare montagne d'oro, petrolio, gas, alluminio e minerali rari non riguarda i popoli che vogliono vivere in armonia.

La spartizione è per pochi. Gli stessi che hanno mandato gli ignari a morire. Gli stessi che comandano dove seminare morte in nome di ipotetici ideali religiosi e politici.

Oggi il teatro di guerra è situato nel cuore d'Europa. Ma se abbattiamo per un attimo la geografia e le lingue rimangono in piedi le persone fatte di corpi caldi, sangue, carne, pelle. Corpi pensanti! Saturi di sentimenti. Emotività. Empatie.

L'Ucraina è una terra ricca, sì! Ma la sua ricchezza non è condivisa. È monopolizzata da sempre . L'unico dato condiviso ha un nome ben noto che accomuna la quasi totalità degli uomini che stanno fuori e molto lontane dalle barricate innalzate dalle logiche spartitorie delle lobby di potere. Persone che vivono in povertà. che sperano, che stanno all'odore come le mosche attorno al miele protetto dalle api operaie

martedì 1 marzo 2022

Fuck Putin, una nuova etichetta per la libertà

 


La violenza da qualunque parte si genera o è generata fa sempre e comunque male. I suoi effetti si diffondono anche laddove esistono schermi e barriere alzate per l'autodifesa nazionale.

La guerra coinvolge tutti! Non solo i luoghi interessati e fatti oggetto e teatro di battaglie.

La lotta per la sopravvivenza, ovvero le strategie adottate per sfuggire ai soprusi o molto più banalmente nelle normali relazioni di ogni giorno fanno parte della dote genetica degli organismi viventi.

In natura vige la legge del più forte ma la ragione differenzia la brutalità bestiale primordiale dell'essere. Cioè, il pensiero si fa evoluzione e stimola il progresso per il bene sociale e spinge la specie umana a migliorarsi.

Insomma: questo uomo che dovrebbe governare la vita è invece il fautore della distruzione e si fa morte!

Nessuno, se non solo nei racconti horror e fantascientifici, avrebbe creduto possibile un attacco armato, quantomeno viste le prerogative storiche e le potenzialità di distruzione delle armi in possesso delle grandi potenze.

Oggi le guerre sono di altra natura. Che fanno comunque vittime. Affamano. Soggiogano. E condizionano il mondo intero.

Le guerre sono strumenti dell'uomo debole di pensiero! Lecite? No! Decisamente no! Ma comunque esistono. Sono generate da alcuni fattori elementari che alla base hanno una forte componente individualistica permeata di egoismo.

La bramosia di dominio, l'onnipotenza edonistica genera mostri. 

Putin è uno di questi?

Di sicuro la sua politica non fa una bella impressione visto quanto sta accadendo in Ucraina. Non è una questione di eleganza. Né tantomeno una bella pagina politica

Questa guerra è vista, letta e documentata in diretta in tutto il mondo per quello che è!, e nulla, neppure i tentativi di depistaggio delle fake news riescono a sublimarne gli effetti invasivi del dittatore di turno.

I social media hanno trovato nuovo interesse. Documentano le volontà di assediati e invasori.

Enfatizzano prese di posizioni. e si schierano.

Retorica a parte, il popolo ucraino sta reagendo con decisione allo strapotere di Putin.

Le immagini fanno vedere in tv e sui social come i cittadini contrastano l'invasione.

Azioni semplici come la costruzione artigianale di bombe molotov. Bottiglie incendiare che non spaventano i giganti blindati inviati da Putin per assediare mortificare l'Ucraina ma che possono fare malissimo all'ego espansionista del despota e dei suoi oligarchi fiancheggiatori.

Fuck Putin! Con questa etichetta una fabbrica di birra contribuisce alla resistenza. Converte in armi le risorse industriali e, anziché birra, riempie con benzina le bottiglie e le dà al popolo. Sarà la nuova etichetta per la libertà? di sicuro le parole neppure se scurrili servono in uno scontro. è la forza, la determinazione delle intenzioni in campo che determinano e sovvertono i propositi

Il mondo intero guarda terrorizzato a questo impensabile teatro di guerra in cui le parole sembrano inutili.

La non violenza, la preghiera, il digiuno suggerito da Francesco non sembra dare nell'immediato alcun conforto né sortire a effetti positivi. 

60 km di blindati sono in marcia verso Kiew dove c'è già paura e morte mentre i mandanti stanno al sicuro e imprecano, forse, quando apprendono della rivolta degli hacker. L'attacco hacker non è contro il popolo russo ma alla dissennatezza degli oligarchi guerrafondai.

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