Sembrano note stonate quelle che seguono, peggio, peccare di blasfemia nel salottino letterario in cui si parla di cibo mentre alcuni popoli muoiono per fame e sete per volere dei regimi dispotici
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sabato 31 agosto 2024
Metti una sera in libreria
martedì 16 maggio 2017
Alla Ubik "Una vita per tre".
A caldo, il ragazzo mi ha fatto una
buonissima impressione. Non è da tutti esprimere e scrivere con una
certa maturità storie esistenziali nell'era dei social media
fuorvianti presi ad esempio dai guardoni cangianti che li popolano.
Ha soli 21 anni ma ha concetti profondi
che sa esplicitare con semplicità e passione inusuali per i
giovanissimi che liberano scempiaggini sul web.
Nel dialogo col libraio della Ubik,
Nunzio Belcaro, viene fuori un ritratto sorprendente.
Fabrizio Massimilla è al suo
primo libro, un romanzo, “Una vita per tre”.
Ancora non l'ho letto ma mi riprometto
di leggerlo al più presto, tanto mi ha colpito la proprietà di
linguaggio e i valori etici che ha esternato durante la conversazione
in libreria.
Lo scritto stampato dalla casa editrice
“la città del sole” è, e lo è senza ombre di dubbi,
quell'ancora salvifica che mette in moto e fa comunicare le menti
distanti, sa, da quanto ho udito durante la presentazione, dialogare,
annullare le distanze anagrafiche, culturali e sociali, in sintesi,
sa trovare affinità elettive e collegarle idealmente.
Vista la pochezza di pensiero
dominante, non sembrerebbe essere il frutto del lavoro intellettuale
di un ventenne. Ma lo è!
È un ragazzo da seguire.
Proporre all'attenzione non del nostro
piccolo mondo catanzarese che sarebbe riduttivo nella quotidianità
cittadina amorfa, in cui, anni addietro, dei ragazzi,
messosi in politica con la passione tipica dell'età, si sono persi
per strada, hanno e abbiamo perso tutti, quasi fossero stati contagiati da un
virus letale.
Genuinità. Purezza del servizio, enfatizzato durante la campagna elettorale, sembra essersi dissolto lungo i corridoi di palazzo de Nobili.
Genuinità. Purezza del servizio, enfatizzato durante la campagna elettorale, sembra essersi dissolto lungo i corridoi di palazzo de Nobili.
Un virus, per chi guarda da fuori, che
assomma partigianerie limitanti e cecità intellettive; piaggerie
selettive deleterie per la Politica e per la città che aveva creduto nella genuinità delle nuove leve.
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