Le recenti vicende che vedono implicati uomini e associazioni collegate al mondo del lavoro bracciantile sfruttato scoperchiano il calderone delle ipocrisie. Non è intenzione giudicare chi e cosa sapeva, sa o suppone di sapere. La vicenda ha sapore di burla o, peggio, pressapochismo mediatico dei partiti che hanno offerto la candidatura a un personaggio divenuto pubblico grazie ai selfie e alle amicizie che ne testimoniavano le vicende altamente sociali dell'impegno profuso per emancipare gli sfruttati che vivono nei ghetti.