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sabato 25 gennaio 2014

Politica e mercato dell'arte stesso modus operandi

Nonostante le pendenze giuridiche Berlusconi è in crescita. Lo dicono i sondaggi. E la sinistra è in calo. Come mai?

E mentre un tempo, forse, non sarebbe andata così perché le ideologie delineavano le aree politiche e condizionavano gli interventi; oggi sembra essere davanti a uno spartiacque sociale ben definito da tutt'altra natura.
Non destra o sinistra ma qualcosa di macchinoso privo di confini ideologici che affonda le radici tra Stato e antistato che pesca nei malumori popolari dei campi opposti.

La nuova area collocata a sinistra agita lo spauracchio della destra autoritaria acchiappa tutto e indica il male nel suo esponente maggiore: Berlusconi dimenticando che Berlusconi è il risultato delle politiche passate fatte di inciuci e accordi discutibili.

Berlusconi è il lupo cattivo che soccorre le mamme quando i bambini fanno i capricci. Quelle mamme che stanno a trastullarsi davanti agli specchi e tra i fanghi delle spa. (metafora).

Anche nel campo della cultura le cose non stanno più come prima.
I gestori di fondi speculativi investono nel mercato dell'arte somme da capogiro e portano alle stelle opere di artisti incanalati mentre affossano altri.

Per gli speculatori non è importante il dato “artistico” la cultura, il tempo racchiuso dall'espressione gestuale.

Gli speculatori investono i fondi recintati (hedge fund) nelle opere d'arte dopo aver ampiamente dettato legge nel mondo della finanza e della Corporate America; puntano a diventare l’ago della bilancia dell’industria dell’arte, attraverso operazioni al limite dello spericolato e avvalendosi di consulenti super pagati.

È una sorta di mecenatismo moderno a scopo speculativo, talvolta ispirato alla soddisfazione personale, ma che sta cambiando di fatto le regole di fare business nel settore dell'arte dominato sino ad oggi soprattutto da persone del mondo della cultura, case d’asta e gallerie di ogni genere.

Modus operandi che ha estimatori ed è adottato anche dal mondo della politica.

I tempi sono cambiati!


venerdì 20 settembre 2013

Contro l'Apartheid della sottocultura

courtesy Mario Iannino©
courtesy archivio m. iannino

Contro il mercato delle clientele. 

La parola agli Artisti ignorati dalla critica di regime


La storia si ripete.
Oggi come ieri chi è riuscito a ritagliarsi un piccolo centro di potere lo difende con unghie e denti. L'instabilità economica condiziona ed a poco valgono le belle parole e le citazioni delle vite di santi poeti e artisti.

Chi ha raggiunto uno status, uno qualsiasi per il quale si è lottato magari contro sani principi pur di raggiungerlo, non credo tenga nella dovuta considerazione il motto di Marcel Reich Ranicki, scomparso di recente, eminenza grigia del mondo letterario tedesco che, nonostante il potere raggiunto (bastava una sua parola per consacrare, elevare o annullare uno scrittore), continuava a ripetere “Il primo dovere di un critico è la verità”.

La verità!

Una “verità” che pare faccia il paio inesorabilmente col potere economico delle lobby che non guardano al reale valore culturale delle “Cose” immesse sul mercato ma, fatte salve alcune regole elementari di “buon gusto e destrezza”, lasciano partire la macchina mediatica osannante al nuovo evento del genio in scuderia.

Attenzione!, non è un male demoniaco commerciare in opere d'arte, siano esse di letteratura pittura e altro.
È male l'imbroglio, lo spacciare per opere altamente culturali robaccia che di sublime ha solo, quando c'è, la manifattura. Una manifattura surrogata da valenti correttori di bozze o, nel caso dell'arte visiva, a conseguenziale esperienza di lavoro e tecniche applicate negli anni.

Personalmente ho conosciuto mondi incontaminati. Entità allo stato puro che facevano e fanno della creatività un gioco sublime di pensiero e, all'occorrenza, tecnica ma che sono (volutamente?) ignorati persino dalle mezze tacche locali, messe a governare il sottobosco della cultura paesana.

E nell'era di internet, coi socialnetwork che trasbordano di tutto, è una falsità asserire di non conoscere o sapere dell'esistenza di qualche valente artista che opera sul territorio da oltre 40 anni o giù di lì.

Ma, come già detto, non sono questi i parametri di chi, ciclicamente, a selezioni avvenute, con i criteri anzidetti emana comunicati stampa a seguito di cerimoniose riunioni: il critico tal dei tali ha organizzato un evento straordinario che porterà ricchezza e lustro alla nostra regione perché coadiuvato dal gallerista curatore museale esperto prof. Pincopallino.

Non si può più tacere!, è inaccettabile presentare minestre riscaldate! chi vuole crescere intellettualmente e fa della cultura religione, motivo di studi e vita non può accettare il giogo dei servi della cattiva politica che invadono, spocchiosi, il campo della cultura.

mercoledì 18 luglio 2012

Calabria e Sicilia, stesso destino?

Tra i temi caldi del Paese non può esserci attenzione verso una corretta collocazione di assemblaggi e installazioni coreografici anche se le operazioni in questione interessano un terreno definito “archeologico” perché esistono leggi precise a tutela dei reperti storici e archeologici nazionali che i dirigenti politici e i tecnici preposti al mantenimento e alla conservazione del vasto campo della “cultura tramandata” dovrebbero conoscere e attuare.

Purtroppo, in Calabria, per alcuni, la parola cultura è un fonema astratto da riempire, contaminare e surrogare linguisticamente con citazioni trofei e medaglie naif.

Le contaminazioni pacchiane, “caldamente appoggiate da qualcuno”, stando a quanto divulgato dai media, anche quest'anno andranno ad invadere l'area del Parco Archeologico di Roccelletta di Borgia, col benestare della compiaciuta Wanda Ferro, presidente della provincia di Catanzaro e dei tecnici che gestiscono il MARCA.

E poiché il Bel Paese è un luogo di amici, (cosa che Vittorio Sgarbi ha capito benissimo tant'è che la sua biennale veneziana del 2011, dal titolo chiarificatore “l'arte non è cosa nostra”, che sommava alla artigianalità più o meno eccelsa e qualche sprazzo di creatività alla vanagloria dei raccomandati e dei loro padrini, è stata una mossa da ascrivere ad un grande artista DADA).

La raccomandazione in Italia è come l'ossigeno, chi non ce l'ha se la cerca! E non fa niente se ad emergere è una rapa, tanto meglio, si presterà senza remore a operazioni rampanti! Purché ci siano fama e denari!

Venghino siori e siore venghino:

“Dopo il successo ottenuto al Grand Palais di Parigi in occasione di Monumenta 2012 (oltre 300 mila spettatori), Daniel Buren approda al Parco Archeologico di Scolacium come protagonista di Intersezioni 2012. L'attesa rassegna, giunta alla settima edizione, tra gli appuntamenti culturali più importanti della stagione estiva, si caratterizza quest'anno per l'inedito progetto del maestro francese che ha voluto intervenire all'interno del Parco di Scolacium con cinque grandiose installazioni concepite specificatamente per il luogo consentendone una rinnovata lettura.”
E non finisce qui!
“Come nelle precedenti edizioni, il progetto continua al museo MARCA di Catanzaro sotto la cura di Alberto Fiz, Direttore Artistico del MARCA.”

mercoledì 9 maggio 2012

l'arte meglio dell'oro, M. Rothko 78 mln $

Mark Rothko, 1961, "orange, red, yellow"
Marcus Rothkowitz, meglio conosciuto col pseudonimo di Mark Rothko rappresenta quel filone dell'espressionismo astratto definito “color field” “campo colorato”, per le campiture uniformi, piatte e liquide con le quali gli artisti del dopoguerra trattavano le superfici. Opere, quindi, non gestuali, istintive, iraconde, nate di getto ma meditate e congeniali ad una pittura emotivamente controllata.
Mark, figlio di ebrei lituani, nato a Dvinsk nel 1903, fu pittore autodidatta anche se studiò con il pittore di origine russa Weber che lo oriento verso l'espressionismo. Dopo anni di sperimentazioni abbandonò definitivamente la figura per concentrarsi sui “fondi” preparatori sui quali dipingeva. Stesure monocromatiche rotte da figure geometriche quadrangolari dai margini sfumati.
La sua sensibilità artistica esprimeva una tale spiritualità che spinse i collezionisti De Menil di chiedergli di dipingere la cappella di Houston. La simmetria della pianta ottagonale suggerì a Mark di apporre grandi quadri di colore scuro, dal viola al nero al rosso cupo. Ultimò i lavori nel 1970 e poco dopo aver ultimato l'impresa si suicidò.

Oggi lo troviamo nel catalogo dell'arte del dopoguerra e contemporanea promosso da Christie's focalizzato sull'Espressionismo astratto con il dipinto “orange, red, yellow” datato 1961; un lavoro di grande impatto visivo di oltre 200x200cm. Base d'asta 35/45 milioni di dollari raggiunge 86.882.500 dollari commissioni incluse. Ma anche senza le commissioni, la cifra rimane importante: 77.5mln$.
Christie's ha convinto collezionisti ed investitori e ha dimostrato che il settore dell'arte sembri immune da crisi economiche, anzi pare beneficiarne.

giovedì 12 agosto 2010

cultura del pensiero propositivo

aore12

Ovvero: nei meandri dell'arte e della cultura


Concettualmente, qualsiasi forma pensiero realizzata dall'artista, è, di per sé, un’azione positiva.
Nella fucina dell’arte il gesto "ricreativo" si fa dialogo; linguaggio universale!, e da operazione culturale propositiva, relegata nella nicchia dei saperi di una sparuta cerchia elitaria, se ben instradata dai media, può  assurgere a spinta propulsiva preponderante nella crescita sociale e quindi della conoscenza!

La positività concettuale del gioco creativo è riscontrabile anche nelle provocazioni estreme che, chiunque, addetti ai lavori o profani, esso (gioco creativo) può sviluppare.

È ovvio, le provocazioni culturali, intese come strumento di crescita collettiva, sono lontanissime dalle mere espansioni egocentriche dell’incolto.
Anche se le cronache dell’arte testimoniano, e a volte enfatizzano per necessità di mercato atteggiamenti, pensieri e avvenimenti teatrali estranei al fine culturale dell’azione propositiva che l'operatore si era prefissato a dispetto dei divulgatori di etichette romanzate quali "artista maledetto, geniale bohemien, anarchico, pacifista, mistico".

Chi opera a certi livelli, nel campo della cultura, non necessariamente deve essere condizionato dalla mercificazione surrogata dalla parola dissacrante o eccessivamente ammiccante. Che diamine, siamo o no esseri pensanti!

Insomma, è vero, si creano cliché da commercializzare nell'enorme calderone sociale dell’apparire grazie a critici e giornalisti coscienti che senza uno scossone di gossip non si riesce a catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su tematiche alte.
Ma, ciò, ripeto, non ha nulla a che vedere con l’azione culturale che vorrebbe chi opera nel rispetto e per l’emancipazione sociale.
D’altro canto, non va sottaciuta la parte deleteria che ruota attorno al concetto di opera d’arte; vale a dire le quotazioni di mercato, la diffusione e la commercializzazione del fare creativo che assommata alla disinformazione e all'ignoranza collettiva, lasciata fermentare dai mercanti senza scrupoli e dagli arraffoni, pone l’enorme mercanzia artigianale, parificata alle opere d’arte e alle azioni formative sublimi di cui sopra, all'attenzione di quanti confondono la poetica creativa con la tesaurizzazione della materia.
Per questi semplici motivi, a volte, chiunque ha il "vizio" della curiosità intellettiva può essere trasformato in personaggio da una lobby. Ovvero: nella gallina dalle uova d’oro!
La massa si avvicina a lui per morbosità e, poi, il voyeurismo pilotato con destrezza, fa il resto.

Ecco, il mio interesse per gli artisti è differente. Mi avvicino al loro lavoro con curiosità.

Voglio capire le proposte intellettuali insite e contestualizzare il pensiero dell’artista con il territorio, la società! E, divulgare attraverso l’analisi delle opere quello che, secondo le mie modeste conoscenze e il sentire intimo trasmettono, a prescindere dalle tecniche usate per realizzare il gioco creativo della finzione visiva.

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