A una certa età i riflessi e la
memoria non sono gli stessi di quando si era più giovani.
Poi, se pensi che la tecnologia di
ultima generazione, quella che ci tiene connessi in un batter
d'occhio col mondo intero mette in standby
la parte del cervello preposta a memorizzare numeri e altro, ti
accorgi quanto sia difficile rispondere prontamente a qualcuno che
chiede a bruciapelo il numero di telefono. Ecco, balbetti numeri che non sono
proprio quelli giusti. Il dubbio ti assale e chiedi un po' di tempo
mentre smanetti in rubrica per trovarlo.
Ma che diavolo: ho chiesto un semplice numero! Sogghigna l'interlocutore.
Sì ho capito ma sai non mi chiamo mai dammi il tempo di trovarlo...
Decisamente ci siamo lasciati prendere
la mano. Abbiamo abdicato. La vecchia e sgualcita rubrica con le
lettere dell'alfabeto sul lato destro è preistoria. e i ragazzi non
la conoscono. Tutte le notizie inerenti a date di compleanno, numeri
di telefono, password etc sono custodite nei tera byte dei terminali,
in gergo devices, insieme alle applicazioni allocate nelle scatolette
magiche divenute appendici naturali e imprescindibili da noi.
Il cellulare è la memoria di ognuno. Immagazzina e ricorda numeri di telefono, ricerche,
abitudini alimentari, svago, e principalmente: VIZI! Sì su internet
rimane traccia di tutta la tua vita passata a cercare un prodotto e
qualunque altra cosa.
Il passaggio dall'analogico al digitale è stato repentino. e se per un verso ha apportato migliorie nei rapporti interpersonali e nelle comunicazioni, dall'altro, ha dato una spinta e amplificato le derive edoniste.
Il lavoro stesso, da opportunità gratificante, trasformato in vetrina sociale dai ripetuti selfie, ha perso la sacralità originaria.