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venerdì 8 agosto 2014

Bronzi di Riace rivisitati e oltraggiati

Dopo la pubblicazione delle foto dei Bronzi di Riace mascherati dalla verve visionaria del fotografo che, secondo quanto riferito dalla dottoressa Simonetta Bonomi, pare abbia fatto scatti non autorizzati nella sala super tecnologica che li ospita la polemica è scoppiata furente.

Bruneau, il fotografo, in azione
                                                               

C'è chi minimizza e chi dice che la Calabria non li merita questi capolavori dell'antichità.
C'è chi parla di arte e chi di schifezza mascherata da contaminazioni pop alla maniera di Warhol giacché pare che il fotografo sia stato allievo del re delle icone moderne serigrafate della pop art americana.

Comunque la si mette, la questione apre spazi a dubbi di ogni genere sia dal punto di vista culturale che commerciale e di immagine per l'intero settore della conservazione museale.

D'altronde le passate edizioni denominate “Intersezioni” al Parco archeologico di Borgia hanno lo stesso sapore blasfemo. E non mi riferisco alle imponenti installazioni dei maestri contemporanei eretti nel sito archeologico ma alla prevaricazione del nuovo linguaggio artistico realizzato con cementi, ferri, plastiche che, innestati tra i resti archeologici greco-ramani, hanno violentato e non dialogato con la storia secondo quanto era nelle intenzioni degli organizzatori.

Non intendo girare il coltello nelle ferite della conservazione storica e della cultura che in calabria, stando ai fatti, ha il sapore della gestione privata e anche un po' clientelare “dell'affaire arte”, perciò condivido e sostengo con fermezza quanto detto dalla sovraintendente ai beni culturali della Calabria la dott.ssa Bonomi. E cioè “...il compito del museo non è quello di fare cassa ma di fare cultura” ed in questo caso specifico, aggiungo io, di cultura, non se ne è vista affatto!

E non per i tulle, i tanga leopardati o i pitoni fucsia, semmai, questa operazione dissacratoria ha dato qualche attimo di pubblicità all'autore degli scatti e ai bronzi.

L'oltraggio sta nella gestione univoca e personalistica degli spazi pubblici calabresi che contengono tesori inestimabili per la storia delle arti e segnano indiscutibilmente il percorso umano dei saperi.

martedì 30 agosto 2011

Archeologia, questo non è un aratro

Oltre lo steccato e le fazioni. 


Suggerimenti gratuiti per migliorare l’esistente.



aore12
QUESTO NON è UN ARATRO!

Qualcosa non ha funzionato nell’evoluzione della specie e la passività con la quale gli eventi sono messi in campo e accettati dalla massa, allorché investe i sensi in sintonia con una prassi ben consolidata, prende allo stomaco oppure suggerisce ipotetiche possibilità per accrescere gli averi personali, dimostra il declino culturale in cui versiamo.

aore12Certo, la politica, poiché espressione alta nella gestione del sociale, ha la sua dose di responsabilità in merito agli ordinamenti divulgati e acquisiti dalle giovani generazioni. In effetti, sembra che il sociale si divida in campi netti; società, rapporti interpersonali, filosofie di vita sono vissuti in funzione di progetti che ne identificano l’appartenenza: da una parte i guelfi e dall’altra i ghibellini.

Non sono ammesse varianti!, chi canta fuori dal coro è ritenuto nemico della fazione, anche se la sua voce critica suggerisce possibili scenari innovativi e magari vantaggiosi per entrambe le parti. Ciò dipende dal fatto che spesso ci s’innamora delle proprie idee ma anche perché, accettare pensieri altrui, significa per alcuni soccombere, non avere peso specifico in quel determinato campo, insomma, perdere credito e di conseguenza potere e denaro nel caso si tratti di gestione economica di eventi culturali o folkloristici.

È anche vero che la grande industria del business, le multinazionali, le banche hanno indotto i popoli ad economia avanzata a consumare sempre di più inventando nuovi prodotti e nuove forme di crediti personalizzati per acquisirli. Anche l’oggetto artistico entra nel mercato economico e si trasforma in bene rifugio al pari dei gioielli o dell’oro prescindendo dal suo reale valore poetico e intellettuale.

Oggi chiunque può essere innalzato a grande artista da qualche potente lobby che vuole speculare sulle debolezze umane.

E' sufficiente un poco di maestria e un pizzico di talento guidate da un suggeritore attento agli umori contemporanei e alle propensioni di chi governa i territori.
Un signore con staff a seguito che prepara pacchetti e li propina in tutte le salse, sicuro di non essere contestato o incoraggiato a fare meglio perché l’ignoranza impera ovunque. La superficialità con la quale sono sviluppati e paracadutati determinati eventi danneggia l’evoluzione culturale delle generazioni non avvezze alla riflessione perché figli del tempo veloce e del fast food.

aore12A tal proposito, già ci siamo espressi ma poiché le risposte sono state evasive e a volte impertinenti, repetita iuvant, chiediamo a chi gestisce gli eventi culturali denominati “intersezioni” nel parco archeologico di Scolacium e il “marca”, sovrintendenza ai beni culturali e archeologici della Calabria, teorici dell’arte, amministratori locali, fondazioni che sponsorizzano le contaminazioni del sito archeologico di Roccelletta di Borgia durante le vacanze estive con opere prevaricanti per la cui stabilità si deve necessariamente intervenire sull’esistente,

perché installare le pur pregevoli monumentali concretizzazioni contemporanee sui resti inibiti per antonomasia al leggero calpestìo dei visitatori e non porli, invece di fianco alla storia così da sviluppare un percorso che interagisce ma non compromette il foro romano, l’anfiteatro, il teatro e la basilica di santa Maria della Roccella?

mercoledì 20 luglio 2011

incontri estivi tra Catanzaro e Soverato

Appuntamenti estivi tra Catanzaro e Soverato

aore12È trascorso un anno e la storia si ripete: sotto gli occhi dei pochissimi visitatori attenti perché appassionati di storia antica una regia composta da dotti studiosi ha posto una serie di “colti ostacoli” lungo il percorso della storia riportata alla luce e disseminata tra i ciottoli del parco archeologico Scolacium con l'intenzione di sottolinearne la creatività dei gesti attraverso la commistione dei saperi e far convivere l'esistenza dell'uomo sviluppatasi nel corso dei secoli.

Sempre gli studiosi e in special modo gli archeologi hanno fatto proseliti e imbastito convegni per dimostrare al mondo intero l'importanza dei ritrovamenti avvenuti nell'ex tenuta Mazza situata in località Roccelletta di Borgia. 
Tant'è che la sovrintendenza per tutelarne la sacralità ha preso possesso del sito nella sua interezza e adibito l'antico caseggiato baronale con annessi corte pertinenze frantoio e cantine in spazi museali e uffici pubblici.

Dall'entrata in vigore della normativa che eleva l'agro in territorio protetto dall'istituzione sono trascorsi circa 40 anni ed a parte queste ultime “innovazioni” denominate “intersezioni” dallo staff tecnico composto da illustri critici e politici niente è stato fatto per rinvenire ulteriori testimonianze storiche.

Intanto a ridosso delle mura della Basilica bizantina di Santa Maria della Roccella, sempre nell'area del parco Scolacium, si perpetua nel periodo estivo con cadenza annuale una sorta di teatro di nicchia e musica colte.

Queste le attrazioni culturali più importanti nella provincia di Catanzaro.
Una pagina a parte riempie l'appuntamento estivo del premio Film festival di Soverato che mediante il prodotto cinematografico e quanto ruota attorno ad esso valorizza la città jonica calabrese lontano dalle azioni inquinanti di cui è pieno il baraccone che tutti gli anni approda sulle antiche terre cantate da Omero e accolsero Ulisse e i suoi compagni naufraghi.

domenica 17 luglio 2011

intersezioni 6 e le dissacrazioni della memoria

Parco Scolacium, effimere contaminazioni postmoderne dissacrano i luoghi della memoria.

L'interesse privato opprime e annulla quello pubblico. Lo si evince dalla vita vissuta nella quotidianità; dalle scelte operate per la comunità ma che di fatto mettono in primo piano interessi di quartiere e personali.

Le organizzazioni no profit, culturali, sociali, politiche, fioriscono di giorno in giorno.
Ognuna lotta per tutelare il consumatore finale, i soggetti svantaggiati, i luoghi della memoria, quindi, la storia e le origini del fare creativo. Una vera guerra! Che vede coinvolti cittadini più o meno coscienti, fiduciosi, comunque, in ciò che dicono i leader dei movimenti d'appartenenza più qualificati e presenti nei mass media. Inutile ricordare l'effetto convincente che ha il buon oratore sulle masse; corre l'obbligo, però, rammentare il peccato d'omissione perpetrato dai colti oratori specie nei campi dei linguaggi ostici ai più prima di accennare brevemente a quello che sembra essere un evento indolore:

Nel parco archeologico della Roccelletta di Borgia, a due passi da Catanzaro, da anni si susseguono operazioni che lasciano non poche perplessità.

Sconcerti e dubbi che nascono dalla considerazione spontanea dei visitatori allorché si trovano dinnanzi a una commistione storicamente rabberciata tra il sacro e il profano, tra il manufatto antico, classico e contemporaneo, ma forse è meglio dire tra due differenti sacralità che hanno tempi e concezioni intellettuali differenti.

La sacralità del luogo storico non ancora portato alla luce del tutto è contagiata, anzi oppressa dalla conflittualità linguistica contemporanea di valenti artisti che non propongono ma impongono, pilotati dai curatori, i rispettivi giganteschi giochi creativi.

Le ciclopiche misure annichiliscono le anime pulsanti dei siti archeologici e sembrano volere sottomettere quella che fu l'origine della cultura e le conseguenziali fasi della crescita sociale che pone le origini nella civiltà bretta, greca, romanica, bizantina.

In simili circostanze, deturpamento a parte, non c'è confronto dialettico, c'è solo indignazione per la profanazione.
Per intenderci: proviamo a pensare la stessa operazione in luoghi come il Colosseo, gli scavi di Pompei o tra i templi di Agrigento dove ogni pietra narra una storia interrotta materialmente dalle intromissioni barbariche caricate d'inutili quanto dannosi concettualismi elaborati ad hoc.  

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