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domenica 9 ottobre 2022

In viaggio nel tempo

 


Tempo di vendemmia di festa e incontri.


Da nord a sud in autunno si ripropone la sagra dell'uva. Molti vitivinicoltori associati mettono in campo strategie mirate per la conoscenza e la commercializzazione dei brand prodotti nelle rispettive cantine. 

Anche in Calabria le più note e blasonate case vitivinicole partecipano alle sagre calendarizzate a livello nazionale con eventi mirati. E per divulgare il proprio prodotto in seno alla festa nazionale del vino nelle proprie cantine aprono a mostre, assaggi e guide assistite.

Le zone più rinomate sono definite in mappe territoriali geografiche mirate e circoscritte che vanno dal cirotano al lametino e, giù, al reggino. Ma questo itinerario geografico è ben noto ai più .

Io, invece, voglio raccontare del vino fatto in casa. Un'operazione di nicchia, esclusivamente elaborata e portata a termine non per scopi commerciali ma per la famiglia, da bere insieme a tavola e da offrire agli ospiti! 

Mi piace ricordare ogni cosa delle giornate d'autunno trascorse in campagna tra filari di viti e l'odore degli acini strappati coi denti!

Della raccolta dell'uva e dell'allegria che si respirava tra i filari e nell'aia; del profumo dell'uva appena raccolta adagiata nelle ceste di vimini, dall'odore delicato degli acini appena pigiati...

E dell'attività frenetica dei paesani che, quasi tutti, tra settembre e ottobre s'impegnavano le "giornate" e preparavano i “commodi” per raccogliere i grappoli d'uva, lasciare maturare il mosto e ... Ma andiamo per gradi.

La mia storia è ambientata in una campagna che potrebbe essere situata in un paese qualunque della Calabria. Però, essendo nato in un paesino montano del catanzarese,la mia storia si avvale di spunti autobiografici.


Per arrivarci, nelle vigne, il percorso era agevole e semplice. Quasi tutti i vigneti costeggiavano la strada principale: “A vianova” questo il nome che davamo alla nuova strada provinciale che tagliava in due il paese passando per la “Cona”, la piazza principale sede di bar e unico spazio logistico per l'installazione del palco eretto in occasione dei festeggiamenti popolari in onore della Madonna della Luce. L'uso del passato è d'obbligo! Molti di quei vigneti non ci sono più.

Il primo esteso appezzamento di terreno adibito a vigneto lo incontravamo al bivio, prima di imboccare il “rettifilo di Manno”. Gli altri vigneti erano disseminati all'interno delle campagne, al riparo degli agenti atmosferici e dalle ipotetiche ruberie.

E poi su, dopo l'agglomerato urbano, tra i castagneti. Lì la terra rossiccia sembrava esaltare gli acini viola appesi sui verdi filari.

La raccolta dell'uva, nel mio “immaginario vissuto”, presupponeva una predisposizione dell'anima totalizzante. Ogni azione, parola, canzone era in sintonia con la natura. E la stanchezza fisica, nonostante ci fosse, sembrava inesistente.

Le donne, instancabili, facevano la spola tra i filari e “u katojiu” il punto di raccolta che ospitava il tino per la pigiatura; “i fhimmini” si “caricavano” sulla testa enormi cesti di vimini colmi d'uva come se niente fosse! (per lo meno, ai miei occhi erano davvero grandi, ché facevo fatica a trasportare il paniere in cui riponevo i pochi grappoli da un “piede di vite all'altro).

La mia esperienza è limitata a brevi momenti di vita vissuta. A pochi fine settimana che, approfittando delle belle giornate, in macchina, una fiat 850 special, si faceva un salto al paese per stare coi parenti rimasti.

mercoledì 15 aprile 2020

Maestri di vita

La mia prima lettura? Il primo libro di narrativa che ho letto e che mi ha lasciato dentro poesia e amore?

Le avventure di Tom Sawjer di Mark Twain!

Grazie ad un maestro delle elementari che mi fece appassionare alla lettura.

Paolino De Sossi. Questo il nome del maestro che porto nel cuore.
Ricordo che lo andai a trovare prima che partissi per il collegio, a Napoli. Il vecchio maestro abitava in un vicoletto del centro storico di Catanzaro che dal corso Mazzini scendeva in direzione del mercato ortofrutticolo e al cinema teatro Politeama, quello vecchio che nelle sere d'estate si apriva il tetto e si vedevano le stelle: spettacolo nello spettacolo!

La città vecchia aveva una sua atmosfera e un profumo particolari. L'odore del “piccantino” che proveniva dalla piccola bottega di piazza mercato frammisto all'odore del baccalà esposto all'ingresso invitava ad entrare. E spesso era uno degli appuntamenti imperdibili. Con poche lire si poteva avere il piccantino, cioè un panino a forma di maritozzo che il bottegaio imbottiva con una poltiglia oleosa e piccante preparata da lui. Non ricordo il nome del gestore. Ricordo però il garzone: un ragazzo tozzo affetto da nanismo coi capelli crespi e neri che andava in giro sempre, anche dopo l'orario di lavoro, con lo stesso grembiule che scendeva fin sotto le ginocchia.

Il maestro de Sossi si meravigliò allorché la moglie gli annunciò la mia visita: “Paolino c'è un tuo alunno...”. La signora aveva una faccia materna. Mi fece entrare nel salottino e attesi. Dopo pochi istanti il maestro entrò e mi chiese il perché della visita visto che eravamo in estate inoltrata. “Come mai non sei al mare?”. Chiese. “Ai primi di settembre parto. Vado in collegio a Napoli, al don Bosco”.

Ecco, quell'uomo, per la sua affabilità e la dedizione al suo mandato di educatore che ha svolto egregiamente, mi ha fatto amare la lettura.

Quel libro l'ho messo in valigia e mi ha seguito ovunque

venerdì 18 luglio 2014

La semplicità rende felici

LA SEMPLICITÀ DEI BAMBINI E DEGLI ULTIMI RENDE L'ANIMO SERENO

Quanto costa pranzare in questo locale?
Niente. Non ho lo scontrino. È tutto gratis.
Bene allora faccio un abbonamento. Dove mi posso mettere?

Per i grandi c'è un tavolo vicino alla cucina. Là state tranquilli. Potete parlare e sentire musica … a me piace la frittura di gamberi. E' molto buona! Ma sai come si sgusciano? sì. Si toglie la plastica. Si strappa la testa poi le gambe e si mangiano. Vuoi una pizza alle ciliegie? Questa è una pizza alle ciliegie. Però so anche fare il caffè le patatine fritte i gamberi...

Ha tre anni la piccola Beatrice. Costumino due pezzi blu e tanta sabbia nelle tazzine del caffè e nel vassoio della pizza.
L'ambulante nero offre la sua mercanzia. Non compro niente. Lui sorride e: posso permettermi? In amicizia: vedi tu sei qui con la famiglia e altri più ricchi di te no. Non godono delle piccole cose della vita. Pensano a fare i soldi. Vedi, io ho mangiato un panino e pomodoro e sono felice più di chi va al ristorante e mangia l'aragosta. Io sono vivo. Cammino e sto bene. Sono felice più di quello che ha un orologio da 25mila euro. E sai perché? Anch'io guardo il mio orologio da otto euro e l'ora è la stessa.

Due lezioni di vita nella stessa mattinata non accade sempre.

Condivido le perle di saggezza regalate da una bambina di tre anni e un anziano signore di colore sulla spiaggia di Squillace. Chissà, forse potranno servire a qualcuno  

giovedì 1 maggio 2014

Onestà e fascino del lavoro in Calabria

DONNE E MOTORI, GIOIE E DOLORI.


Nella vita l'esperienza conta! L'esperienza fa capire e apprezzare le sfumature delle persone in relazione ai luoghi. E quando meno te lo aspetti vedi crollare certezze e teorie surrogate e costruite da sensazioni fuorvianti basate sulle posizioni geografiche, o peggio sul colore della pelle e sulle differenti culture.

Premetto che per evitare malintesi, volutamente, mantengo l'anonimato mio e delle persone che sono parte integrante della vicenda.

Una vicenda inverosimile, nella quale, la casualità e gli eventi hanno fatto sì che rivedessi schemi mentali precostituiti dettati dalle sovrastrutture e condizionate, appunto, dall'ubicazione logistica di certi mestieri e dalla “pigrizia”.
In virtù dell'adagio che recita “moglie e buoi dei paesi tuoi”, quando si ha l'opportunità di trovare una persona conosciuta che espleta un servizio d'impresa soddisfacente nelle vicinanze è da sciocchi affidarsi a mani estranee (e qui subentra la pigrizia) specie se lontana chilometri.

Ma veniamo ai fatti:

La donna, va be', me la sono cresciuta, come si suol dire ma la macchina l'ho comprata!
In base alle mie esigenze ho preso una fiat!, che mi ha dato problemi fin da subito e nessuno ha saputo eliminare.
Una perdita minima che ha finito di tingere il motore e l'asfalto del parcheggio di nero.
Si è pensato al gocciolamento di qualche paraolio, una cuffia, una guarnizione ma niente!
Lo stillicidio è riuscito a provocare danni economici e avversità nei confronti dell'auto che, gioco forza, vista la crisi contingente, sono costretto a tenere e manutenere se voglio muovermi.
E tra i tanti impicci il motorino d'avviamento stenta a farla partire. Cosicché faccio intervenire l'elettrauto che lo ripara ma esce da sotto il ponte di un bel colorito bruno.
“Dovete vedere la perdita”. Mi dice. “La perdita si è infiltrata nel motorino d'avviamento e l'ha fatto sfiammare”. Risultato: 100 euro la prima volta e 60€ la volta successiva.
Urge l'ennesimo consulto dal meccanico il quale mi manda dal pompista. Il pompista cambia le cannule degli iniettori e parto.
Arrivo a destinazione. Mi fermo e la puzza di nafta m'investe. Apro il cofano motore e vedo la perdita. E mò che faccio? Non posso pregiudicare daccapo il motorino d'avviamento né perdere tutta 'sta nafta. Dico tra me. E interpello un paesano.

C'è un bravo meccanico qua vicino. È lì a quella casa gialla. Si chiama Natale. È bravo e onesto.

Ci vado. Ed è grazie a lui se finalmente non c'è più l'odiosa perdita.
Una sciocchezza!, che, sfuggita ai meccanici fiat, quando la macchina era in garanzia e pure dopo, non è sfuggita alla paziente diagnostica professionale di un giovane meccanico di paese.

Un meccanico degno di questo nome, come lo è stato Vito il pompista che ha smontato l'iniettore e riparato alla modica cifra di 10€, casi unici, forse, visto che ormai nella maggior parte delle officine non si riparano più i pezzi rotti perché si perde tempo e si guadagna poco ma si sostituiscono perché si fa presto e si guadagna di più.

Ma in Calabria, laddove meno te lo aspetti, è possibile riscoprire e vivere valori che sembrano oscurati del tempo e dalla contemporaneità globalizzante soggiogata dal potere economico e dal profitto immediato degli imprenditori egoisti che fuggono o delocalizzano all'estero saperi e profitti.

mercoledì 7 luglio 2010

crociere a prezzi imbattibili ma non per tutti

(Gli appunti del pifferaio magico)
©archivio M.Iannino

Quanto segue è realmente accaduto. È, in sintesi, la testimonianza di uno spaccato di vita quotidiana vissuta per le strade della città. La discussione ha, pressoché coinvolto quanti si trovavano a rigirare tra le mani un volantino pubblicitario, ma il nocciolo della questione si riassume nelle parole di due signori prossimi alla pensione.
Io, mi trovavo lì, per caso, e non ho potuto fare a meno di cogliere il loro rammarico, memorizzarlo e trascriverlo.
Pertanto, se qualcuno si riconosce non se l’abbia a male.

Crociere a prezzi imbattibili!

È da una vita che sogno di fare un giro sul mare. Farmi, che so, le Eolie, le Tremiti, arrivare semmai in Grecia; magari con la liquidazione potrei fare una sorpresa a mia moglie a organizzare un viaggio a sorpresa per le nozze d’oro.
Qua dicono che con qualche migliaio di euri puoi avere una crociera low coast… quasi quasi cerco un prestito e anticipo la sorpresa… ma ch’è ‘sta roba? Ah ecco: pranzi e scali nei maggiori centri d’attrazione turistica esclusi.
Eh dicevo io che mi sembrava poco per due persone ‘sto pòpò di roba: quasi 15 giorni di mare. Lasciamo stare va! Meglio stare sulla terra ferma che se cadi ti rialzi.
Ti figuri se per guadagnare di più vendono più posti rispetto a quanto possono ospitare…
E se poi va a finire come col Titanic! Pare che per risparmiare gli armatori fecero la cresta alle scialuppe di salvataggio: ne ordinarono di meno rispetto a quanti ne sarebbero serviti in caso d’emergenza.
Beh. Coi tempi che corrono e la crisi… c’è davvero d’avere paura. Come se non bastasse, il governo vuole tagliare le tredicesime degli statali, destinare i soldi delle liquidazioni a cose che non ho capito.
Ma perché non si tagliano i loro stipendi che con una loro mesata campano dieci impiegati dello stato.
È inutile: il pesce puzza sempre dalla testa!
Sì però, in mare, è tutta un’altra cosa: ancora è forte e sentito il codice d’onore nei vecchi lupi di mare! in caso di naufragio il capitano è l’ultimo a lasciare la nave: prima le donne i bambini e gli anziani. Altro che togliere gli stipendi ai dipendenti!
Chi comanda, in mare, offre la sua di vita per preservarla, e offrire una chance, alle persone che il fato gli ha affidato.

sabato 15 maggio 2010

comunicazione visiva e arte

L’arte comunica sempre, a volte anche silenziosamente. Quando si è davanti alla tela bianca allora si incomincia ad ascoltarsi, e qualcosa si esprime sempre; in un colore, una forma, una sfumatura…ogni cosa si appropria di un valore simbolico, ha un suo significato e prende forma quasi inconsapevolmente…e in fieri si trasforma, si impossessa di sempre maggiori dettagli oppure li perde, li fa solo intravedere o si accentua di particolari. Non è mai definito, fino alla fine tutto può succedere e tutto può cambiare quando ci si esprime liberamente, ma non ha importanza, è sempre una catarsi seppure leggera e in punta di piedi che si lascia al gioco delle interpretazioni e soprattutto lascia qualcosa in chi ha saputo donarsi sulla tela.
La libera e pura espressione pittorica, anche dei profani e non artisti, interviene in modo sottile in una dinamica relazionale, con gli altri e con se stessi, quanto più è libera tanto più esprime, non per questo vuol dire che sia sincera, ma spontanea. Tutto quello che viene fuori ci mette in discussione sia in riferimento all’idea intima espressa che all’intento che si vuole suscitare in coloro che si soffermano a guardare, tanto da restare in attesa scrutando nell’altro ogni segno che doni valore alla nostra pur semplice rivelazione artistica.
Lasciarsi coinvolgere in questi sottili processi diviene ancora più semplice e naturale quando una presenza abile e carismatica come quella del maestro Mario Iannino si fa sentire costante e fiduciosa, riuscendo sapientemente a rinvigorire lo spirito creativo e profondo possibile in coloro che si rendono disponibili alla libera espressione.


ALCUNE RIFLESSIONI PEDAGOGICHE
L’espressione artistico-figurativa acquista il suo valore pedagogico nel potere inevitabilmente comunicativo di chi si esprime. E’ un gioco dove tutto è concesso e tutto va bene, non ci sono regole, ogni cosa può essere rivista e reinterpretata liberamente così da diventare il metodo comunicativo più ricco di particolari simbolicamente significativi, un contesto fatto di elementi che altrimenti sarebbero incomunicabili, censurabili. Non serve essere abili o artisti, basta semplicemente essere! E i bambini sanno essere in modo esplosivo e stupendamente ricco. Un’emozione, un evento, una situazione, un desiderio, tutto viene espresso nell’arte figurativa dai bambini, anche quello che diversamente rimarrebbe inconscio o censurato. I colori si uniscono alla loro fantasia e nel gioco rappresentano la loro semplicità e la loro ricchezza.

Luisa Mellace

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