Tagliare gli sprechi per crescere e creare lavoro.
Queste le parole del premier Mario
Monti. E la bagarre in tivù è scontata. Questa volta il buon Vespa
apre il suo programma in compagnia di una gigantesca forbice e dopo i
cartelli riassuntivi inizia lo show. Ma non è dello show che voglio
parlare. Preferisco riportare le parole di Monti. Molto più
rassicuranti di quelle dei suoi rappresentanti di governo e dei
giornalisti che imbastiscono storie.
“l'Italia non ha bisogno di sostegno
e non si trova nelle condizioni in cui si trovavano la Grecia,
l'Irlanda e il Portogallo. Ora però c'è bisogno di un passo avanti:
E' venuto il momento di agire in modo più strutturalmente
convincente sul settore pubblico che non vuol dire riduzione
tranchant ma una riduzione della spesa dopo aver fatto un'analisi
molto precisa dei settori dove ci sono sprechi.
E questo non è in contraddizione con
la necessità di rilanciare la crescita e soprattutto di contrastare
"l'inaccettabile" livello raggiunto dalla disoccupazione
giovanile: "Non credo, non sono affatto convinto", rileva
il capo del Governo, "che riducendo la spesa pubblica
improduttiva si riducono le possibilità di lavoro dei giovani, al
contrario riducendo il peso del settore pubblico anche nei mercati
finanziari creiamo più possibilità di impiego per i giovani".
L'incontro bilaterale con il cancelliere tedesco Angela Merkel
diventa cosi' l'occasione per Monti per confermare l'asse con
Berlino.
"Io e Angela", chiarisce Monti, "lavoriamo bene insieme perché crediamo, lei tedesca e io italiano, tutti e due in una cosa che si chiama economia sociale di mercato altamente competitiva".
Merkel non manca di riconoscere i
meriti e gli sforzi compiuti dall'Italia e di sottolineare l'ottimo
feeling instauratosi con Monti. "Sono sempre riuscita a trovare
un'intesa con Monti ovunque sia stato necessario", sostiene, "e
credo che riforme strutturali adottate da Monti sono una cosa ottima
e dobbiamo condividere bene cio' che ci accomuna".
Una collaborazione che va rafforzata anche in vista delle sfide future. "Anche nei giorni a venire", sottolinea Merkel, "ci saranno altre decisioni: dobbiamo affermarci sui mercati e dobbiamo scambiarci le nostre esperienze per garantire il lavoro ai giovani, per migliorare le infrastrutture e sostenere le piccole e medie imprese.
Una collaborazione che va rafforzata anche in vista delle sfide future. "Anche nei giorni a venire", sottolinea Merkel, "ci saranno altre decisioni: dobbiamo affermarci sui mercati e dobbiamo scambiarci le nostre esperienze per garantire il lavoro ai giovani, per migliorare le infrastrutture e sostenere le piccole e medie imprese.
In un tempo veramente non facile
abbiamo la forza di volontà di superare le difficoltà insieme".
Le scelte di oggi, ancorché dolorose, segneranno il domani. Ma non
c'è alternativa al rigore. "Quando sono diventata cancelliera
federale in Germania", ricorda Merkel, "c'erano cinque
milioni di disoccupati abbiamo fatto cose per cui ancora sono tristi
in Germania, molta gente ancora non l'ha capito. Ma sono convinta che
sia stata fatta la cosa giusta per i nostri figli e per i figli dei
nostri figli. Si tratta di lasciare spazio alle future generazioni
per nuove strade, infrastrutture, investimenti. Si tratta di
giustizia e di equità. Quando arrivano i successi", conclude,
"e arriveranno anche in Italia, i punti di vista cambiano".
Le intenzioni sembrano buone e i due
dicono di lavorare per creare un futuro migliore alle nuove
generazioni. Dichiarano guerra agli sprechi e tagliano posti di
lavoro nel pubblico impiego e riducono le spese vive maturate. Quindi
niente più buoni pasto del valore di 8 o dieci euro. Ma cosa c'entra
lo spreco con la riduzione del tetto a 7 euro dei buoni pasto? Che
poi, lo dice la parola stessa. BUONI PASTO! Avranno pur diritto di
mangiare i dipendenti o no? (anche se molti di loro preferiscono
spenderli al supermercato per portare qualcosa da mangiare a casa)
Qua si rischia di rasentare l'assurdo
come nella metafora del contadino che si rammarica con l'amico per la
perdita del suo compagno di lavoro: l'asino! “proprio quando ero riuscito a
togliergli il vizio del mangiare è morto... poverino!