L'Olanda non è un paradiso fiscale, ha semplicemente un sistema fiscale allettante con meno codicilli amministrativi per questo molte delle imprese italiane in buona salute e buonissimi portafogli hanno trasferito lì le sedi fiscali e amministrativi. Questo giochino legale alleggerisce le casse dello Stato Italia di parecchi milioni di euro.
Visualizzazione post con etichetta aziende. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta aziende. Mostra tutti i post
domenica 27 novembre 2022
lunedì 20 novembre 2017
Consumatori beffati e sottomessi
C'è un signore che sta dalla parte dei
consumatori e li rappresenta nelle trasmissioni televisive. Non
ricordo il nome. Ricordo il suo piglio incazzato che pare non
sortisca effetti positivi per i consumatori.
Il solito gioco delle parti pone i
“buoni” da una parte e i “cattivi” che mettono le mani in
tasca dei cittadini dall'altra.
Ormai siamo allo stremo! È impossibile
continuare a stare dietro alle tasse che il governo italiano impone a
volte in nome di una Europa matrigna.
C'è voluto troppo tempo per fare
retrocedere dagli intenti famelici le aziende telefoniche che, con
moto proprio, hanno imposto le bollette ogni 28 giorni agli abbonati.
Forti della dipendenza che condiziona quasi tutti e che ci tiene
connessi al web abbiamo subito le decisioni dei gestori telefonici e
i ricatti che, una volta sottoscritto un contratto che sembra essere
favorevole, incatenano per almeno 4 anni a wind, tim, vodafone, 3,
fastweb etc.
Quanto ci vorrà per eliminare o
ridurre le voci nelle bollette dell'energia elettrica che le fanno
triplicare o quadruplicare?
Il governo non è intervenuto sull'enel
perché, spiega, la bolletta è a consumo. Allora per quale motivo se
si consumano 30€ di energia elettrica se ne chiedono 90€?
Si fa un gran parlare dell'energia
rinnovabile. Della tutela dei consumatori. Delle spese mensili o
bimestrali che gravano come enormi macigni sulle famiglie.
Mentre scrivo mi arriva il suggerimento
che il rappresentante che presenzia spesso nelle trasmissioni
televisive si chiama Rosario Trefiletti.
Allora, sign. Rosario Trefiletti, cosa
si può fare, in concreto, per arginare l'arrogante pretesa delle
aziende di servizio e zittire le lobby che le rappresentano nelle
stanze adiacenti alla politica?
È un'eresia pagare il giusto?
Ovviamente lei non ha la bacchetta magica e non ha potere
decisionale. Ma, essendo lì, nel salotto mediatico, chissà, forse
può farsi sentire più dei comuni cittadini che non hanno voce in
capitolo.
giovedì 28 settembre 2017
Enel, consumi e costi finali assurdi in bolletta
A me le torte piacciono quasi tutte.
Ma questa proprio non la sopporto! È
indigesta. E credo che non risulti insopportabilmente indigesta solo
a me. Sta sullo stomaco alla quasi totalità degli italiani che, come
me costretti dalla civiltà sono intenti a fare i conti con le bollette
accorciate dalle aziende che conteggiano in settimane e non più
mensilmente tasse e prodotti erogati.
Telefoni, luce, gas sono diventati
nemici degli utenti e a poco valgono le denunce dei consumatori.
Le aziende riescono a mettere le mani
in tasca degli abbonati con estrema facilità. Tariffe e voci in
bolletta sono la sintesi concreta della “finanza creativa” made
in Italy messa sotto gli occhi degli utenti.
Non è una beffa ma trasparenza,
secondo alcuni.
Trasparenza? Certamente! I loro
comunicati grafici sono trasparenti. Evidenziano che rispetto ad un
reale consumo della materia prima trattata, cioè, nel caso della
corrente elettrica, quella che in casa fa partire la lavatrice,
accendere la tv e anche le lampadine, la cifra finale da
corrispondere alla società che gestisce il servizio è un autentico
salasso per le famiglie.
Inutile approfittare delle offerte
sulle lampadine a risparmio energetico. Ininfluente accendere la
lavastoviglie di notte. Irrilevante lavare i piatti a mano. E persino
l'ora legale non fa risparmiare il gregge.
E tra non molto, quando il mercato non
sarà più vincolato dalle tutele sociali imposte dalle leggi del
governo, quei governi che ancora pensavano al ruolo sociale delle
imprese pubbliche cresciute con gli aiuti di Stato in conformità e
come recita la Carta della Repubblica Italiana fondata sul lavoro?
A conti fatti le liberalizzazioni e le
privatizzazioni hanno amplificato la fame di guadagni delle aziende e
delle lobby che marciano e macinano profitti sulla fame degli altri.
Renzi. Gentiloni. Boschi. Alfano.
Etc etc etc ne sono a conoscenza?
martedì 25 aprile 2017
Alitalia, una storia infinita
Alitalia,
i lavoratori, chiamati ad esprimersi
con il referendum, hanno detto NO al preaccordo per il salvataggio.
Il "no" al preaccordo per il
salvataggio di Alitalia ha vinto nettamente, affermandosi con 6.816
voti, contro 3.206 sì, vale a dire con il 67%.
E sembra una nota giusta e
gistificabilissima se andiamo indietro nel tempo e rivediamo le
agevolazioni statali elargite dai governi per favorire il risanamento
e il rilancio della compagnia di bandiera.
Per Gentiloni e compagni hanno espresso
rammarico e sconcerto per l'esito del referendum. È, secondo i
ministri del governo Gentiloni, un risultato che mette a rischio la
ricapitalizzazione della compagnia.
A osservare attentamente il piano
bocciato dai lavoratori ma accettato e consigliato da sindacati e
governo non c'è menzione alla dirigenza che avrebbe dovuto salvare
l'azienda già dai tempi di Berlusconi.
È la sintesi delle politiche attuali,
asservite alle lobby di potere, che guardano con occhi attenti agli
interessi economici di una certa elite lasciando alla deriva gli
anonimi popolani che andranno a gonfiare le fila dei nuovi poveri.
C'è qualcosa che non funziona nella
società. La rotta che segna i destini della gente comune è
senzaltro sbagliata. I pensierosi timonieri se ne saranno accorti?
giovedì 5 settembre 2013
Fiat, Marchionne e il suv scaccia crisi
Sarà un caso? Dopo i reportage di Riccardo Jacona in tv, che hanno fatto vedere una Torino
impoverita
dalla strategia aziendale di Machionne, arriva la notizia
bomba:
“La Fiat investirà circa 1
miliardo di euro per la costruzione del nuovo Suv Maserati nello
stabilimento di Mirafiori. Il lancio della nuova vettura è
previsto per il 2015, quindi i lavori per la preparazione dello
stabilimento torinese iniziano da subito. La conferma è arrivata
ieri dai sindacati, tutti tranne Fiom-Cgil, al termine della riunione
con i vertici del Lingotto guidati dall’ad Sergio Marchionne.
«Abbiamo fatto un accordo che ribadisce che il contratto con la Fiat
è lo strumento che garantisce gli investimenti», ha spiegato Luigi
Angeletti (Uil). «A Mirafiori nelle prossime settimane
cominceranno i lavori tecnici per la produzione di un Suv della
Maserati. È un ottimo risultato. Poi toccherà a Cassino».”
Un SUV? Cioè, quando tutte le case
automobilistiche puntano sulle nuove tecnologie (la benzina è a
quota 2 euro, senza parlare dell'inquinamento e sfruttamento
ambientale) e offrire un parco macchine al passo coi tempi, la fiat,
propone un macchinario che bene che vada è indirizzato a chi ha
tantissimi soldi da spendere!
Forse è opportuno ricordare che la
ricchezza di Torino e zone limitrofe è derivata dalla possibilità
di spesa di tutti gli italiani, da quando, cioè, tutti potevano
permettersi una utilitaria.
Al momento, l'unico dato certo,a
seguito del presente accordo, consiste nella richiesta di proroga
della cassa integrazione straordinaria per gli operai fiat
lunedì 11 marzo 2013
soldi ai partiti ecco come li spende il PD
Quanto ci costa il PD?
Incominciamo col dire che tutti i
partiti non disdegnano i finanziamenti e il PD è tra questi.
Detto ciò, chiariamo:
Non è intenzione giustificare o
criminalizzare aspetti che porterebbero il discorso lontano dalle
esigenze attuali. E prima di continuare è necessario ricordare le
origini, la storia di un certo partito vicino alle esigenze dei
lavoratori: il Partito Comunista Italiano, ora Partito Democratico
(la stessa cosa vale per il vecchio Partito Socialista Italiano, data la comune radice ideologica).
Un tempo i vecchi dicevano di
tesserarsi al “partito” perché tutelava i diritti degli operai e
dei contadini.
In alcune sezioni si faceva a gara e i
deputati lasciavano il 50%, la metà del loro compenso di Onorevoli
Parlamentari e Senatori al partito.
Non si accettavano lasciti dagli
industriali e dai padroni che schiavizzavano i dipendenti men che mai
dagli schiavisti che guadagnavano sfruttando la salute di chi sudava
sangue.
Ergo: impensabile vedere assegni da
aziende come ILVA e FIAT attuali.
Ma perché Bersani e tutto il PD non
vuole cedere sul finanziamento pubblico ai partiti?
Semplice: il Pd senza questi soldi
rischia di fallire!
E ci sono almeno 200 tra giovani e meno giovani da tutelare. Anche Livia Turco è stata
"riassunta" dal Pd che, però, dopo le polemiche per il suo
compenso ha rinunciato allo stipendio. Ma gli altri no.
Tra questi due parlamentari in
aspettativa dalla vecchia Margherita e sette dai Ds.
naturalmente i soldi per pagare gli stipendi sono quelli dei rimborsi elettorali.
naturalmente i soldi per pagare gli stipendi sono quelli dei rimborsi elettorali.
E il pd, per queste ultime elezioni
dovrebbe ricevere 45 milioni di euro. Impossibile rinunciarvi!
Il Pd senza questi soldi rischia il
fallimento!
Pagare 200 dipendenti non è facile.
I democratici, secondo quanto scrivono
sul sito, riescono a sopravvivere grazie ai soldi dei rimborsi.
Iscriviti a:
Post (Atom)
Post suggerito
Le seduzioni dell'arte
Mario Iannino, 2007, a scuola di seduzione C'è un universo abitato da più categorie di persone che lascia spazi a gestualità inusu...
un pizzico di ... Sapore
Itinerari gastronomici e cucina mediterranea
post in progress
e-mail: arteesocieta@gmail.com
Dai monti al mare in 15' tra natura e archeologia
A spasso tra i luoghi più belli e suggestivi della Calabria