Inutile insistere.
Siamo, come dicono i francesi, in un cul de sac.
Siamo in un vicolo cieco! Diciamo in italiano. E, nello specifico,
a Catanzaro si prospetta un futuro
grigio per i cittadini sfiduciati, mentre per i candidati in
lizza che sperano di essere eletti in consiglio comunale e ricevere almeno per cinque anni uno stipendio potrebbero diradarsi le preoccupazioni economiche.
Che poi, se vincono gli stessi di sempre e facciano il bene comune
attraverso l'espletamento di una politica alta, come dicono, che guarda con occhi
attenti al benessere collettivo, questo non lo possiamo sapere a
priori. Dobbiamo vederli all'opera.
L'ignoranza per quanto attiene il fare
politica per servizio è enorme. O forse non sono ignoranti sono
proprio così: impediti perché non vedono l'altro come un fratello ma come un nemico da sconfiggere e sottomettere.
Ho assistito ad un faccia a faccia
televisivo: non ho resistito più di cinque minuti. La nausea per ciò
che ho sentito e la rabbia sono state tutt'uno. C'è stato chi ha
teorizzato sui “ripensamenti” lungo il cammino dei governi
passati cittadini e il relativo salto della quaglia nel campo avverso
facendo un elenco a ritroso del cambio di casacca dei rivali.
Le accuse si sono rimpallate da destra
a sinistra e viceversa.
Il candidato dei 5stelle poi ... non ne
parliamo. Meglio stendere un velo pietoso.
Ho spento dopo avere ascoltato l'unico
intervento decente, quello, cioè, dell'esponente del nuovo soggetto
politico “cambiavento”.
Ma davvero ci meritiamo questa classe
dirigente?
Senza contare le interviste telefoniche
suggerite probabilmente da qualche scienziato improntate su chi sarà
il probabile vincitore.
Cioè, si riducono a questo le
aspettative per Catanzaro?
Possibile che a nessuno freghi niente
della pulizia morale e dell'impegno disinteressato di amministratori
e amministrati?
Intanto le periferie languono nel
degrado salvo piccole aree interessate dagli interventi dei candidati
che riprendono il contatto con la gente, che parlano e offrono buffet
a fine comizio.
Basta così! Non mi sento di
schierarmi! Ma se proprio dovessi... il cambiamento non è un
azzardo. Forse è una possibilità.
Torneremo a parlare di cose pubbliche
quando ci sarà una classe dirigente attenta che fa davvero della
politica servizio ai cittadini, che non mortifica la qualità della
vita delle fasce periferiche in nome del bilancio comunale ma, che
vuole e cerca il confronto serio al di là delle appartenenze
ideologiche e ottempera a diritti e doveri.