Tardo pomeriggio. Il sole è adombrato
da una cortina densa. Fa caldo! I vestiti si incollano sul corpo.
Davanti a me c'è del movimento. Una danza lenta, sull'asfalto, ai
margini della strada e in prossimità dei cespugli che incoronano la
fiumara, due serpenti neri si strusciano in una danza antica dettatat
dall'amore.
Che schifo! Dico tra me. Eppure rimango
a guardare. Nonostante la sensazione stranissima e i brividi di paura
per l'inatteso incontro sono ipnotizzato dalla grazia con cui i
rettili si accarezzano.
Prendo il telefono e scatto qualche
foto. Loro forse non si sono neanche accorti della mia presenza. Io
continuo a scrutare lo spettacolo inatteso della natura. Quella danza
di primavera è un inno all'amore. Alla fertilità creativa.
Qualche attimo ancora. E poi, sempre
attorcigliati nell'amplesso, abbassano le teste e si trascinano tra
l'erba alta.
A loro senz'altro non gliene frega
noente del covid-19. Non sono a conoscenza della pandemia che
preoccupa noi umani. E non sanno neanche che le loro effusioni
destano, tutto sommato, invidia... 🙊🙊
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