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domenica 19 dicembre 2021

Il S. Natale visto dai ragazzi del quartiere Corvo

Gli echi del Natale nelle periferie.


Quartiere Corvo, Catanzaro. -presepe realizzato dal gruppo agesci scout cz10°
-

Arrivano ovunque gli echi delle notizie urlate o sussurrate dai tantissimi opinionisti accreditati e non.

A tenere banco in queste ore è la notizia che riguarda gli aumenti delle pensioni. Quasi tutti se ne fanno vanto tranne che due sigle sindacali: cigil e uil hanno fatto mobilitare gli iscritti ritenendo iniqui e inadeguati gli aumenti realmente toccati ai pensionati che percepiscono pensioni basse mentre la cisl li ritiene equi.


La nostra opinione vale a modificare gli effetti?

Sicuramente no! Ma la diciamo lo stesso:


Aumentare di pochissimi euro le pensioni minime non cambia la vita a quanti riescono a sopravvivere nella giungla consumistica tra bollette, fitti, condomini e spesa quotidiana. Tanto per capirci: da 400 passano a 403€ circa!

Gli aumenti sono inversamente proporzionali alle esigenze delle persone ma “adeguate” al tenore di vita e ai “gradini pensionistici” delle pensioni erogate, insomma chi percepisce pensioni più alte ha un aumento medio di 20/30 euro al mese contro i 2,3,4 euro dei pensionati a basso reddito. Ecco, quei trenta euro in più senz'altro farebbero la differenza nelle mani degli ultimi.

E poi c'è l'altra notizia.

Quella che ci assilla da diverso, Troppo tempo!

Il virus pandemico covid-19 e le sue innumerevoli ossessive terrorizzanti mutazioni.

Questo il clima del S. Natale 2021.


Catanzaro, gruppo scout Agesci, c/o chiesa Santa Famiglia, Corvo


I ragazzi che ho incontrato stamattina non sembrano porsi il problema della pensione, semmai è una realtà dei genitori o dei nonni. Ma sono coscienti dei drammi sociali e delle povertà indotte da un sistema consumistico poco accorto e che sembra lontanissimo dalle reali esigenze dei singoli e dalle famiglie che popolano l'enorme emisfero chiamato "stato sociale" debole.

Giovani coscienti della pericolosità del virus che marchia a fuoco questi tempi e semina lutti in ogni parte del mondo. Giovani che in cuor loro cercano di esorcizzarlo in base alle rispettive possibilità d'azione.

Imbacuccati e sorridenti costruiscono le capanne nell'aiuola difronte alla chiesa del quartiere corvo in Catanzaro. Il villaggio globale che dovrebbe ospitare il presepe vivente questa sera visto che ieri è stato annullato dall'improvvisa burrasca.

Sono i ragazzi del gruppo scout che, insieme a quelli del comitato di quartiere, rinnovano le tradizioni della Natività. E nell'occasione fanno una raccolta fondi per i bambini poveri.


venerdì 25 dicembre 2020

Babbo Natale scrive

Carissimi, oggi è Natale.

Oggi è il compleanno del Bambinello. Figlio di Maria e Giuseppe.

Conoscete la storiella, vero? Inutile quindi ricordarla. Meditiamo, invece, sul seguito. Cioè da come siamo riusciti a trasformare il lieto evento in una ricorrenza per lo più pagana che ha dimenticato il valore simbolico della Nascita e ha volto ogni pensiero al consumismo e alla voglia di vedere esaurire i desideri di ognuno di noi.

Le tantissime letterine che giungono a Babbo Natale parlano di desideri materiali. I bambini vogliono il computer, il monopattino, il motorino e le bambine la trousse di Barbie, i bambolotti che sembrano veri e i ragazzi iniziano a pensare a oggetti molto più costosi. Non chiedete e non vi aspettate le caramelle e, sia mai, il carbone anche se di zucchero voi adolescenti.

Per farla breve volete esaudire l'esigenza vorace del consumismo! E se qualcuno vi ricorda dei bambini, dei genitori, dei nonni che muoiono perché vittime delle ingiustizie umane, vittime delle organizzazioni criminali che alimentano coi proventi delle loro crudeltà il mercato degli egoismi, allora vi spazientite e, ad essere tolleranti, gli date del pazzo gli dite che cerca utopie. E per gli utopisti il mondo attuale non è il posto adatto a loro.


Ma oggi dobbiamo soffermarci un attimo e meditare su quanto sta accadendo:

il virus ci ha messo in una condizione di necessità. Una necessità che abbraccia e incorpora il sistema sociale mondiale. Tutti i settori sono colpiti. La produzione industriale è ai minimi storici.

I rapporti umani sono ai minimi storici! Ma le esigenze che noi stessi ci siamo inculcate rimangono e sono più potenti che mai.

Non volgiamo il pensiero al Bambinello povero nato per portare la buona Novella. Non meditiamo sulle sue parole e azioni tese al perdono, all'accoglienza e alla comprensione. No, niente di tutto questo!

Continuiamo a guardare il nostro ombelico. A esigere che debbano essere esaudite le nostre necessità. … le sofferenze e le ferite degli altri non sono nostre.

Eppure, questo Natale del 2020 è diverso per alcuni. Peggiore o migliore rispetto a quelli precedenti o futuri non lo so ma se facciamo attenzione alla sensibilità degli altri, non necessariamente delle persone lontane sconosciute, anche se non guasta, facciamo attenzione a non trattare male i conoscenti: i nonni, i genitori, i fratelli e le sorelle, i parenti e i vicini di casa. Regaliamo loro un sorriso, una carezza e non appena il virus ce lo consentirà tantissimi baci e abbracci.

Buon Natale, vi voglio un mondo di bene.

mercoledì 15 aprile 2020

Al riparo dai virus dell'ignoranza

Letture al tempo del covid-19.


Per chi ama leggere questo fermo imposto per decreto è una manna scesa inaspettata dall'alto.
All'esterno il rumore verboso avvelena quanto c'è di buono negli sforzi che il governo sta facendo per arginare il danno alla salute pubblica.
La squadra di governo si trova a fronteggiare, oltre che il virus, gli azzardi verbali dell'opposizione.

Se al parlamento europeo le forze di governo ottengono 80, l'opposizione chiede 160. i parametri non coincidono mai. Le forze di destra oppongono resistenze a ogni tipo di trattativa, calano sipari catastrofici e malumori tra i cittadini gettando fango su qualsiasi fronte.

Sarà pure il gioco delle parti ma è ora di smetterla con questi giochetti da saltimbanchi. Pericolosi per la salute e il bene dei cittadini italiani e anche europei.

Saltimbanchi che riescono a squarciare, lacerare il tessuto sociale e fare breccia nelle teste bacate che li seguono e nei poveri mentalmente che come primo e, forse, unico interesse da tutelare è la propria pancia.

La pancia piena!

Sarà un caso che questi signori non abbiano mai, o forse pochissime volte nella loro vita, aperto un libro? Un libro qualsiasi di saggistica, narrativa, storia?


E se approfittassero anche loro del fermo? Si mettessero belli comodi, anche sul cesso, là, in quel posto, nella stanza da bagno la concentrazione è sicura e si fanno ottime letture. Leggere, che so, anche una biografia degna di essere conosciuta purché non sia scritta da un “simpatizzante a oltranza”?
E allora, buona lettura a chiunque ama la vita nei suoi innumerevoli aspetti.

venerdì 21 febbraio 2020

Dalla Cina con rumore

È bastato il classico granello di sabbia per fare inceppare il meccanismo mondiale della finanza.

Fabbriche, supermercati, scuole, e tutto ciò che serve per socializzare, incontrare, scambiare, vendere comprare sono in tilt. Il colpevole è un organismo invisibile all'occhio umano. Terribile! Che fa comprendere le debolezze umane. E lascia pensare a chi ne ha voglia e facoltà al vero senso della vita.

Il corona virus! Ha messo in ginocchio l'economia cinese e via via il resto del mondo.
Il contagio non è stato isolato. Impossibile farlo.
Serve buon senso e buone norme di igiene personali.

Altro che guerra all'arma bianca. Questa sembra essere una guerra batteriologica seminata sulla terra da dispettosi numi.
Dei che, attraverso il dolore, intendono farci capire la caducità effimera dell'essere terreno. E l'inconsistenza reale in situazioni simili delle ricchezze accumulate.

Autori di sfruttamenti, depauperamenti ambientali, e altre mostruosità perpetrate per egoismi collettivi o personali sono esentati dal contagio? E per quanto tempo ancora?

È un virus costruito in laboratorio? Da chi? Perché?

La scienza, gli scienziati, se non al servizio dell'etica sono causa di mali inimmaginabili...

venerdì 23 aprile 2021

Restrizioni e libertà

L'ignoto è un elemento destabilizzante?

Dipende. Per alcuni trovarsi davanti a situazioni incognite è sinonimo di stimolo; input che spinge a trovare soluzioni supportate dalla conoscenza e dai saperi acquisiti. È così che si esce dall'impasse delle situazioni stagnanti opprimenti.

I criteri preventivi per contenere la propagazione del virus sono pressoché simili a quelli adottati per altre forme contagiose più comuni e meno invasivi.

Profilassi sanitarie, quali le inoculazioni vaccinali, il distanziamento sociale ma non l'isolamento isterico tra le persone e il corretto uso dei presidi meccanici (guanti, mascherine, indumenti idonei) e detergenti sono alla base delle attenzioni da adottare.

Ne consegue che anche le abitudini sociali, lavorativi e affettivi rischiano momentanee sofferenze per le mutate disposizioni igienico-sanitarie imposte, più che suggerite e divulgate con cognizione scientifica dagli esperti.

L'opinione pubblica sembra telecomandata. Soggiogata dalle notizie inquinanti e dannosi più dello stesso virus che miete vittime. L'eccesso disinformante di certa pratica televisiva e mediatica è dannosa. E le false notizie che rimbalzano sulle piattaforme amplificano maggiormente le paure. Non tutti sanno discernere. Analizzare pacatamente gli eventi e le situazioni.

Il terrore s'insinua nelle teste e fa danni sociali difficili da risanare.

Dovremmo, se mi è consentito, urlare di meno, anzi per niente, trovare uno stato interiore adeguato alla situazione contingente.

Rifugiarci nelle attività che aiutano a mantenere la quieta mentale. Leggere un buon libro. Ascoltare musica. Scrivere. Dipingere. Visitare musei on-line. E possibilmente intessere nuove amicizie e coltivare le vecchie che hanno in comune le attività creative appena suggerite. 

Gli strumenti per fare tutto ciò non mancano e il web potrebbe essere il medium eccellente per accomunare le affinità elettive.

La pandemia potrebbe essere da stimolo per cambiare mentalità relazionale. 

Il “mio” potrebbe diventare plurale, condivisione e conoscenza; il "nostro" ché l'inverso della proprietà difesa a oltranza, nascosta o sottaciuta per misere strategie di mercato.



Il dialogo svela le bugie. Dirada la nebbia e aguzza la vista. Il plagiatore, colui che millanta e ruba, rimane vittima delle sue malefatte davanti allo sguardo pulito degli eterni bambini consapevoli di essere al cospetto di un “ re nudo”.

mercoledì 13 maggio 2020

Pandemia, quanto ci ha cambiato?

Eccomi di ritorno dalla spesa. La solita fila ordinata. Il solito vigilantes all'ingresso del supermercato che gentilmente fornisce due buste che fungono da guanti. Coppie di coniugi che chiedono di poter entrare insieme. Gente di tutte le età fanno il paragone tra prodotti e prezzi. Carrelli semivuoti. L'emergenza iniziale non si ravvisa più. E la normalità sembra essere alle porte. Quantomeno da noi in Calabria che viviamo, apparentemente, di sole e ambiente pulito e che ci portiamo dietro secoli di sopraffazioni, piagnisdei e conflitti a parte, osserviamo le leggi dello Stato e, perciò, vorremmo essere coinvolti nelle gestioni emergenziali specie quando queste risultano essere impopolari e drastiche da attuarsi.

Per chi come me abituato a stare in sede, sono, come si suol dire, un pantofolaio, uno che preferisce stare a casa, riflettere e lavorare in fucina, l'effetto “domiciliari” imposto dalle misure governative per contenere la diffusione del virus non è pesato più di tanto e non ha sortito l'effetto “capanna” postulato dalla psicologia moderna. Anzi potrei affermare che la situazione di messa a dimora di alcune pratiche socializzanti si è dimostrata persino terapeutica per l'ambiente.

Quantomeno si è risolto il problema del buco nel'ozono. L'aria che respiriamo è più ossigenata e persino gli animali timidi come i cerbiatti si avventurano verso le periferie cittadine. È stato avvistato un esemplare sotto il ponte Morandi, lungo la fiumarella di Catanzaro. E, Per la prima volta si è parlato dell'avvistamento di un grosso cinghiale. Una bestia enorme quanto una cinquecento! Così lo ha definito una ranner che se l'è visto davanti durante la sua consueta corsa lungo il perimetro del quartiere corvo, periferia alquanto dimenticata del capoluogo calabrese.

Però adesso anche basta! Può bastare la chiusura e l'isolamento da appestati.

Lo stato di allarme ha imposto l'adozione di soluzioni estreme. E non tutti hanno reagito nello stesso modo. Vuoi per cultura. Per abitudini. E per necessità.

Dopo la lunga detenzione gli effetti dell'isolamento si presentano esasperanti per alcune categorie.

I soggetti deboli e quanti traggono sostentamento dal commercio soffrono maggiormente il lockdown, ovvero la chiusura totale o parziale delle attività lavorative rispetto ad altre categorie produttive. E Le serrande abbassate dei negozi, delle sale cinematografiche, dei musei, dei parchi giochi, ristoranti, bar, e quant'altro evidenziano nuovi problemi che sfociano in nuove necessità sociali se non addiruttura in nuove povertà visto l'indotto che ruota attorno alle attività imprenditoriali.

Dalla patologia sanitaria alla necessità sociale ed economica del paese il passo è breve.

Senza fare le pulci al mercato e senza difendere a spada tratta nessuno ancora una volta siamo difronte alla nascita di nuovi mostri mediatici. Personaggi che presenziano tutti i salotti televisivi e che hanno una risposta certa, categoricamente e scientificamente inoppugnabile, bontà loro, ai problemi della gente comune.

Rispondono, i tuttologi, ai quesiti esistenziali di persone portatori di handicap mentali e fisici comuni e non. Blindano spiagge e monti. Irrigidiscono la mobilità tra i confini geografici regionali, provinciali e comunali.

Sembra che ci sia una gara in atto per chi la spadella più grossa e la rende originale. Avendo, dato il tempo a disposzionine, la possibilità di ragionare e meditare sui mali e le storture creatasi dovremmo ricordare anche a noi stessi che siamo dotati di raziocinio cos'è bene e cos'è male!, che l'autoconservazione non è un optional e sa quando fare scattare il campanello d'allarme.

Non è un caso se le zone più colpite e che rimangono a rischio siano quelle col più alto tasso d'inquinamento atmosferico.
Come non è un caso se in Calabria la pandemia abbia portato paure e psicosi invece dell'ondata devastante del virus. E qui l'analisi si fa seria. Antropologica. Ambientale. Logistica.

Buon senso, quindi. Per la sicurezza e il bene comune. Osserviamo le regole ma senza esagerare con la caccia agli untori.

giovedì 14 ottobre 2021

The end

 Scriviamo la parola fine al film del terrore e all'isolamento sociale.

E' giunto il momento di scrivere la parola fine alla paura da covid?

Il comune buon senso suggerirebbe di sì! Visti gli esiti delle vaccinazioni e delle altre misure di prevenzione adottate la pandemia sembra debellata. Non ci sono più molti decessi e ricoveri d'urgenza nelle strutture sanitarie. Anche le rsa non soffrono. Insomma sembra che i presupposti ci siano per dire basta al terrore psicologico e iniziare un percorso a misura d'uomo. Ristabilire la normalità. E vivere! D'altronde, sempre stando ai numeri diramati dalle fonti ufficiali, la tanto declamata e sospirata immunità di gregge è stata raggiunta.


Perché, quindi, insistere con lo stato emergenziale?

Gli scontri violenti a cui abbiamo assistito in queste ultime ore sono il termometro della barbarie in cui stiamo precipitando. Buonsenso comune vuole e impone di abbandonare le leggi restrittive che, pur necessarie nei momenti critici, ora si presentano come mere disfatte del pensiero pragmatico.

Inutile e dannoso risulta il passaporto verde.

Il green pass inizia ad essere un espediente strumentale per certi aspetti e strumentalizzabile da altre posizioni in cui si pongono personaggi facinorosi per creare disordini e depistare l'opinione pubblica dai buoni propositi di quanti la pensano diversamente, pensiero giusto o sbagliato che sia non sta a me dirlo.

Il momento non è stato dei migliori.

Il virus ha mietuto tantissime vittime! E qui, è d'obbligo ricordarlo, se proprio dobbiamo imputare qualche colpa, l'errore principale è della politica gestionale della sanità nazionale e locale pubblica e privata che impone i numeri dei bilanci, quindi i profitti, alla salute dei cittadini. E in merito ai numeri le indagini riferiscono cifre altissime attorno all'affaire vaccini e presidi medici contigui.



Ma bando alle negatività possiamo convenire che ognuno ha fatto la propria parte e si è dato da fare per uscire dal pantano meno sporco possibile. Ecco, adesso è giunto il momento del bagno sociale. Un bagno rigenerante nelle cui acque lasciare diffidenze e personalismi inutili. Dobbiamo uscire ritemprati. Fiduciosi. E guardare con volto disteso e sorridente chi ci sta vicino.

Basta col pugno chiuso in senso di saluto. Abbracciamoci!, semmai con la mascherina ancora per un altro po' ma poniamo fine allo stato di terrore in cui ci ha prostrati il virus.

L'immunità di gregge è raggiunta! E il green pass, se pure potrebbe essere visto come un ulteriore tassello alla prudenza, è, per certi aspetti, uno strumento inutile e destabilizzante.

Buon senso vorrebbe, invece, che si dessero più strumenti alle strutture sanitarie affinché non si ripeta più un evento simile.

venerdì 21 febbraio 2020

Coronavirus, 14 casi in Lombardia

Corona virus, 14 casi in Lombardia.

In Cina il mercato dell'auto ha una perdita del 90% circa.


Il virus decima persone e economia. Fabbriche, strutture connesse l'un l'altra. Bar, punti ristoro, supermercati, piazze d'incontro e socializzazioni, per sicurezza sociale sono messe in quarantena.

In Lombardia il cerchio sanitario si chiude attorno ai comuni del lodigiano.

Un'ordinanza che vieta ogni attività di aggregazione in 10 comuni del Lodigiano. La ha annunciata l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera durante la conferenza stampa sulla diffusione del coronavirus. I comuni interessati sono Codogno, Casalpusterlengo, Castiglione d’Adda, Maleo, Fombio, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, San Fiorano, Castel Gerundo. Per una settimana i residenti sono invitati a restare in casa.

Nessun allarmismo!
Siamo preparati e ci stiamo muovendo per contenere il contagio. Lo assicura il ministro Speranza presente al vertice lombardo.

venerdì 2 aprile 2021

Vaccini o terapia anti covid?

Se dopo tutto il tempo passato ci troviamo ancora a parlare e peggio subire il virus del covid-sars2 significa che siam sulla strada sbagliata. Quelli che sono stati immessi sui mercati non possono essere ritenuti vaccini ma terapie. Cure. Al pari di un farmaco contro i raffreddori o altro.

Il vaccino serve per immunizzare da un determinato ospite indesiderato il corpo umano. Lo abbiamo visto e sperimentato contro la malaria, la poliomielite etc.

Invece il problema pressante, la malattia del secolo continua a invaderci, a rimanerci addosso. Ragion per cui significa che le soluzioni fin ora trovate e messe in campo non sono da ritenersi le più adeguate per risolvere il caso pandemico. Insomma non garantiscono l'immunità ma aiutano a restare in vita salvo effetti collaterali.

Il vaccino dovrebbe immunizzare essere d'ostacolo e inibire i virus patogeni, secondo una elementare logica.

Con questo non voglio dare controindicazioni alla campagna vaccinale che tutti i governi impongono alle popolazioni! Intendo dire, secondo logica e buon senso, di essere più cauti.

Cauto il mondo scientifico che nonostante l'impegno brancola nel buio se si lascia aggirare dalle varianti e non riesce a salvare vite inoculando un siero efficace.

Cauta la politica nel redigere leggi e divieti che si dimostrano e diventano obblighi assurdi per i cittadini alla luce dei fatti.

E più cauti noi ma non diffidenti!



martedì 3 marzo 2020

Covid 19 Basta allarmismi

Insomma, ci dobbiamo preoccupare seriamente oppure no?

Le aperture dei giornali sono concentrate tutte sui numeri dei contagi del corona virus nel mondo.

Nessun continente e nazioni escluse dall'infezione che secondo i dati scientifici sembra provenire dai pipistrelli.
Nessuna origine pare sia chiara. Cina o altra località non fa differenza e non dà per certo l'origine del focolaio. Almeno così dicono gli studiosi che stanno lavorando sull'origine del virus.

Alcuni imputano ai governi l'errore per l'eccessiva tutela nel fare tamponi e la divulgazione dei dati dell'analisi. Il cittadino comune assorbe le notizie e rimane terrorizzato.

Non tutti sono razionalmente vigili e aggiornati sui fenomeni del contagio da covid-19.
L'occasione sembra propizia agli sciacalli. C'è chi vende placebo inutili e chi urla contro il governo.

Il caos regna le menti e i comportamenti della gente comune?

Non sempre! Basta prendere le dovute misure. Lasciarsi andare con o senza mascherina tanto il più delle volte è inutile e bearsi della bella giornata. Approfittare del sole che illumina e fare lunghe passeggiate in riva al mare o tra i boschi. Insomma stare all'aria aperta! E adottare le regole elementari dell'igiene personale.

giovedì 4 marzo 2021

Draghi, SanRemo, AstraZeneca, vaccino che non c'è e covid

Si vieta l'esportazione del vaccino oltre l'Europa e qualcuno grida VITTORIA!


È evidente che si è persa la bussola. La guerra tra poveri è iniziata da un pezzo. Vige il vecchio ma sempre attuale “mors tua vita mea”. E speriamo che io me la cavi. Dopodiché può anche venire il diluvio!

La paura della sopravvivenza offusca ogni benché minima ipotesi di raziocinio. I valori umani vanno a puttane! E chi ha più soldi e ricchezze si sceglie la più attraente. Ma stiamo scherzando?

Piuttosto che unire le forze per impegnare in un lavoro corale gli istituti di ricerca scientifici, ricercatori e virologi di ogni Paese, così da debellare davvero il virus covid-sars19 e iniettarlo gratuitamente si esulta e si grida con enfasi per avere bloccato una spedizione di fiale destinate altrove piuttosto che rifornire i centri anticovid europei.

Complimenti alla politica e alle strategie di Draghi! Bravi. Bravi tutti.

Vogliamo dirla tutta?

Non sembra che i risultati raggiunti siano davvero soddisfacenti. Si continua a morire! E il virus continua nella sua inarrestabile azione infettando specialmente le fasce più deboli e esposte all'indigenza.

Intanto è partita la giostra dello zoo mediatico di Sanremo. 

Questo evento, che pare abbia toccato il fondo distoglie i più irremovibili fans della kermesse sanremese e anche chi, almeno per quei pochi minuti che saltando da un canale all'altro riesce a sopportare le cagate pazzesche di chi ha deciso di continuare, nonostante tutto, a vivere

venerdì 1 maggio 2020

Santelli vs Conte e il lavoro come strategia che manca

Dpcm Conte vs decreto Santelli.


Si sta giocando una partita importante sulla pelle degli italiani.
Il momento è serio per non dire drammatico. Le voci messe in circolazione sono simili alle bandiere mosse dal vento. E anche in un momento delicato qual è l'attuale non mancano le strumentalizzazioni politiche che sembrano lisciare il pelo alle lobby.

Nei fatti c'è un dpcm governativo che, nolenti o volenti, è da tenere in mente. E poi ci sono i rumori strumentali periferici delle regioni e dei comuni.

Interessi economici. Strategie di parrocchia e quant'altro dovrebbero tacere non per puro moralismo o tensione emotiva che si sta diffondendo peggio del virus ma per non alimentare sospetti velenosi tra forze avverse e semplici cittadini.

L'isolamento ha creato voragini enormi negli strati sociali. Tra vecchi e nuovi problemi occupazionali. Ripensamenti e nuove forme di lavoro le povertà sono aumentate.

Povertà economiche costringono intere famiglie a cambiare le priorità del vivere quotidiano.
Senza menarla per le lunghe non si capisce la strategia della Santelli. Il suo remare contro.
Non si capisce la chiusura netta nei confronti di chi vuole per necessità rientrare in Calabria come previsto nell'ultimo dpcm del Governo e l'apertura delle strutture sociali locali destinate al commercio e all'inevitabile assembramento che potrebbe facilitare la trasmissione del virus.

L'ammiccamento ai proprietari di barche, bene non comune ai più; l'apertura dei locali pubblici … insomma scelte dal sapore e dal colore politico partigiano piuttosto che analisi oculata per il bene della collettività.
E poi l'app immunity che dovrebbe tracciare e conteggiare gli ipotetici contagiati che non fa altro che aumentare le paure e i sospetti. Senza contare il chiasso mediatico che sta impoverendo chiunque e le assurde misure poste a tutela della salute pubblica dopo gli scempi perpetrati nella spesa sanitaria nazionale e locale, gli insulsi tagli che hanno pregiudicato il diritto alla salute di un ampissimo ventaglio sociale. Senza dimenticare i ticket, le code interminabili davanti agli sportelli delle asp per le prenotazioni specialistiche che, se va bene, soddisfano le urgenze dei malati ad un passo dalla morte e oltre.

In sintesi si parla, anzi si litiga su tutto ma non si fa un piano strategico che risani i mali che hanno portato il servizio sanitario nazionale al collasso. Senza dimenticare i nervi scoperti resi ancora più sensibili dalla globalizzazione che ha portato le aziende e gli imprenditori avidi a delocalizzare intere fasi produttive in paesi dal fisco leggero e le criticità occupazionali prodotte dalla chiusura delle eccellenze made in italy.

I numeri sono chiari ma basta! Non servono! Serve un piano serio. Servono proposte incoraggianti che non stimolino ansie e sospetti ma speranze.

Serve il lavoro! Cultura del lavoro sostenibile! Serve  una nuova coscienza sociale che metta la persona al centro delle decisioni politiche e che guardi alle esigenze reali dei bisogni della collettività.

mercoledì 6 maggio 2020

No ad app e restrizioni delle libertà, Sì a fondi alla ricerca scientifica

Troppe notizie girano attorno al problemone che tiene in ostaggio la quasi totalità del mondo.


Esperti a non finire.
Titolati e non si ergono dietro cattedre più o meno istituzionalizzate ma rese credibili dai mass-media per pontificare teorie, spiegare, sviluppare teoremi. Verità assolute! Per certi aspetti inconfutabili dal resto della platea. I saggi diffondono saperi avvalorati dai test e dalle statistiche, fanno le pulci e proiettano scenari catastrofici sul domani.
Volano stracci tra gli "scienziati". Virologi più o meno affermati si contraddicono l'un l'altro.

E che cazzo!

In questi mesi abbiamo sentito e visto di tutto.

Abbiamo subìto, attanagliati dalla psicosi del contagio, l'isolamento. L'uso delle mascherine, dei guanti e dell'igiene minuziosa personale. Adottato la distanza sociale! E visto sull'uscio di casa, di chi condizionato dall'overdose mediatica sulla contagiosità dell virus, le scarpe contaminate!, lasciate lì, sullo zerbino al rientro dopo avere fatto la fila al supermercato per la spesa settimanale!

Sanificazione! È un imperativo categorico assoluto, trasformatosi in terrore sociale.

Tra le molteplici, eccessivamente inutili tavole rotonde attorno al tema covid-19, si son fatti strada emeriti sconosciuti diventati familiari per la frequentazione assidua nei programmi tv a larga diffusione popolare.

I Nomi degli scienziati si sono srotolati nei palinsesti insieme a quelli degli esperti che muovono domande e provocano dubbi che rimangono spesso tali perché prive di risposte esaurienti.

E' Giusto tutto questo?

La giostra mediatica continua la sua frenetica corsa. Tra girandole di notizie e gli affari correlati alla pandemia si alimenta il vortice dell'instabilità sociale.

Le paure sono tangibili.

Basta ascoltare le opinioni della gente in attesa durante le file che si formano davanti agli ingrassi delle attività consentite dalle restrizioni.
E' una psicosi collettiva! che rasenta paure psicologiche indotte dall'eccessiva e massiva dis-informazione.

Buon senso! Buonsenso! non psicosi si deve diffonfere… meno parole e più fatti. Provvedimenti seri che vadano al di là delle semplici proposte d'intenti degli agitatori che dimostrano più attenzione alla cura del proprio orticello politico e di potere piuttosto che al bene comune.

Libertà! Quindi! e se necessario anche defenestramenti di inetti e cerchiobottisti.

Libertà e attenzione per i deboli. 
Attenzione e cura dell'ambiente, rispetto delle norme elementari del vivere comune che sono alla base delle civiltà. Non app o altre diavolerie traccianti ma buon senso e educazione nel rispetto delle libertà. E indirizzare le risorse verso tematiche serie e importanti per debellare il virus.
Risanamento e potenziamento del comparto sanità nazionale e la relativa elargizione di fondi alla ricerca scientifica.

Buon lavoro Conte! le persone serie e concrete sono al tuo fianco!


domenica 12 aprile 2020

In merito al MES, basta ipocrisia

Nella situazione in cui siamo adesso è da stupidi litigare per questioni di lana caprina come la scelta fatta nel 2011 dall'allora governo italiano. Volutamente non do un nome perché gli “errori” in politica si fanno e se ne continueranno a fare. Non si tratta di errore la contrapposizione dialettica che destabilizza le già stanche risorse mentali degli italiani e degli europei alle prese con il covid-19.

La pandemia colpisce tutti. Colpisce e infetta il mondo intero. Miete vittime specialmente laddove regna la povertà. Lì la gente oltre che difendersi dai morsi della fame, dal freddo e dal caldo, senza un tetto decente sulla testa deve fare i conti con un male invisibile che stringe alla gola e ischemizza i polmoni lasciando senza ossigeno il corpo.

In un momento simile mi sarei aspettato che i cosiddetti “dirigenti di partito” si mettessero al servizio della gente dimenticando l'etichetta che si sono dati.

 La morte non guarda alla tessera che si ha in tasca o all'ideologia che si catechizza. Destra e sinistra, centro compreso, ridotti a simboli senza significato per il virus che attacca indistintamente le cellule umane. Non guarda in faccia nessuno! Il corona virus avanza anarchico tra la gente. Vola e s'insinua nell'apparato respiratorio e poi deturpa la vita dei deboli.

Ecco. Prendiamo a monito le parole di Papa Francesco: Solidarietà! L'Europa e la classe dirigente deve dimostrare solidarietà. È una questione d'intelligenza politica e anche economica.

ps. ho letto l'articolo del “Corriere della Sera” e trovo esaustivo il percorso storico sul mes. Lo consiglio a chi è interessato a chiarirsi le idee. Anche per porre un limite alle faziosità partigiane.

giovedì 5 marzo 2020

Coronavirus 1° contagio in Germania e da lì al resto d'Europa

Secondo l'analisi delle mutazioni genetiche del virus covid-19 pare che l'inizio del focolaio sia avvenuto in una azienda di Monaco dopo la visita di una collaboratrice proveniente da Shangai.

La ricostruzione mostra una sorta di albero genealogico del virus e indica il focolaio tedesco come probabile alimentatore silenzioso della catena di contagi che s è propagata in tutta Europa.

Molti casi sono collegati in Europa e in Italia.

Analizzando il percorso e le mutazioni genetiche del coronavirus, gli studiosi hanno rilevato che è entrato in Europa più volte.

"Dal primo febbraio circa un quarto delle nuove infezioni in Messico, Finlandia, Scozia e Italia, come i primi casi in Brasile, appaiono geneticamente simili al focolaio di Monaco".
Il paziente 1 di Monaco aveva mostrato i primi sintomi il 24 gennaio, dopo aver incontrato una collega proveniente da Shanghai, poi risultata positiva. Nei quattro giorni seguenti sono risultati positivi anche molti dipendenti della stessa azienda tedesca.

Il caso, diventato celebre a fine gennaio come esempio della capacità del coronavirus di trasmettersi anche in assenza di sintomi, è reso pubblico dagli studi scientifici.
Sebbene la sede dell'azienda fosse stata chiusa dopo la comparsa dei primi casi, i ricercatori ritengono che il focolaio di Monaco possa essere collegato a una buona parte dell'epidemia in Europa, compresa l'Italia. "Il messaggio importante - rileva Bedford - è che il fatto che un focolaio sia stati identificato e contenuto non significa che questo caso non abbia continuato ad alimentare una catena di trasmissione che non è stata rilevata finché non è cresciuta al punto da avere dimensioni consistenti".

Lo studio della mappa genetica è pubblicato sul sito Netxstrain, fondato e diretto dal gruppo guidato da Trevor Bedford, del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle.

Non per questo dobbiamo lasciarci andare a facili isterismi né tanto meno dobbiamo sentirci autorizzati apuntare il dito accusatorio contro qualcuno. Dobbiamo solo prendere atto che il momento è serio! Dobbiamo seguire le direttive sanitarie dettate dai governi e dagli specialisti.
Senza allarmismi! Prendiamo coscienza che non si tratta di un semplice raffreddore o broncopolmonite. Dobbiamo attenerci alle regole elementari dell'igiene personale e stare in guardia fintantoché la scienza non sarà in grado di produrre il vaccino.

sabato 27 febbraio 2021

Io sono Vita

Ogni cosa è illuminata. Luci e ombre svelano il carattere della superficie ma per sondarne le profondità serve una attenta analisi e la dovuta attenzione per ogni singola situazione esperienziale.

(ogni volta che scrivo “cosa” riemergono le sollecitazioni scolastiche e l'esortazione specifica dei docenti a definire in maniera appropriata e non generica i soggetti. Ma, per economia, specie in questa era che brucia e invita a bruciare tempi e tappe, capita spesso di doverla usare ricorrendo e sperando anche nella libertà poetica e deduttiva dei lettori).

La "cosa" che più turba e che ha caratterizzato questo ultimo periodo ha una definizione scientifica che è entrata nel lessico quotidiano di ognuno e si identifica con la terminologia “sars-covid-19” e successive varianti.

I nuovi infettati sembrano essere una enormità e i numeri trasbordando dai media contaminano e amplificano le paure di chiunque.

Cinese; inglese; brasiliana; scozzese... ad ogni nuova scoperta di varianti è associata la nazione in cui si sono manifestati e scoperti i nuovi ceppi. Sembra che non se ne esca più tanta è l'enfasi statistica dei casi.

Intanto i soliti predatori ingrassano sulla salute pubblica. (faccendieri compresi)

Le case farmaceutiche e i laboratori che hanno studiato e trattato gli antidoti /che pare non abbiano nessuna certezza di garanzia, tant'è che pretendono la sottoscrizione di una liberatoria/, dettano leggi e priorità in quanto a prezzi, somministrazione e distribuzione delle dosi. 

Lontani dal pensiero di Albert Sabin il medico che scoprì e  donò il vaccino per combattere la poliomielite all'umanità senza imprimere nessun marchio per esclusivi arricchimenti.

Lasciamo per il momento alla enorme squadra di tecnici la gestione di questa “cosa” che riguarda tutti.

Ragioniamo un attimo sulla sorte e sulle modifiche che questa situazione è riuscita ad imporre e determinare i comportamenti individuali e sociali e che, volenti o no, siamo costretti a subirla.

Subiamo la possibilità dell'esposizione al virus. E subiamo le determinazioni che i politici e i tecnici chiamati al capezzale della pandemia per gestirne effetti e salute pubblica.  e noi, nel nostro piccolo privato dobbiamo proteggerci dall'eventuale contagio.

Già si era impossessato di noi un altro virus, subdolo, misto di apatia ed egoismo che non abbiamo saputo riconoscere e arginare. Persino gli abbracci erano mirati alla soddisfazione del proprio ego. E i baci alla soddisfazione della libido che non è mai in difficoltà.

In sintesi le esperienze e i rapporti interpersonali erano già in bilico da un pezzo e questo momento così drammatico li ha amplificati. Si ha paura di abbracciare gli affetti in carne e ossa e non si possono celebrare come consuetudine i sacramenti.

Tanto altro ancora potremmo elencare ma risulterebbe una inutile quanto effimera esercitazione di scrittura creativa.

Da pittore affido il mio sentire poetico alla simbologia conosciuta e scarabocchiata anche sui muri e alle cromie che illuminano i miei pensieri trasformandoli in lavoro creativo.

"io sono vita" abbraccio essenziale-


domenica 1 marzo 2020

Taglio parlamentari Sì o No?

Il prossimo 29 marzo dovrebbe esserci il referendum sul taglio dei parlamentari. L'effetto “corona virus” ha messo in secondo piano la chiamata alle urne dei cittadini. E i giornalisti della carta stampate e delle tv, seguendo l'onda emotiva, hanno ritenuto opportuno dedicare il tempo alla questione “virus” anziché rendere edotti i cittadini sul referendum.

I social sono abbondantemente gonfi di comitati e schieramenti favorevoli o contrari al NO.

Ognuno, secondo il proprio modo di intendere la politica e la democrazia parlamentare, adduce motivazioni che, per un certo aspetto, potrebbero essere anche condivise.

Populismo. Taglio di poltrone. Tagli allo spreco della casta. Democrazia e rappresentatività delle regioni.

Questi i temi presi a esempio, enfatizzati o sottaciuti, dagli schieramenti.

Nessuno però ricorda, in maniera obiettiva, come sia stata modificata negli anni la Costituzione dai partiti e quindi dai parlamentari a scapito della reale democrazia e della rappresentatività popolare.

Spulciando tra le news la nota dell'ANPI risulta la più onesta intellettualmente.

Nello stralcio che allego si analizza il percorso e l'intento democratico della rappresentatività cui la Carta è vocata.

Allora perché non rivedere la proposta di referendum a monte e la relativa legge elettorale modificata secondo criteri che diano reale rappresentatività democratica agli italiani?

E’ falso che con tale legge aumenterà l’efficienza dei lavori delle Camere, perché si renderà invece precario e macchinoso il funzionamento delle commissioni e degli altri organi del Parlamento. E’ demagogico esaltare il risparmio di costi derivante da tale riduzione, perché si tratta di una cifra sostanzialmente irrilevante rispetto alle dimensioni del bilancio dello Stato. La verità è che questa riforma, mal congegnata, risponde ad una logica populista ed antiparlamentarista, che aumenta il discredito verso la democrazia, insistendo sul tema dei suoi “costi”, spesso necessari per un suo corretto funzionamento, verso le istituzioni democratiche, riducendole a “poltrone”, verso gli eletti, sprezzantemente definiti “la casta”. Non solo: questa riforma pone l’Italia fra i Paesi europei col più alto rapporto fra numero di cittadini e numero di parlamentari, rendendo più difficile proprio la rappresentanza, difformemente dall’orientamento dei Costituenti che avevano invece inteso garantire un corretto rapporto fra numero di eletti e di elettori. Per di più occorrerà riscrivere immediatamente la legge elettorale, al fine di garantire la presenza in parlamento, a rischio, con tale riforma, di tante forze politiche, e rivedere i criteri di elezione del Presidente della Repubblica da parte dei grandi elettori delle Regioni.
Per queste ragioni l’ANPI prende posizione per il NO al prossimo referendum operando, com’è sua tradizione, in piena autonomia anche organizzativa in ogni aspetto dello svolgimento della campagna referendaria non aderendo di conseguenza ad alcun tipo di comitato, e ponendo al centro del dibattito pubblico una più ampia riflessione sui continui tentativi di manomettere la Costituzione, che invece, oggi più che mai ed in ogni sua parte, conferma straordinari elementi di attualità e di modernità. Ribadiamo l’assoluta necessità di una reale attuazione delle disposizioni costituzionali, che ancora oggi sono disattese in parte rilevante, e l’urgenza di ribadire e rilanciare la centralità del Parlamento rispetto al potere del governo, sempre più esteso e incontrollato, all’abuso di decreti legge e di voti di fiducia, alla prassi di spostare al di fuori del Parlamento le sedi del dibattito e persino delle decisioni proprie delle Camere. Più in generale, davanti alla crisi economica e sociale da cui l’Italia non è mai uscita da un decennio, occorre finalmente operare per la realizzazione concreta dei principi costituzionali in merito al lavoro, alle imprese, alla sanità, alla scuola, ai servizi, all’ambiente, alla cultura, al paesaggio, alla legalità, alla solidarietà, all’eguaglianza, alla pace.

domenica 15 marzo 2020

Strade vuote in città e quarantena volontaria

Non che gli altri giorni siano totalmente diversi ma oggi, sarà per via del coronavirus e dell'allerta con l'hashtag #iorestoacasa ch'è diventato un gioco virtuale per dire al mondo intero come ci si sente ad essere costretti tra le mura domestiche, mi sembra davvero di camminare in uno di quei set cinematografici ambientati nei giorni dopo l'apocalisse.

I presupposti non mancano.

Siamo ostaggi di un virus sconosciuto. La ricerca scientifica ci sta sbattendo la testa ma ancora non riesce a trovare il bandolo della matassa. Si va a tentoni. Negli ospedali s'intubano i contagiati. Unica cura certa è l'ossigeno per bloccare la polmonite causata dal covid-19. Oltre alla terapia farmacologica col tacilizumab, intuizione di un dottore che cura con il farmaco in questione l'artrite reumatoide e la conseguenziale broncopolmonite che attacca i pazienti affetti dalla grave forma di artrite reumatoide, ora in sperimentazione nei vari ospedali alle prese con i contagiati dal corona virus.

L'allarme è palpabile. 

I cittadini sovrastati dal terrore dell'infezione non escono di casa. Rimangono serrati dentro. Al massimo escono dai balconi per non sentirsi soli. E Accomunati nell'isolamento dalla paura contagiosa cercano di esorcizzare il momento con i flash mob postati sul web.

Aver compagno al duol scema la pena. Si diceva un tempo.

Intanto io resto a casa e per me non è un problema. Add'ha pass'a' nuttata.

sabato 11 aprile 2020

La nostra Pasqua in casa

Il procedimento per fare il pane in casa è lungo e ci vuole una buona dose di pazienza.
Il tempo non manca visto che siamo tenuti a stare in casa fino al 3 maggio si può iniziare a evitare qualche uscita. Limitare le code per la spesa.
Decidere di non recarsi dal fornaio e farselo da soli può risultare terapeutico.


L'impasto, grosso modo è lo stesso della pasta della pizza, con qualche accorgimento e qualche ora di lievitazione in più si può fare.

L'occorrente è il solito kg di farina; il lievito madre, ma anche quello di birra va bene se non ce l'abbiamo a disposizione; un pizzico di sale e, naturalmente il forno.

Le nostre madri impastavano la sera, poi toglievano un pugno di pasta e la riponevano in un contenitore per trasformarla in lievito madre. Il resto dell'impasto serviva per panificare la mattina seguente.

Un miracolo. La trasformazione, la pasta che cresce, il profumo che inonda la casa è un miracolo prodotto dalla sapienza antica delle nostre donne di Calabria.

Strano pensare come in questi giorni le case diventavano ricettacoli di odori più dolci, aromatizzati. Paste frolle decorate con uova a forma di grandi ciambelle anticipavano di qualche giorno la Santa Pasqua. Le “cuzzupe”, consumate nelle scampagnate di pasquetta nelle gite fuori porta non sono tanto desiderate. Preferisco il pane. Forse a causa della permanenza forzata imposta dal virus che ha sovvertito tutte le abitudini nelle differenti forme sociali, in Calabria e nel resto del mondo.

È una Pasqua di “martirio” questa del 2020. ma, se pensiamo alla storia di Gesù morto in croce, la nostra è una misera penitenza, una sciocchezza al suo confronto.
Le sofferenze inflitte dai soldati, il martirio in croce, la violenza gratuita degli aguzzini, gli sputi e gli insulti della folla che fino a qualche giorno prima lo osannava; lo strazio della madre prostrata ai piedi della croce che lo vedeva morire lentamente senza potere fare niente

Questo vale per i credenti. Dirà qualcuno. È vero! Allora scrutiamo nel presente laicamente. Pensiamo agli sbarchi dei fuggiaschi provenienti dall'Africa. Agli extracomunitari in cerca di pace e dignità per la persona. … Cosa, ancora siamo distanti? Bene. Pensiamo ai terremotati. Ai senzatetto, i barboni che si addormentano sulle panchine o in stazione e non si risvegliano. Pensiamo ai nuovi poveri. Pensiamo a chi soffre negli ospedali o soli in casa. Pensiamo! E godiamo delle piccole gioie che ancora la vita ci dà.

Buona Pasqua di resurrezione!

giovedì 14 luglio 2016

Prima della fiducia la diffidenza

Impalcature mentali e relazioni sociali


La diffidenza è, a volte, uno scudo protettivo; per alcuni è sinonimo di protezione.
La diffidenza è l'armatura che protegge dall'ignoto.
Innalziamo teorie dettate dalla paura e le facciamo agire come agisce un anticorpo contro i virus per preservare il nostro, quieto, raggiunto, benessere.



Si diffida delle persone sconosciute. Delle promesse fino a che non seguono i fatti. E si diffida persino da chi si conosce da tempo immemorabile allorché ci sono interessi da tutelare in ballo.

Siamo fatti così. Prima vogliamo conoscere chi ci sta d'avanti, la sua storia, e dopo, se lo merita, forse, gli diamo piena fiducia. Ma sempre con il beneficio dell'inventario. Cioè mai al 100%.

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