Italicum il treno per la salvezza di chi?
Italicum. Se è il nome di un nuovo treno a noi del sud non ce ne fotte niente! Dove dovrebbe andare se la tratta jonica è stata smantellata e la tirrena è frantumata come la pazienza?
Chi si sta interessando di rinnovare la
politica si è dimostrato attento alle formule ai presenzialismi in
tv e alle passerelle in bici per far vedere di essere salutista.
Nel presunto nuovo disegno di legge
elettorale non si ravvisa niente che possa dare fiducia agli elettori
perché ogni virgola è chiaro, è suggerita dai convincimenti dei segretari più forti. Cioè quelli che pensano di essere alla guida
dei maggiori partiti.
Non so, ma posso immaginarlo, come mai
il relatore sia uno di forza italia.
E mentre la riunione alla Camera slitta
per accattivarsi i voti e far scendere la pillola alla lega nord abbassando la soglia dall'8 al 5% iniziano i contatti coi partiti che
sono rimasti fuori dall'incontro dei divi.
Ovviamente non piace ai partiti
piccoli. Ma cosa ha previsto l'asse Renzi-Berlusconi per evitare che
si scindessero in gruppi e gruppuscoli gli scontenti trombati dei
grandi partiti dopo le elezioni?
L'assedio continua!
Intanto nel PD i giovani
quarantenni si scagliano contro i “vecchi”.
Più che una rottamazione ha l'aria di
una epurazione soffice. La Serracchiani tuona contro il
ministro Zanonato per la crisi Electrolux che rischia
di chiudere la fabbrica di Porcia. Debora (con o senza lh?)
Chiede le dimissioni del ministro pd perché secondo lei non ha
saputo gestire la crisi della fabbrica della sua regione.
Anzi, per l'esattezza afferma “Nella
gestione della crisi Electrolux il ministro Zanonato ha dimostrato di
non avere l’equilibrio necessario per ricoprire il suo delicato
incarico: dovrebbe dimettersi”.
Dal canto suo la proprietà Electrolux.
ha messo «sotto osservazione» tutti i suoi stabilimenti italiani e
su 6000 occupati, dopo un taglio di 1000 unità, vuole lasciarne a
casa altri 500.
Da giorni è in corso un martellamento
delle due regioni interessate, il Veneto ed il Friuli,
che attraverso i rispettivi governatori Zaia e Serracchiani,
premono sul ministro Zanonato e su palazzo Chigi perchè il
governo scenda in campo.
Niente di nuovo, purtroppo, nelle
politiche aziendali attente solo a guadagnare e quindi delocalizzare
gli stabilimenti laddove i governi garantiscono meno tasse e
controlli e dove i diritti non sono mai nati. Scappa da dire.