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giovedì 30 maggio 2019

Ci salveremo?

C'era una volta

Come tutte le favole anche questa inizia così:
C'era una volta la classe operaia. Donne e uomini deboli culturalmente che si fidavano dei leader di quello che allora doveva essere il partito dei lavoratori. Organismi nati per fare emancipare le classi meno abbienti. Contadini. Operai. Lavoratori in genere.

Cittadini che per ragioni diverse erano sfruttati dai latifondisti, dagli industriali e dai ceti che detenevano il potere economico e sociale non ancora del tutto scomparso nonostante le lotte per la democrazia e le parità.

C'era dignità e passione nelle lotte per l'emancipazione sociale. Dirigenti e operai si confrontavano spesso. Ci si dava del “tu”!
C'era rispetto! Nonostante tutto. E i partiti di sinistra non guardavano allo spread o alla parità di bilancio. Nella scala dei valori c'era anzitutto la salvaguardia dei deboli.
Il confronto con la classe dominante era serrato ma franco. Difficilmente si facevano “sconti”.

Pci. Psi. Dc. E gli altri partiti sorti nel primo dopoguerra e nel corso delle lotte studentesche del '68 poi scomparsi a seguito degli oltranzismi delle lotte cruente, guardavano ai deboli e alla loro tutela in tutte le forme.

Lo stato sociale, il welfare come è definito adesso, era tenuto in considerazione e tutelato dai padri della costituente tant'è che diversi articoli della Carta Costituzionale lo rammentano.

C'era una volta... appunto.
Oggi si guarda al proprio ombelico. Mentre la paura del diverso ci assale, ci imprigiona in un abbraccio letale dando spazio ai nuovi despoti. Qualcosa senza dubbio si è rotto!
I vecchi partiti sono morti negli scandali della prima repubblica. I magistrati e gli inquirenti hanno messo a nudo grandi e piccole pecche di personaggi insospettabili.
Dallo scandalo delle “lenzuola d'oro” venuta fuori nel 1988, madre delle tangentopoli che mostrava il metodo di finanziamento illecito ai partiti, metodo che ancora tarda a morire, prese l'avvio una ipotetica Repubblica riveduta e corretta dall'azione del pool “mani pulite”. Inutile dilungarci.
E se Ferruccio de Bortoli nel suo ultimo libro dice fiducioso “Ci salveremo” perché, ha, appunto, fiducia negli italiani, non per essere bastian-contrari o catastrofisti ad ogni costo ma perché si constatano ogni giorno fatti di malaffare nelle istituzioni, pare che i lupi perdono il pelo ma non il vizio.

Peccati di cui anche i cosiddetti partiti di sinistra che hanno ereditato personaggi e la storia gloriosa del passato non sembrano esserne esenti.

Ci salveremo?

domenica 19 maggio 2019

chi ha paura del migrante?

Quando il bisogno primario è impellente il resto è irrilevante.
Dove per bisogno primario s'intende la necessità di sopravvivere, la sopravvivenza impone atti estremi che esulano dalle farneticanti teorie sovraniste e spocchiosi nazionalismi urlati nelle piazze e cavalcati per scopi elettorali.

L'unione degli stati europei è, citando le parole del presidente Mattarella, il più bel sogno che abbiamo potuto realizzare negli ultimi anni. È vero, si deve fare meglio questa unione. Si deve valorizzare e attuare il concetto di solidarietà per una società più equa. Una società composta da persone e non metta al primo posto nella scala dei valori i mercati e l'economia in generale.

Una unione d'intenti che, oltre ad abbattere i confini geografici, abbatta con determinazione le disparità sociali tra i popoli e sappia accogliere quanti necessitano di una mano tesa per riuscire a sopravvivere e tirarsi fuori dall'inferno delle guerre e dagli interessi dei grandi signori che affamano i territori occupati dalla loro ingombrante presenza.



Africa. Calabria. Italia. Venezuela. In una parola: World. Dappertutto c'è qualcosa da aggiustare. Vediamo il bicchiere mezzo pieno e collaboriamo insieme a chi soffre. Non diamo ascolto ai rumori elettorali. Lasciamoci trasportare dall'empatia, ragioniamo col sentimento che spinge alla fraternità e accogliamo chi è nelle condizioni peggiori delle nostre.
Enfatizzare sul bicchiere mezzo vuoto non porta a niente se non al terrore di vedere mostri anche laddove non ci sono.
Ascoltiamo e facciamo nostre le parole di Papa Francesco. Lanciamo salvagenti ai migranti e abbracciamoli. Anche noi siamo stati migranti.
Togliamo il cappio dal collo dei bisognosi, siamo tutti esseri umani con le medesime sacrosante necessità.

martedì 12 marzo 2019

Prospettive future per i giovani

È nato un bambino. Poverino!, ha già un debito di 35milioni di lire... Questo di diceva nella prima repubblica. Però, in compenso il nuovo nato poteva sperare nella scalata sociale. Sì, perché lo Stato ancora garantiva alcuni punti fermi sanciti nella Carta della Repubblica Italiana.
Il diritto allo studio per i meno abbienti e la possibilità di salire qualche gradino della scala sociale grazie alla preparazione e alle attitudini dei singoli cittadini.
Insomma, quello che adesso è sotto la voce “meritocrazia”, altra parolaccia coniata dal politichese ma che difficilmente è attuata davvero.

"In Europa"
Riepilogando: i nuovi nati erano sì gravati da un debito pubblico che contagiava la collettività ma avevano un futuro possibile da fare proprio. C'era chi aspirava alla libera professione, dottori, avvocati, ingegneri ma anche parrucchieri, sarti, calzolai, estetiste. Sbocchi aperti a chiunque!

E oggi?

Oggi ci sono altre regole da rispettare!
Il diritto allo studio è solo sulla carta. E i mestieri non sono spendibili sul mercato se appresi nelle botteghe dei “mastri” maestri artigiani. Serve una qualifica, un attestato rilasciato da uno dei tantissimi corsi professionali istituzionalizzati dai sistemi e dagli organismi locai regionali e statali.

E i nuovi nati? Trovano ancora il debito pubblico ad attenderli ma non la fiducia del futuro. Le nuove mansioni richieste dal mercato del lavoro vedono i lavoratori ridotti a semplici numeri sottopagati e per niente tutelati. In compenso, se sono davvero poveri, vivono da soli con un reddito ISEE da fame, insomma al limite dell'indigenza, raggiunta la maggiore età possono provare ad accedere al reddito di cittadinanza. ...

domenica 11 febbraio 2018

Sulla pelle degli altri

Oh guarda chi c'è!
Ritorna. Più di qualcuno ritorna dimostrando affabilità. E riproponendo come se fosse la prima volta impegno e fedeltà alle sacrosante questioni del lavoro e della famiglia. Alla cultura!
Pacche sulle spalle. Qualche rimprovero bonario per l'assenza involontaria all'immancabile passeggiata in piazza. “Ma che vuoi. Siamo troppo impegnati. Comunque ci si sente su wazapp o feisbuk. A paroposito l'hai letto quel msgino? Mi raccomando. Ci tengo! Ma teniamoci in contatto dai... dopo le elezioni sono a tua disposizione”.


La guerra all'ultimo voto è iniziata da un pezzo. Donne e uomini impegnati a mantenere il potere politico si rifanno vivi. Promettono il mondo.
C'è chi invoca uguaglianza e diritti. Chi mette in primo piano la persona e il diritto alla vita; chi invece vuole e ritiene giusto incoraggiare i mercati invogliando a scommettere sull'Italia. Parole che antepongono per lo più la ricchezza dei mercati ai valori umani. E giù tutti a dire la propria ricetta salvifica: fuori gli immigrati, senza però conoscere i drammi che queste persone sopportano dai caporali e dai datori di lavoro: un euro a cassetta ed è grasso che cola se a fine giornata sono riusciti a guadagnare 20€. senza contare che la loro giornata si quantifica in 13/14 ore di lavoro nei campi a raccogliere agrumi, pomodori e quant'altro.

E c'è anche il nodo inps da sciogliere. I gradini della Fornero. Le pensioni d'oro intoccabili. Le baby pensioni degli statali, cioè gente che è in pensione da oltre trent'anni e che forse fanno un doppio lavoro a discapito di tanti che il lavoro stentano a trovarlo.
Insomma è un ginepraio difficile da districare ma che tutti i concorrenti al parlamento e al senato tirano fuori dal cilindro e sbavano.

Ma è di questo che abbiamo bisogno?

venerdì 2 febbraio 2018

Alla mensa dei poveri

Trovare lavoro è difficile. Intendo un lavoro serio e dignitoso. Un'occupazione che dia senso all'essere e al fare delle persone.

La logica attuale incentrata sul profitto delle aziende e anche sulle risorse economiche dello Stato condiziona le politiche occupazionali. Assistiamo a decisioni impensabili. Solo fino a qualche anno addietro i diritti acquisiti erano intoccabili. Le maestre e i maestri diplomati al “Magistrale” erano titolati all'insegnamento nelle scuole primarie e dell'infanzia. E una volta vinto il concorso, nessuno, salvo eventi straordinari che esulavano dai conti della pubblica amministrazione, si sognava di rimuoverli dall'incarico. C'erano da fare i corsi d'aggiornamento. Ma questi erano e sono tutt'ora inclusi nel percorso formativo.
La buona scuola di Renzi non ha funzionato! Eppure sarebbe bastato un po' di lungimiranza e comprensione. Sarebbe bastato mantenere e confermare lo stato acquisito dei docenti vincitori di concorso. Esaurire l'iter in vigore per ripartire in un secondo momento con le nuove regole.
Invece no!
Sembra che qualcuno goda ad emanare sadiche decisioni nascondendosi dietro la coperta della “legge Fornero” per quanto concerne pensioni e assistenza sociale erogata dall'inps ma anche in altri ambiti come la scuola e il lavoro in generale.

L'esistenza dei singoli è condizionata dalla ricchezza materiale. I datori di lavoro impongono le loro scelte. Per ultimo amazon che, con la scusa di “guidare” i lavoratori all'interno dei magazzini per trovare la merce e velocizzare il compito di ricerca” propone un braccialetto elettronico munito di memoria, di fatto potrebbe rivelarsi uno strumento di controllo dei lavoratori.

Intanto i “vecchi” sono messi all'angolo. Dai 50anni in poi non c'è posto per nessuno nel mondo del lavoro. Persino lo Stato coi vari provvedimenti definiti lpu e lsu, voucher o buoni lavoro, ha sfruttato il lavoro dei “vecchi” lavoratori congedati, loro malgrado, dalle fabbriche di vecchia concezione che per stare al passo coi tempi hanno chiuso e delocalizzato le produzioni.

La politica ha illuso. E dopo infinite parole ha partorito anzi ha abortito le modifiche alle pensioni: APE, APE SOCIAL coi relativi gradini e le colonne montanti.
Se lavorare è quasi vincere alla roulette andare in pensione è utopia. Sarà per questo motivo che le mense dei poveri sono sempre piene?

venerdì 12 gennaio 2018

Commercianti brava gente

Al danno la beffa! Non c'è altro da dire.
Sembra una presa per il culo l'avviso messo in cima al contenitore delle buste di plastica dei supermercati.

“Gentile cliente … Siamo costretti, nostro malgrado ad applicare obbligatoriamente il costo di 3 centesimi ad ogni sacchetto per alimenti sfusi …”.
Nel decreto si indica una cifra da 1 a 5. e qualcuno obietterà che ci va di lusso. Solo 3 centesimi! E loro, poverini, costretti a non eludere le leggi ed evitare anche sanzioni amministrative si adeguano.

Tre centesimi non sono niente in confronto alle grandi cifre ma se li sommi per 5 varietà e per almeno 4 volte la settimana... .

Ora, non voglio malignare, ma da quando Renzi, e dopo di lui Gentiloni, un ex presidente della legacoop è chiamato a fare il ministro delle politiche sociali e del lavoro non è che le cose in questi campi siano migliarate. Anzi! Le gaffes e le determinazioni prese dimostrano le inefficienze e la cattiva visione dei problemi sociali.
Vogliamo ricordare qualcosa?
Abolizione dell'art.18 dello statuto dei lavoratori.
Tutele crescenti. Jobs act. Insomma una serie di decisioni che hanno annientato anni di conquiste democratiche per i lavoratori e maggiore tutela per i predatori che dopo avere fagocitato con ingordigia gli aiuti di Stato hanno pensato bene di chiudere le fabbriche e quanto offriva la minima dignità connaturata al lavoro per delocalizzare altrove i posti di lavoro.
Persino l'impiego nei call center contribuiscono a fare la storia contemporanea della fame di lavoro in Italia. E chi ha una cuffia cerca di tenersela ben stretta e incollata all'orecchio.
Che dire? La classe politica è ben lontana dalla realtà e dai bisogni degli italiani.

Il 4 marzo si avvicina. Meditiamo...

domenica 10 dicembre 2017

Don Gallo, gli insegnamenti

Andrea Gallo. Il prete di strada.


Ogni volta che lo vedo e ascolto le sue parole è come fare il pieno di speranza, il web è pieno!, le sue parole rimangono vive come la sua figura di prete di strada che parla alle persone e si fa comprendere.
Non parla del paradiso in termini astratti ma, con parole semplici, invita i giovani ad alzare la testa e difendere la democrazia. La libertà! Che lui difese e conquistò insieme ai partigiani quando aveva appena 17 anni e mezzo.

Era un prete sui generis. Un uomo come pochi! Che sapeva parlare e si faceva amare dagli ultimi. Quelli che solitamente sono messi ai margini proprio dalle persone che dovrebbero tutelare la dignità delle donne e degli uomini.

Con l'esempio e la parola, don Gallo, ricucì in parte lo strappo tra gli abbandonati e la società. Ed è guardando alla sua azione e a quanto era forte il fermento sociale negli anni '60, 70 e 80, che quanto accade oggi sembra avere vanificato ogni conquista sociale e culturale.

Secondo don Gallo, il prete di strada, siamo in una crisi di sistema, ed io concordo.

Viviamo nell'era delle A.
A come apparire. A come avere. A come accumulare...

diceva di essere figlio spirituale di don Bosco, dopo avere incontrato Dio a vent'anni attraverso un altro salesiano. Diventato presbitero è venuto per servire... “io propongo, non impongo” diceva.

Uno può anche porsi l’impegno della bontà, ma se non ha l’obiettivo del bene comune sarà buono solo con se stesso o al massimo con i propri familiari e vicini. Bisogna far crescere e maturare il senso civile della collettività e dell’utilità comune. Non basta la bontà. Diceva il don.

E “Il potere sa che se tiene l’oppresso e il povero nell’ignoranza avrà gioco facile”.

sabato 2 dicembre 2017

Pane, lavoro, dignità. Nuove e vecchie frontiere.

Sembrava un ricordo lontano, la fame.
Fame di giustizia e di riequilibrio sociale. Esigenze acquisite e messe da parte attraverso le lotte nelle fabbriche e nelle università.
Il lavoro fortificava la dignità delle persone e spingeva verso alti traguardi.
Si discuteva di scuola e inclusione. Cultura. Impiego costruttivo del tempo libero. Solidarietà!

Superata l'esigenza materiale e risolto il dramma del sostentamento familiare, la pace sociale sembrava essere a portata di mano.
I saperi, la conoscenza indotta o acquisita dai libri, infondevano serene certezze.
Certezze che sembrano essersi frantumate una dietro l'altra dalle recenti scelte.

Il sistema “lavoro” è cambiato. Le esigenze individuali e collettive sembrano fattori secondari rispetto alla necessità dei mercati.
La famiglia, i soggetti deboli, i figli e gli anziani sono un ostacolo sociale, non ricchezza!

L'intelligenza artificiale non ha emozioni. Non ha affetti a cui pensare. I robot sono programmati per eseguire determinate azioni. Si sperava, date le prerogative, che fossero impiegati per alleviare la fatica dei lavoratori ed essere utilizzati nelle faccende gravose e pericolose. Cosicché, lavoratrici e lavoratori potessero dedicare il tempo libero o le rinnovate risorse in maniera costruttiva per se stessi, in famiglia e nella società.

Purtroppo il castello illusorio è crollato sotto la reale esigenza imposta dall'economia globalizzata e dall'insano e irreale concetto dei mercanti.

È ancora lontana e difficile da raggiungere la terra dell'eden.  

giovedì 16 novembre 2017

Strategie politiche e il lavoro che non c'è

Dopo avere mandato in frantumi lo stato sociale e azzerato le tutele, maciullato i lavoratori ma non i vertici corrotti la sinistra (si fa per dire) si divide. Da una parte gli irriducibili che comunque hanno permesso che si arrivasse a ciò. Dall'altra i cosiddetti moderati che pur di portare avanti l'agenda si dicono disposti a coalizzarsi con i partiti che la pensano allo stesso modo.
Questo è ciò che accade ai vertici.

Nella base della piramide, i qualunque, i senza peso, costretti ad eseguire e soccombere senza possibilità di scampo le decisioni calate dall'alto.

Il malcontento è visibile. I governi sono succubi delle aziende. Ma le aziende guardano esclusivamente agli utili e sono pronti in qualsiasi momento a chiudere le fabbriche laddove non conviene per delocalizzarle nei paesi in cui la tassazione permette lauti guadagni.

La globalizzazione, (nel caso eu gli imprenditori privi di scrupoli guardano con benevolenza ai paesi dell'est) consente una certa elasticità che l'Italia ha dato abbondantemente e per questo laddove un tempo c'era benessere adesso c'è fame e disperazione.
Il nord non richiama più i flussi di operai e tecnici, impiegati e insegnanti del sud.

Inutile fare la cronistoria di quanti posti di lavoro si son persi per colpa della globalizzazione e il decentramento delle fabbriche nei paesi dell'est. Ed è altrettanto inutile continuare a inseguire le farneticanti teorie di Boeri e Poletti. E neanche i discorsi rassicuranti di Gentiloni producono la tranquillità delle famiglie. E poi, la geniale idea del bonus nonni che aiutano i nipoti.
Ridicoli! Se sono queste le soluzioni che riescono a tirare dal cilindro è meglio che vadano a scuola.

Ci vuole coraggio! Per attuare la politica dello svecchiamento nei posti di lavoro dove ancora c'è la possibilità di impegnare il corpo e la mente in attività produttive.
Il turn overe tanto caro alla sinistra che lottava per i diritti dei lavoratori è un lontano ricordo. Archeologia del tempo che fu!
Non è allungando la messa a riposo dei dipendenti in virtù dell'aspettativa teorica di vita che si sana l'inps. Ma procurare lavoro e dignità di vita alle persone, ai giovani! Svecchiare i posti di lavoro anche attraverso forme di part time solidale laddove è possibile.
Tutte cose che gli im/prenditori famelici non vogliono e che la politica asservita concede...  

venerdì 20 ottobre 2017

Povertà.

(Appunti quotidiani di un giorno qualunque).

 

Illuminami! Chiedo alla forza che governa la vita e la morte terrena. Ilumina tutti.

La follia domina le menti e ordina azioni inumane.
Si uccide in nome di una religione.
Si governa il potere in nome di una politica che mortifica l'intelligenza.
Si edificano cattedrali religiose per esaudire bramosie terrene.
Tutte Volontà prettamente umane volute da ipotetiche entità celesti. E da ambigui domini sorridenti.

Politiche umanitarie, attente e soggiogate dall'economia, muovono le nostre azioni.
La potenza del denaro condiziona le civiltà. Ieri come oggi.

La fame rende schiavi.

L'uomo anziano, in attesa, nel parcheggio del supermercato, si avvicina titubante, timoroso, chiede qualche spicciolo.
Pelle e ossa. Si scusa. Ma ha fame! E senza soldi è difficile eludere i cassieri.
Minuto. Capelli bianchi e barba rasata da qualche giorno. Ringrazia. Mette le monete in tasca e si dirige all'interno. Contando mentalmente quanto fa un etto di mortadella e un panino.

Il falco cala improvviso. S'avventa sulla preda. Il ratto corre. Cerca la salvezza tra le macchine e i cespugli. Inutilmente.

venerdì 6 ottobre 2017

Catalogna, Inghilterra e Usa, che hanno in comune?

Nazionalismi.


La ricca Catalogna vuole il divorzio dalla madre Spagna ma vuole rimanere in Europa.
La potente Inghilterra, uscendo dall'EU, ha tentato di mantenere i benefici offerti dall'essere membro dell'Europa Unita ma pare che ci siano molti punti oscuri da rivedere.

L'America di Trump, guidata da teorie nazionaliste, vuole rivedere unilateralmente l'adesione all'ONU e i rapporti con i paesi che non consumano americano mentre all'interno del territorio a stelle e strisce vigono varie forme di pensieri “razziali” che determinano le teorie e le aspettative di vita.

In Italia forse siamo al fotofinish della tormentata storia politica dello jus soli. Anche da noi l'economia nazionale influisce sul welfare.

In sintesi, nessuno tocchi la mia proprietà. Il mio essere. La mia bandiera rivisitata e corretta dagli egoismi dettati dalla materia.

Dopo anni di crescita economica e culturale, sottacendo per il momento le ingiustizie pepretrate sui popoli deboli, l'attuale crisi economica scoperchia il vaso di Pandora e lascia liberi le contraddizioni tenute sotto pressione.

Non guardiamo ai grandi e non prendiamo esempio da loro. In questi ultimi tempi va di moda l'autodeterminazione e difendere anche ciò che si ritiene essere la ricchezza prodotta entro i limiti territoriali.
La storia serve a ben poco! D'altronde è scritta sempre dai vincitori. Perciò, abbattiamo le ovvietà, lasciamoci guidare dall'intelletto sano e dai pensieri che incitano alla comprensione e alla pace interiore.


giovedì 5 ottobre 2017

Malasanità

Davanti ad un evento come la morte non ci sono se o ma. Quando giunge l'ora fatale si è inermi. Impauriti, forse. Malati e parenti, disarmati già al pronto scoccorso dai codici che inducono tutti all'attesa prima del verdetto.

Ma quando la macchina perfetta s'inceppa qualcosa non va nell'organismo. Inutile correre in ospedale e affidare le proprie ansie alla scienza specialmente quando questa è commissariata e condizionata dal piano di risanamento economico.
La malasanità accoglie con fredda diffidenza malati e congiunti. Non sempre chi sta oltre il vetro comprernde o intuisce l'origine del malessere che fa piegare in due il paziente. La decodificazione dei sintomi è banalizzata dai sanitari del pronto soccorso forse perché temperati da grandi traumi quali incidenti stradali, infarti, ictus. Ma questo no! Non ha vistose ferite.
L'anamnesi non lascia dubbi.
Lamenta solo un maldipancia. Codice verde! E lunghe ore di attesa si prospettano per i malcapitati.
Niente esami complessi. Costano troppo!
Qualche pasticca e il paziente ritorna a casa.
Trascorre la notte nel proprio letto. Dorme. Lentamente l'energia vitale cessa d'irrorare la carne e le ossa. I tessuti sono avvelenati dalla parte in necrosi dell'intestino. Blocco intestinale! Si saprà dopo.
Intanto, a causa del troppo lavoro emergenziale e dell'elevato costo sanitario che ha bloccato sulla sedia del prontosoccorso in codice verde un “banale caso di maldipancia” una vita si è spenta.

Fatalità? No! Malasanità.

sabato 9 settembre 2017

Ape social, un bluff?

Ape social. Arrivano i primi responsi.

Molti rimarranno delusi.


Sembra la solita presa in giro all'italiana la motivazione con cui l'INPS rigetta la richiesta di accesso all'ape social ad una persona di 64 anni che da circa venti anni è disoccupata e priva di ammortizzatori sociali quali la disoccupazione o altro ma che però ha versato nelle casse dell'inps 30 anni di contributi da dipendente, co.co.co e altre diavolerie escogitate di volta in volta dai governi che si sono succeduti.

La motivazione del rigetto ha dell'assurdo.
Sembra una beffa alla sana condotta di chi ha deciso di darsi da fare e lavorare in proprio senza pretendere o pietire alcunché dagli organismi delegati dallo Stato per salvaguardare i cittadini che rimangono privi del lavoro.

La lettera dell'INPS ha del ridicolo.
Forse è colpa del burocratese locale che si limita a eseguire alla lettera le direttive nazionali: “gentile signore, siamo spiacenti nel comunicarle che non è stato possibile accogliere la domanda in oggetto per il seguente motivo:
non si trova nella seguente condizione:
disoccupato a seguito di cessazione del rapporto di lavoro  da almeno tre mesi etc etc.,.. e da almeno tre mesi godere della prestazione per la disoccupazione spettante...”.

Cioè, essere disoccupati da oltre dieci anni non vale. non godere, nel frattempo, della disoccupazione è stato un errore. e un ulteriore errore è essere a carico del coniuge! Avere comunque versato i contributi come dipendente e in gestione separata da collaboratore non è stato sufficiente.
Lo Stato è lontanissimo dalle esigenze delle persone.
Sembra suggerisca:
Arrangiati come hai fatto finora oppure muori. Ma se proprio hai la pelle dura resisti fino ai 65 o oltre che se nel frattempo non cambia niente avrai la pensione sociale per raggiunti limiti di età.

Cari Renzi e Gentiloni, l'avete studiata bene questa legge che ha dato speranza a moltissimi cittadini rimasti senza lavoro non per loro espressa volontà ma per quello strano concetto di mercato del lavoro imposto dalle imprenditorie discutibili e dai governi farlocchi che favoriscono lo sfruttamento e il licenziamento “per giusta causa”.

C'era stata speranza in Monti ma ha saputo tagliare risorse anche lui solo ai deboli perché i potenti si son saputi tutelare. Le pensioni d'oro erano e sono tutele acquisite...

lunedì 5 giugno 2017

Innalzano muri? Creiamo speranze!

I grandi della terra, interrogativi e disfunzioni:

Indottrinamenti, esasperazione o follia?

chi guida i kamikaze...


La violenza è una costante. Esiste da quando è nato il mondo. Mai, però, come in questi ultimi tempi, accadono stragi incomprensibili. Assurde per chi ha cuore e cervello con un minimo di sensibilità.

Impensabile immaginare uomini sconosciuti che si scagliano contro esseri inermi con ferocia. Uomo contro uomo all'arma bianca. Coltelli con lame da 30cm insanguinati. e corpetti imbottiti di dinamite.
Bassezze disumane che non possono essere considerate azioni “religiose”. Assalti purificatori in una società dedita al vizio.

Quale vizio si imputa a chi esce il sabato sera e si intrattiene con gli amici sorseggiando birra mentre mangia un panino e ascolta musica? E come possono pensare di diventare martiri gli assassini che spengono vite?

Le stragi sono fenomeni imprevedibili portate a termine da gente senza scrupoli e senza Dio, qualunque sia il nome coniugato nelle diverse religioni.
Dio, se esiste davvero, voglio credere che sia un'entità d'Amore. È padre e madre insieme che ama i figli. Tutto il resto è semplice elucubrazione di qualche mente malata che si nasconde dietro alle credenze popolari.

È qualcuno che trae profitti dalla paura e dall'instabilità che segue. È qualcuno, più di uno, che fa dell'instabilità un business. È scaltro, lucido venditore di morte! Che manda al macello ragazzi drogati dagli imbonitori, assoggettati dalla miseria e vittime della emarginazione culturale e sociale. Facili prede dei guru mediatici che indossano parole inebrianti che inneggiano ad un dio minore e promettono paradisi e vergini. Ma qualcuno li ha mai visti? È mai tornato qualcuno dall'eden a raccontare queste favole?

No! ragazzi. Amate. Gioite. Sappiate combattere le storture della società nel modo giusto.
Accogliamo insieme e condividiamo. Diamo fiducia all'altro. Spargiamo positività e spegniamo i pensieri sul nascere. Abbattiamo le pareti su cui si basa l'egoismo che genera intolleranza, sfiducia e odio.

Non è con la violenza che si cambia il mondo e neppure le ingiustizie e le diseguaglianze sociali.
quando accadono questi eventi drammatici mi viene alla mente qualche riga lasciata da Seneca: “non è il cielo sotto cui vivi che devi cambiare ma la tua mente se vuoi che il mondo migliori”.

L'attacco terroristico di Londra ha numerose letture e con una miriade di sfumature, i sociologi che presenziano i media hanno di che misurarsi, questo attacco animale abbraccia, anzi sintetizza il malessere del secolo che dall'emarginazione ai respingimenti producono le nuove povertà morali e materiali coniugati in eccessi e follie.
Il nuovo nazionalismo di Trump e l'uscita dall'EU dell'Inghilterra alzano muri culturali enormi. Offuscano l'orizzonte. Evidenziano l'avere, antepongono il possesso economico all'essere sociale enunciato da grandi pensatori come E. Fromm nel suo "Avere o essere?".

martedì 10 gennaio 2017

Preferisco il benessere collettivo

Alcuni scrittori, giornalisti e opinionisti cavalcano l'onda del malcontento comune e attizzano gli scandali della politica che governa le cose comuni per assicurarsi che cresca la fama e, di conseguenza, il loro conto in banca.


È gioco facile gettare due righe o impostare un romanzo “verità” sulle mafie, le collusioni, i poteri forti. Meno facile è portare avanti inchieste con onestà intellettuale e far sì che il lavoro svolto giovi alla società intera.

Mafia capitale. Il sacco di Roma. Le scelte della politica dimostratesi nel tempo enormi errori ai danni dei deboli sono elementi su cui riflettere pacatamente. Sviscerare fatti e prove concrete. Pro e contro con animo scevro da condizionamenti partigiani.

martedì 3 gennaio 2017

Francesco, faro d'amore

Siamo passati dalla torcia al gas, dalla lampadina a incandescenza all'illuminazione led. Eh sì, il mondo è cambiato grazie all'ingegno umano.

Quanto, l'evoluzione tecnologica ha liberato l'uomo dalla schiavitù della fatica e in che percentuale lo ha reso libero dal lavoro usurante?
La società ha trovato benefici dall'avvento dei robot in fabbrica e il loro utilizzo nelle occasioni pericolose?
Parrebbe di no!

Il poco lavoro rimasto è diventato ricatto sociale, chimera per i più e nuovo schiavismo.

La teoria del lavoro robotizzato non ha portato dignità e benessere, come si pensava. Non ha dato tempo libero da impegnare nella cultura e nella solidarietà. (…)

le migrazioni forzate e rese improrogabili dalla miseria e dalla fame dei popoli marginalizzati dalla povertà tecnologica e dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo rappresentano la negazione intellettuale di quanti la determinano e di quanti girano la testa dall'altra parte anziché indignarsi schierandosi dalla parte dei deboli e degli sfruttati.

mercoledì 12 ottobre 2016

GB, Italia: Referendum destabilizzanti

CAMBIAMENTI. Pericolosamente Inutili


Secondo alcune teorie di pensiero i riformisti sono per il cambiamento mentre i conservatori preferiscono i processi consolidati.

Molti avvenimenti inusuali sono accaduti in questi ultimi tempi.
Dapprima, sembrava, che, finalmente, prendesse corpo la tanto desiderata storia dell'Europa Unita. Fiduciosi nelle parole di Prodi e quanti hanno lavorato perché ciò accadesse abbiamo accolto con favore i cambiamenti. Tutti, quindi, sotto la stessa bandiera blu con le prime 28 stelle, una per ogni nazione che la componeva.

Abbattute le frontiere siamo cittadini europei senza più bisogno di passaporti per circolare negli Stati Membri. Unica moneta, l'€. ma differenti politiche, di questo ce ne siamo resi conto cammin facendo. E qualche Stato come la Grecia ha pagato un eccessivo castigo per colpa della politica dissennata interna che l'ha portata al fallimento. E, l'Europa Unita, l'ha aiutata per davvero? Ha mantenuto l'equilibrio tra i ceti sociali oppure ha preteso rigorose azioni per contenere il debito pubblico?

lunedì 25 luglio 2016

Terrorismo nasce dalle disuguaglianze sociali

Invertiamo la rotta, dividiamo le ricchezze equamente.
Prima che sia troppo tardi.


La disperazione dei paesi poveri si traduce in morte e violenza!
Non ha nessun valore la pelle dei poveri. Le popolazioni in difficoltà nella migliore delle ipotesi sono oggetto di scambio. Gli scafisti caricano la carne umana sulle carrette senza scarpe perché così pesano di meno e ne possono stivare qualcuna in più. Preferiscono i bambini perché loro suscitano pietà e pesano poco, malnutriti come sono.
Le foto dei bambini ossuti coperti dalle mosche spopolano sui social. Tutti si sentono in dovere di pubblicare un commento accorato, una faccina triste o allucinata, senza, purtroppo, che alla reazione segua qualcosa di più concreto. È la nostra cristianità pelosa che guarda dalla finestra le disgrazie degli altri e si commuove .


sabato 23 aprile 2016

L'Italia i giovani e il potere

Ho fiducia.

Ho fiducia nelle giovani menti quando dicono di volere cambiare il mondo.
giovani e potere
(installazione, gentile concessione arch. iannino)
Anche la mia generazione si è data da fare per cambiarem in meglio la società. Puurtorppo lungo il
viaggio molte argomentazioni sono cambiate, manipolate strumentalmente a volte in buona fede per dare risposte immediate al malessere sociale.

Negli anni della contestazione studentesca, stagione unica e intramontabile, (gli studenti di qualsiasi era sono e saranno sempre alla ricerca continua di startegie politiche per arginare i sopprusi sociali imputabili ai padri e aprire il varco temporale che conduce gli sfruttati nell'eden tranquillo dettato dal benessere terreno) i figli del '68 si scherarono contro i padri.

lunedì 29 febbraio 2016

L'altra Europa

L'uomo è un animale programmato più che dalla sua cultura dai suoi bisogni e pur di mantenere il benessere raggiunto è capace, in sintesi, di vendere l'anima al diavolo.
I fatti recenti lo dimostrano, purtroppo, ancora una volta.
Cosa pensare quando intere nazioni costruiscono barriere per limitare la libertà degli altri che, secondo il misero pensiero dominante, potrebbero minacciarne la presunta tranquillità economica? E che dire dei mercanti di morte? Non fa differenza se fanno affari vendendo sogni di rinascite su altri territori o vendono armi, droga, documenti, commerciano derrate alimentari infette, distraggono fondi destinati ai bisognosi, violentano donne inermi e bambini.
Sono sempre e comunque assassini in cravatta e doppiopetto che nascondono i loschi affari dietro una parvenza di perbenismo.
courtesy M. Iannino
"l'altra Europa"

L'Europa, gli stati uniti d'Europa si chiudono a riccio davanti alla diaspora del secolo e l'Italia, che diventa passaggio obbligato dei popoli in fuga attraverso il Mediterraneo dalle guerre e dai tiranni africani, litiga sulla legge per le coppie di fatto e per dare dignità giuridica a lesbiche e gay.
Intanto chi è ricco e potente non ne ha bisogno! Prende la scorciatoia dell'utero in affitto all'estero, dove non è fuorilegge, che poi, perché in Italia lo hanno reso fuorilegge questo modo di procreare?

Il discorso si farebbe troppo lungo e ci porterebbe lontano. Specialmente se scantoniamo nella volontà di “possedere” un figlio proprio, in affido, o con modi differenti come se fosse un cagnolino da compagnia. Ma se proprio si è così altruisti e amorevoli perché non andare negli orfanotrofi e nei centri di raccolta dei profughi e si adottano famiglie intere?

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