Don Memè prete mafioso?
Carmelo Ascone, parroco di Rosarno
da trent'anni, dopo l'incursione delle jene è stato
bollato come il “prete della 'ndrangheta”. Perlomeno questo è
il sentimento che circola tra i curiosi e quanti inzuppano il pane
nella brodaglia mediatica.
Ora, prendendo per buono il taglio
televisivo delle iene, che non si sono viste in altre occasioni
meritorie nella piana di Gioia Tauro e Rosarno come
quando la provincia ha donato degli attrezzi agricoli alla scuola di
Rosarno ed anche lì don Memè è intervenuto nella funzione
della sua missione sacerdotale, è necessario ragionare sulle parole
estrapolate dal servizio per comprendere davvero la realtà del
reggino, della Calabria e la spettacolarizzazione dei media. Per
questo rimando al servizio televisivo e chi vuole intendere intenda.
Su questa pagina buttiamo il seme del
dubbio, prescindendo, se vogliamo, laicamente, dalle parole del
Vangelo di Gesù che preferiva fermarsi e mangiare nelle case
dei peccatori, a noi sembra che le parole che hanno fatto
scandalizzare i benpensanti, e alcuni si sono persino indignati fino
a pretendere la rimozione e la spretatura del parroco, le parole
incriminate, dicevamo, sono quelle di “vicinanza e amicizia” nei
confronti degli ultimi; la denuncia nei confronti di uno Stato
assente che non produce e dà lavoro e l'accusa alla magistratura
schierata ed ha osato toccare l'icona dell'antimafia don Ciotti.
Dico subito che non è compito mio
vestire i panni dell'avvocato difensore. Basterebbe che tutti quelli
che si sono sentiti offesi leggessero, se Cristiani, il Vangelo e
s'interessassero davvero di socialità e politica allo stato puro e guardassero più in là del loro naso.!
Forse, così facendo sarebbero più
inclini alla comprensione e non mi si venga a dire che la 'ndrangheta
è brutta sporca e cattiva. Lo so! Ma è anche vero che la
'ndrangheta e la fame non si combattono solo a parole nei seminari,
con slogan e marce, e neanche con le targhe attaccate sulle porte dei
comuni. Tenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica è importante
ma non determinante.
Per sconfiggere le piaghe sociali serve
cultura, tanta cultura! Cultura verso gli ultimi, comprensione e
vicinanza a chi soffre. Solidarietà!
L'indignazione è un sentimento
riprovevole quanto inutile!