ricordando Ettorino "courtesy M. Iannino" |
Un uomo piccoletto con barba e capelli lunghi suona la tromba. La suona con passione. Le guance gonfie. Qualche vena che sembra dover scoppiare a momenti. E la gente, sotto il piedistallo, guarda commiserevole il telo che cade a terra.
È la statua all'uomo qualunque. L'omaggio al
cittadino comune che non ha fatto grandi cose nella vita. Cose talmente importanti da essere citate nelle enciclopedie e nelle collane d'arte
ma legato da amore viscerale alla sua città.
Sì, va be', suonava la tromba. Era
sempre presente nelle feste popolari, alla "naca". Nel teatro popolare ma senza
mai sfondare i confini pur mantenendo vivo l'interesse folcloristico
cittadino. Insomma, era un uomo qualunque, conosciuto solo dai
compaesani, entusiasta di essere presente nel suo rione e nella
sua città. E, questo, è sufficiente all'amministrazione comunale
per erigere il loculo onorifico. Il monumento funebre dedicato al cittadino
ignoto.
Sarà populismo? il Riconoscimento postumo
ad un artista sconosciuto al resto del mondo? forse no!
Bene! Un plauso al sindaco e alla
giunta che ha investito i soldi dei concittadini per onorare un
concittadino umile col sorriso sempre stampato in faccia.
Adesso, vedendolo lì, Irrigidito sul
piedistallo che dà fiato alla sua tromba, capisco perché non ha
accettato l'amicizia su facebook.
Ma... un attimo! Anche altri uomini
illustri sono deceduti prima di lui. Uomini e donne conosciuti in
ambito nazionale perché citati negli ambienti dell'arte in quanto
artisti o critici, studiosi, letterati, poeti ma non hanno il
monumento funebre comunale.
Va be' è già stata magnanima la vita
e la storia con loro. Lasciamo, almeno questa piccola soddisfazione
ai consanguinei e ai compaesani del trombettista popolare.
Anche se ancora non mi ha dato l'amicizia su fb. ;-) di sicuro prima o poi lo becco e suoneremo insieme.
Anche se ancora non mi ha dato l'amicizia su fb. ;-) di sicuro prima o poi lo becco e suoneremo insieme.
leggi anche il primo post : l'amicizia al tempo di facebook
ps: post semiserio per ricordare un pezzettino di storia cittadina con autoironia, come, suppongo, avrebbe voluto lui.