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venerdì 23 aprile 2021

Restrizioni e libertà

L'ignoto è un elemento destabilizzante?

Dipende. Per alcuni trovarsi davanti a situazioni incognite è sinonimo di stimolo; input che spinge a trovare soluzioni supportate dalla conoscenza e dai saperi acquisiti. È così che si esce dall'impasse delle situazioni stagnanti opprimenti.

I criteri preventivi per contenere la propagazione del virus sono pressoché simili a quelli adottati per altre forme contagiose più comuni e meno invasivi.

Profilassi sanitarie, quali le inoculazioni vaccinali, il distanziamento sociale ma non l'isolamento isterico tra le persone e il corretto uso dei presidi meccanici (guanti, mascherine, indumenti idonei) e detergenti sono alla base delle attenzioni da adottare.

Ne consegue che anche le abitudini sociali, lavorativi e affettivi rischiano momentanee sofferenze per le mutate disposizioni igienico-sanitarie imposte, più che suggerite e divulgate con cognizione scientifica dagli esperti.

L'opinione pubblica sembra telecomandata. Soggiogata dalle notizie inquinanti e dannosi più dello stesso virus che miete vittime. L'eccesso disinformante di certa pratica televisiva e mediatica è dannosa. E le false notizie che rimbalzano sulle piattaforme amplificano maggiormente le paure. Non tutti sanno discernere. Analizzare pacatamente gli eventi e le situazioni.

Il terrore s'insinua nelle teste e fa danni sociali difficili da risanare.

Dovremmo, se mi è consentito, urlare di meno, anzi per niente, trovare uno stato interiore adeguato alla situazione contingente.

Rifugiarci nelle attività che aiutano a mantenere la quieta mentale. Leggere un buon libro. Ascoltare musica. Scrivere. Dipingere. Visitare musei on-line. E possibilmente intessere nuove amicizie e coltivare le vecchie che hanno in comune le attività creative appena suggerite. 

Gli strumenti per fare tutto ciò non mancano e il web potrebbe essere il medium eccellente per accomunare le affinità elettive.

La pandemia potrebbe essere da stimolo per cambiare mentalità relazionale. 

Il “mio” potrebbe diventare plurale, condivisione e conoscenza; il "nostro" ché l'inverso della proprietà difesa a oltranza, nascosta o sottaciuta per misere strategie di mercato.



Il dialogo svela le bugie. Dirada la nebbia e aguzza la vista. Il plagiatore, colui che millanta e ruba, rimane vittima delle sue malefatte davanti allo sguardo pulito degli eterni bambini consapevoli di essere al cospetto di un “ re nudo”.

domenica 8 novembre 2020

Zuccatelli e la gogna mediatica social

Zuccatelli è il nuovo commissario. Sostituisce il generale da questa mattina.


Il dott. Zuccatelli sostiene che il covid è contagioso se si sta a distanza ravvicinata e si è esposti alle goccioline di saliva infetta altrimenti no e quindi è inutile tenere la mascherina.

Il video è diventato virale sui social.


Provocatoriamente il dott. Zuccatelli semplifica il concetto: dovresti starmi addosso, vicino per almeno 15/20 minuti oppure baciarmi in bocca, dice al suo interlocutore.


Non ho fatto studi scientifici mirati ma osservando quanto sta succedendo tra contagi e contagiati, zone chiuse per l'assenza delle strutture adeguate alle necessità per furti alla sanità pubblica, tra squali, lupi, coyote, pipistrelli e visoni, tamponi e tamponati, penso che Zuccatelli non abbia tutti i torti.


Sempre sui social, c'è stata quasi la stessa cattiveria riduttiva che si è vista nei confronti del regista Muccino per il suo spot sulla Calabria, gli appelli al governo centrale non mancano.


Gli operatori del terzo settore hanno inoltrato una lettera a Conte e Speranza. Hanno fatto una raccolta firme per perorare i loro giudizi in merito alla scelta del nuovo commissario.

E le sardine propongono Gino Strada.


I contenziosi non mancano e la disinformazione neppure ora che abbiamo tutti a disposizione una tastiera e un account.


Certo che se ci mobilitassimo in tempo e non lasciassimo deleghe in bianco nelle mani disoneste sarebbe tutta un'altra storia.


Comunque, Zuccatelli, a differenza del generale non ha guidato o addestrato truppe inaffidabili come l'ultima che lo avrebbe dovuto affiancare diligentemente nella struttura commissariale, il dott, già subcommissario, pare abbia i titoli accademici e quindi le competenze per stilare piani d'azione mirati per il rilancio della sanità in Calabria, suggerire, implementando con professionalità d'eccellenza le strutture carenti ma necessarie al benessere sociale. Provocazioni a parte. Sui social la gogna mediatica infuoca gli animi nell'immediato. E' una questione di partigianeria!

sabato 13 giugno 2020

Autoscatto

Pudore. Riservatezza. Umiltà!


Sono concetti penalizzanti nelle piazze mediatiche dei social.
Nelle piazza virtuali si fa auto promozione. Si cercano consensi immediati.
E chi rema controcorrente all'infuori dei canoni precostituiti dalle piattaforme telematiche è isolato e ignorato dal branco ( nel senso buono) e posto ai margini.

I post servono per vendere bene la propria merce. Che sia un prodotto commerciale o culturale non fa differenza. L'importante è che sia ben esposta. Magari vendendo fumo.
Non contano le vere intenzioni del singolo che si affaccia e offre il proprio sentire. L'etica. La cultura. L'empatia lungimirante e inclusiva. La serietà cognitiva. La conoscenza acquisita con determinazione perché ritenuta un valore aggiunto all'essere presente nella società.
No! si deve sapere vendere. Avere una buona dose di paraculagine nel vantarsi facendo finta di arrossire. Facendo finta di lavorare per il prossimo. Strumentalizzando i fatti del momento.

La socialità È appagante?.

La consapevolezza di rendere pubblica la mercanzia enfatizzata in proprio e con l'aiuto dei seguaci, amici reali o virtuali che frequentano assiduamente i forum è sempre meglio che, come si diceva un tempo per onorare le buone maniere, fare del bene o lavorare con serietà senza vantarsi e prescindendo dall'eco fuorviate della piazza per avere compiuto buone azioni nel silenzio, paga e appaga di più.

Non si può essere invisibili!

Oggi, nell'era del web, se non stai su una qualche piattaforma sociale non esisti.
Non esiste il tuo lavoro. Non esiste il tuo pensiero. Il tuo modo di vedere il mondo e rispondere alle storture sociali è irrilevante.

Fino a quando la morbosità dell'apparire condizionerà la vera essenza della vita?

Fino a quale punto siamo ancora disposti a metterci nella vetrina ossequiosa, servile, condizionante dei media senza imporre distingui netti tra l'essere e l'avere?


venerdì 29 maggio 2020

Aspetti dell'ovvio al tempo del covid19

Gli esperti dicono che il virus covid-19 ha perso carica, è mutato e si è indebolito. Non è micidiale come nella fase 1. Ancora non sanno darci spiegazioni in merito e perché abbia attenuato la carica mortale. Al momento sembra essersi ridotto il tasso di mortalità dei contaggiati e del contaggio a quasi un semplice raffreddore stagionale. Così dicono!

Suppongono, sempre gli esperti, che la mutazione sia dovuta al caldo e all'uso delle mascherine. Boh...
Non so a voi ma a me succede sempre, dopo avere indossato la mascherina intonsa nella confezione sanificata, altrimenti non mi è consentito usare alcune esigenze sociali per approvvigionamenti, che si irriti la gola. Il fastidioso effetto mi perseguita per un bel po' di tempo.

Intanto i dirigenti nazionali e locali pensano a come rilanciare l'economia e a mantenere alto l'allarme contro il nuovo flagello.

Le notizie si rincorrono. Da ogni angolo del mondo arrivano notiziari più o meno allarmanti. Quasi tutte le notizie hanno un minimo di catastrofismo, altrimenti non tengono desta l'attenzione degli utenti.
Dalla euforica versione trumpiana contro i nemici cinesi, associata alla misura che anticipa di voler adottare nei confronti della piattaforma social di twitter colpevole di avere censurato alcuni suoi messaggi, un po' eccessivi nella forma secondo i dettami sociali, questa la motivazione di twitter, e spostando l'attenzione qui da noi, in Europa, la strategia non si discosta affatto.
Per tenere desta l'attenzione del branco c'è bisogno di un nemico. Un nemico da dare in pasto all'opinione pubblica: virus o persone; razze e metodi di combattimento: terrorismi da riscaldare!, psicologici, inventati, manipolati!

Sembra che la pandemia e le relative disfunzioni create dagli eventi connessi, in cui, l'uomo, col suo pensiero alimentato dall'ego e la sua brama di possesso che lo rende in assoluto artefice di ogni sfacelo sociale, non sia bastato.
I gruppi d potere hanno cancellato le paure e le logiche spartitorie che hanno messo la sanità pubblica in ginocchio. Non parlano più di welfare. Di giustizia sociale. Di esigenze sociali che accomunano tutti.
Loro, i saggi, conoscono e comprendono i meccanismi del gregge; sanno come pilotarlo. Come rabbonirlo. Tenerlo caldo. Con la paura dell'uomo nero, del babbauh.

sabato 2 maggio 2020

Affinità elettive al tempo dei social media

Richieste d'amicizia.


Le piattaforme dei social media e le sorprese goliardiche. Ecco come potremmo definire certe richieste d'amicizia che arrivano su facebook. A guardare bene le foto con occhio attento e indagatore alcune sfumature suggeriscono manipolazioni digitali accattivanti.

Profili civetta o falsi?

Alcuni, per vendere prodotti e guadagnare qualche soldo, creano dei profili civetta. Chiedono l'amicizia indistintamente e indiscriminatamente a chiunque. Spammano. Stuzzicano. E poi propongono. Lanciano l'esca lentamente. E altrettanto lentamente tirano all'amo i malcapitati e ingenui “amici virtuali”.
Anno una tattica! Non come le gentili accompagnatrici della stazione che si propongono sfacciatamente: “Andiamo?”...

Oltre agli specchietti per le allodole ci sono i profili falsi. Questi ultimi sono da ritenersi dannosi perché divulgano fake news. E hanno una strategia destabilizzante. Pericolosamente destabilizzante. Provocatoria! Loro cercano gli insoddisfatti. Quelli che non gli va bene niente e sputano veleno su chiunque. Politica. Personaggi pubblici della cultura. Artisti. Scrittori. Cantanti.

Le richieste arrivano. E quando sono suggerite da qualche amicizia virtuale che gà fa parte della cerchia sempre virtuale della piazza mediatica, le difese si allentano. Specialmente se gli account sono associati a qualche pagina d'opinione e notizie locali, in una terra dalle molteplici anime e difficoltà, la risposta non può essere che favorevole accogliente.
Ma anche queste pagine a ben vedere curano il proprio orticello.

Insomma le relazioni sociali, che avvengano nel mondo reale o virtuale, hanno una base prettamente utilitaristica: non cambia niente! Interessi economici, politici, personalistici e di tendenza sono alla base della visibilità mediatica.

Tenere caldi i contatti. Esprimere compiacimenti. Lisciare le paranoie. Coccolare. Ma mai dire ciò che si pensa davvero. Queste alcune strategie per avere un buon numero di seguaci.

Hasta la vista! Ma solo di persona! A tu x tu. Senza filtri e maschere.
Sia ben chiaro: non con chiunque! Vi suggerisce qualcosa la frase: affinità elettive? Ecco! Proprio così.

domenica 15 marzo 2020

Al lupo al lupo fake news al tempo del coronavirus

Tana libera tutti?

Sembra proprio così!

Non appena si raggiunge un minimo di visibilità chiunque si sente libero di dire ciò che cazzo vuole.

Sul web l'anarchia regna sovrana. Dal piccolo influencer al grande ognuno si sente autorizzato a dire la sua versione dei fatti anche senza alcuna conoscenza scientifica e tecnica in merito al problema.

Qualcuno parla di ipotetiche distinzione tra nord e sud fomentando così polemiche inutili che non giovano a nessuno se non a chi ci guadagna politicamente seminando odio e innalzando muri con dannose contrapposizioni ideologiche.

Gli schieramenti si formano e si annullano come se niente fosse. Mentre alcune testate nazionali, una in particolare, che non intendo menzionare per la disapprovazione e lo sconcerto che semina dal punto di vista intellettuale, vomita veleno.

Le parole di Jasmine Cristallo sono facilmente strumentalizzabili quando non si “leggono” e interpretano con purezza intellettuale. Tant'è che un giornalaio si sente autorizzato a trarne considerazioni arbitrarie. Articolo che ho letto. Tra lo sconcerto ho cercato l'account fb della “sardina incriminata” e ho letto attentamente le poche righe “accusatorie”.

Niente di tutto quanto dedotto dal giornalaio traspare dal post di Jasmine Cristallo. Eppure lui è riuscito a farne un articolo bello lungo circostanziato e di parte.

Vergogna!  

giovedì 9 gennaio 2020

War, Pace

Ritengo che nelle prassi del vivere civile la più importante sia alla voce “rispetto”.

Rispetto per le altrui sensibilità.
Sensibilità culturali. Quindi antropologiche. Politiche. Sociali.

La velocità del web ci ha dis-educati e abituati a stili di vita assurdi, vedi rapporti interpersonali basati su sensazionalismi, attacchi verbali, falsità, urla, derisioni, non lascia spazio alla riflessione pacata e attenta dei problemi reali che attanagliano la società e quindi tutti noi.

Il campo occupato dalla politica è teatro di eterne battaglie.
Arroganza. Presunzione. Imposizione del proprio pensiero. Queste alcune facce delle imposizioni gettate e amplificate sui social dai sostenitori delle parti.
Sembra che la proposta unificatrice non faccia breccia nelle teste dei vari leader.

Maschere di guerrieri.
 condottieri di guerre intestine.

Dalla guerra violenta delle parole alla guerra delle bombe il passo è breve.
Ci siamo bevuti il cervello!
E se a pochi passi da noi la guerra miete vittime, dilania corpi, affama popoli, nelle realtà cosiddette civili i leader gongolano sui mega schermi ultrapiatti sfoderando sorrisi e mostrandosi sicuri e fieri per le operazioni crudeli che hanno portato alla ribalta pensieri biechi di cui l’umanità dovrebbe rifugire.
Piuttosto che vergognarsi elogiano i misfatti commessi. Elencano le stronzate. Asseriscono teoremi condivisi dai seguaci ubriacati dalla miseria culturale prima che materiale in cui versano.
E poi ci sono i pennuti, i venditori di notizie false o adulterate dalla visione sovranista a tutela di confini mentali cazzuti. I pennuti cazzuti, quelli che padroneggiano la scrittura. I teorici della penna e leoni delle tastiere per le cazzate on.line che dicono tutto e il contrario di tutto all’occorrenza.

Sì! Ci siamo bevuti il cervello! 

E l’ubriacatura ultima sta nella corsa alla velocità connettiva. Il 5G fa male?

La domotica necessaria 
Ancora gli studi scientifici di ricercatori pubblici e di parte, non sanno, o non vogliono? dare risposte certe; dire, se le onde prodotte dalle antenne che dovranno coprire millimetricamente le città oggetto di sperimentazione, sono dannose per la salute pubblica.
Male o bene! Ma poi è davvero necessario essere connessi sempre e comunque?
Avere a disposizione sempre android, telefonia e robot e controllare anche gli elettrodomestici? cosa cambia nel rapporto interpersonale tra amici reali e virtuali; colleghi di lavoro, conoscenti?

Passi per la gestione dei semafori e altre componenti di pubblica utilità, ma, nella pratica quotidiana di ognuno cosa comporta questa corsa connettiva?
5G
Migliora forse la nostra mente? Ci predispone al dialogo? All’accettazione dell’altro? All’altrui pensiero?
E, perché no! Porta benessere?, dispensa dalle fatiche e suddivide equamente le risorse del pianeta saggiamente?fa stare bene quanti scappano dalla miseria e dalle guerre?

martedì 3 aprile 2018

social e fake news

Realtà fittizie.


Stare sempre connessi non fa bene. Il mondo virtuale ha delle realtà che vanno bene solo nelle piattaforme. Lì ognuno crea il suo mondo addobbandolo con regole e ninnoli su misura. È un po' come in politica dove chiunque dice e fa tutto e il contrario di tutto e dove i più scaltri che sanno come uscire dagli angoli minati la fanno da padroni.

Essere leader in una piattaforma social è semplice. Basta non dire e fare quello che gli altri iscritti non vogliono sentirsi dire. Sono importanti i “mi piace” anche quando non piacciono. Cliccare sempre sui commenti e postare una faccina sorridente o un cuoricino, sempre. E non avventurarsi in analisi “costruttive” perché verrebbero fraintese.

L'invidia è ben dissimulata. I cattivi maestri scrivono le loro verità in privato per pugnalare e annientare nemici e concorrenti.

La cultura rende liberi! Ma questa che stiamo vivendo in internet non è lontanamente paragonabile alla cultura alta che eleva le menti e non può nemmeno essere accantonata con semplicità etichettandola come “spazzatura mediatica”.

È un fenomeno deleterio, quanto sta accadendo. E nessuno può mettere toppe o pezze per giustificarne l'effetto.

Alcuni scrivono sui blog convincimenti personali suffragati dagli studi allo scopo di migliorarne il mezzo ed elevarlo a prodotto propositivo. Ma sono perdenti. Le fake news hanno più fascino.

sabato 22 aprile 2017

alla scoperta di linkedin

Palo Alto, California. È lì la sede del social professionale denominato linkedin che spopola nel web e abbatte i confini geografici.
mario iannino "plastiche essenze" coll. privata.

Da qualche tempo ricevo email di amici e conoscenti ma anche di perfetti sconosciuti che vogliono stare in contatto con me. E siccome gli interessi culturali sembrano essere comuni anche tra gli sconosciuti decido di entrare a far parte della piattaforma sociale.

Rispondo e compilo quanto mi richiede la email inviatami da un caro amico su linkedin, tralasciando, però, alcune notizie che ritengo superflue.
La classica mail di benvenuto mi suggerisce di entrare. Apro le varie schede e dopo la valutazione del profilo, che sembra essere efficace e avanzata, mi collega agli amici ed ai conoscenti virtuali.

La vetrina è selettiva ma, a primo acchito, pare che l'interesse prioritario della piattaforma sia quello di accogliere e far iscrivere quanti più utenti possibili attraverso gli indirizzi mail e i numeri di telefono in rubrica. Per fare ciò, Linkedin chiede l'autorizzazione di gestire alcune operazioni del mio tablet. Involontariamente do l'ok.

Ritengo doveroso, perciò, scusarmi con quanti, risultando nella mia mailing list, abbiano ricevuto, l'invito in automatico. E nel contempo ringrazio quanti, appassionati dagli stessi interessi culturali e artistici, vogliono interagire e dialogare mediante i linguaggi evoluti dell'intelletto racchiusi in un gesto, uno strappo e nelle cromie essenziali che danno vita ai sogni.

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