SCONFINAMENTI, RELIGIOSITÀ E POLITICA IN CALABRIA
Sembrava fatta. Il tar,
tribunale amministrativo regionale, con una sentenza obbliga la
politica a definire una data per le elezioni regionali clabresi. La
politica, nella persona del presidente regionale facente funzioni
Antonella Stasi, indice le elezioni per il 23 novembre.
La chiesa, nella persona dell'arcivescovo di Cosenza e Bisignano
Salvatore Nunnari, scrive una lettera alla politica per
evitare le elezioni il 23 perché nella stessa data è prevista la
canonizzazione del beato Nicola Saggio.
Riepilogando: tre poteri decidono, con
criteri e spunti diversi, quando gli elettori della Calabria possono
scegliere chi mettere alla guida della regione.
Si può capire e condividere la
decisione del Tar che, in seguito all'immobilismo dei politici
presenti nell'alta assise regionale, impone di ripristinare un
istituto democratico.
Si possono anche intuire e non
condividere le motivazioni dei politici che vorrebbero concludere la
legislatura. Ma la lettera e le motivazioni dell'arcivescovo lasciano
interdetti. Hanno il sapore della beffa in una regione martoriata
dalla sottocultura imposta dalle lobby.
Forse, al titolare della curia sfugge
un piccolo particolare che non sfugge certamente alle entità
superiori.
Senz'altro, il già Beato Nicola,
dall'alto della sua Saggezza, comprenderà i drammi provocati
dall'assenza di una classe politica adeguata che fa da palo alle
crisi di costume, sociale, religiosa, e, nel caso fosse confermata la
data del 23, se ne farà una ragione. Giustificherà l'eventuale
assenza dei calabresi a Roma e sicuramente pregherà affinché cessi
il malcostume nella terra resa famosa dalla letteratura fantasiosa di
scrittori e giornalisti d'assalto.