Sono a favore dei vaccini! Lo dico immediatamente per fugare dubbi che potrebbero sorgere a chi intende continuare a leggere e arrivare alla fine del post.
La scienza ha fatto passi da gigante e ha consentito di superare ostacoli impensabili, ha migliorato la qualità della vita di ognuno, ha debellato pandemie e virus letali e aiuta nel quotidiano. Anche il più banale dei raffreddori se non fosse per la scienza medica sarebbe, se non curato, un sintomo mortale.
Ora, mi chiedo: se AstraZeneca non fosse una holding farmaceutica importante con sede in Cambridge e vari stabilimenti sparsi per l'Europa ma con proprietà anglo-svedese ci sarebbe stato un epilogo così?
La somministrazione del vaccino e non solo quello con marchio AstraZeneca è stata imposta su scala mondiale dai governi prima che la sperimentazione fosse dichiarata sicura dagli istituti preposti. L'AIFA predispone che:
“Lo sviluppo di un vaccino è un processo piuttosto lungo ed elaborato che parte dalla conoscenza del microrganismo responsabile della malattia che si intende prevenire e delle sue modalità di interazione con l’organismo umano. Inizialmente si effettuano studi sperimentali in vitro, in base ai quali è possibile stabilire quale sia la composizione qualitativa e quantitativa ideale di un vaccino (tipologia e quantità della componente attiva e di tutte le altre sostanze previste).
Una volta definito questo aspetto, il potenziale vaccino viene sottoposto alla sperimentazione pre-clinica che include studi in vitro e su modelli animali attraverso i quali si definiscono il meccanismo d'azione (cioè la capacità di indurre la risposta immunitaria), il profilo tossicologico e le prime evidenze di efficacia e sicurezza su un organismo vivente complesso.
Questa fase permette di selezionare la formulazione che nei modelli sperimentali è risultata più promettente per essere avviata alla fase clinica preliminare sull’uomo. Per i vaccini multicomponente è necessario che in questa fase venga studiata inoltre la possibile interferenza fra le varie componenti attive del vaccino.
A questo punto, il vaccino entra nel percorso di sperimentazione clinica che può realizzarsi in quattro fasi: le prime tre precedono l’autorizzazione all’immissione in commercio e la quarta viene condotta quando il vaccino è già disponibile sul mercato. (…).
Altre fonti e nello specifico si riporta il parere del “ professor Alberto Mantovani, Direttore scientifico di Humanitas”:
Normalmente, il tempo impiegato per sviluppare un vaccino è molto lungo e prevede un alto tasso di insuccessi. Il periodo di ricerca preliminare, infatti, può andare dai due ai cinque anni e, per arrivare allo sviluppo completo del prodotto, possono passare anche dieci anni. Questo perché la messa in commercio di un vaccino implica che vi sia totale sicurezza sulla sua efficacia e sulla sua sicurezza.
Detto ciò, i danni collaterali, cioè i decessi causati dai trombi risultano essere conseguenze, se pur dolorose, prevedibili effetti dell'inoculazione vaccinale scarsamente monitorati. La domanda è:
se gli inoculati fossero stati attentamente monitorati, sarebbe stato possibile evitarne il decesso?