A Catanzaro, nei giorni scorsi, ragazzotti che si definiscono di estrema destra assaltano il centro sociale “Riscossa” e accoltellano un ragazzo ventenne e poi, non contenti, vanno pure ad attendere davanti al pronto soccorso e ne accoltellano un altro che era andato a trovarlo.
Insomma, agguati stile terra di nessuno, o meglio, territorio selvaggio da occupare e gestire con arroganza e violenza. Va beh che Catanzaro vanta una storia degna della destra violenta e tracotante italiana, basta ricordare il delitto “Malacaria” avvenuto il 4 febbraio del ’71 in pieno centro storico.
Giuseppe Malacaria era un muratore trentenne uscito di casa dopo una faticosa giornata di lavoro per assistere a un comizio del pci e invece incappa in un ordigno gettato tra la folla da due losche figure.
Vediamo un attimo i fatti:
4 febbraio 1971, Catanzaro. Attorno alle 17 Piazza Grimaldi inizia a riempirsi di persone: dirigenti di partito, militanti e simpatizzanti, rappresentanti delle istituzioni, gente comune accorsa chi per sdegno chi per curiosità ad assistere alla manifestazione indetta dal Pci cittadino.
Dal palco, montato per l'occasione, Franco Politano, all'epoca segretario della federazione provinciale comunista, annuncia che è stata negata l'autorizzazione per la manifestazione, la motivazione ufficiale è il mancato rispetto del termine dei tre giorni previsto per la richiesta. Si decide, così, unanimemente di rinviare la manifestazione a data da destinarsi e di tenere comunque in serata un’assemblea pubblica nei saloni della Provincia.
La folla prende atto della solerzia burocratica ma il muovere dei passi verso Corso Mazzini è interrotto dal rumore di un altro microfono e dal riecheggiare di altre parole. Dalla sede del Movimento Sociale Italiano, collocata a una cinquantina di metri, iniziano ad arrivare frammenti di discorsi e slogan ritmati. C'è chi si allontana e chi si muove verso la parte bassa del corso, chi invita a non raccogliere le provocazioni e chi inveisce.
Dalla sede del Movimento sociale italiano s’incominciava a sentire un discorso. L'oratore ad alta voce attribuiva la colpa di quanto stava accadendo in Calabria, per la questione del capoluogo, al governo e alla democrazia cristiana, accusati di aver rinviato troppo a lungo la decisione sul problema più importante, cioè la scelta del capoluogo della regione. Dalle finestre della sede del MSI, alcuni giovani con elmetto in testa e visiera lanciavano pietre verso il basso, il grosso della folla si disperdeva e altri rilanciavano verso l'alto le pietre che avevano raccolto per la strada.
Alcuni funzionari della Polizia irrompono nella sede del MSI. Mentre in strada le urla e il fragore sono interrotti dalle esplosioni. Grida, sangue, gente che fugge e il suono delle sirene delle ambulanze.
A terra resta Giuseppe Malacaria insieme a un numero consistente di feriti molti dei quali ignari passanti; tra questi R.C., uscita dalla chiesa dell'Immacolata e diretta verso casa, dichiara: "Mentre dalla sede missina erano lanciate in strada pietre da giovani che avevano il capo coperto da caschi, il prospiciente vicoletto nel quale sfocia il laghetto Vinci Duomo è stato rischiarato da una scia luminosa. Subito dopo ho notato nel vicoletto alcuni giovani, due per l'esattezza, che hanno lanciato qualcosa in direzione della folla che stazionava sotto la sede del MSI. Un attimo dopo ho avvertito due esplosioni e contemporaneamente sono caduta a terra ferita. Il lancio della bomba è avvenuto a una distanza da me di circa sei metri". Anche S.M., passava di lì per caso, aveva appena terminato il suo turno di lavoro alle Poste e stava rincasando quando, inaspettatamente, si è ritrovato nel bel mezzo della sassaiola: "Ho cercato di riparami nel vicoletto ma sono stato colpito da un oggetto che è esploso dopo essere piombato dall'alto".
A parte l’inutile perdita di vite umane, cosa altro ha portato o porta la violenza ideologizzata? Potere per qualcuno rimasto nell’ombra? Benessere sociale? …
Mentre i ragazzi muoiono e le persone ignare diventano vittime sacrificali qualcuno dietro le quinte, ordisce piani malsani; si strofina le mani e progetta altri attentati per alimentare psicosi sociali che possano giustificare operazioni restrittive.
La strategia della tensione, terroristica o di Stato, non fa nessuna differenza, entrambe mirano a creare un sistema di paura e non portano certo cultura e libertà, democrazia e lavoro, benessere e solidarietà! Ma questi pensieri sono ritenuti di sinistra. Gli uomini e le donne della destra parlano di successo commisurato ai guadagni, ai soldi! Al potere d’acquisto. E più puoi permetterti di spendere e più vali, sei importante, specie se puoi comprare persone e affetti per riempire il vuoto esistenziale cresciuto insieme alle ricchezze materiali. Sì, proprio così, perché per arricchirti, hai dovuto per forza rinunciare a qualcosa, sempreché non hai avuto una botta di culo e hai vinto al superenalotto.
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