La casa dei calabresi è sotto assedio!
È un ossimoro! I calabresi che
lavorano contestano Oliverio, il presidente di sinistra della regione
Calabria.
L'uomo cresciuto nella scuola politica
ideologica del pci è sotto accusa dai coltivatori della Calabria.
Cioè, di quella parte sociale che lui avrebbe dovuto tutelare: gli
agricoltori!
L'accusa che muovono nei suoi riguardi
è: troppa burocrazia e mancata erogazione dei premi previsti e
programmati.
Questi alcuni temi anticipati dai
manifestanti intenti a innalzare e fissare le bandiere gialle della
per tutta l'area della cittadella regionale.
Domani si prevede l'invasione di
500lavoratori, 800 mezzi agricoli, trattori, camion e pullman.
Qualche autocisterna del latte, alcuni prodotti agricoli e tanta
delusione nei confronti di chi in questo momento rappresenta i
calabresi.
Eppure, conoscendo la storia ideologica
del partito in cui si è formato quest'uomo cresciuto a pane e
politica e che ha detto, per far intendere che non è avvezzo a
clientele: “gli amici al bar, qui gestiamo la cosa pubblica”,
qualcosa non torna rispetto al passato fatto di lotte progressiste.
Era un'ideologia che guardava ai
proletari, ai diseredati, ai lavoratori che si spaccavano la schiena
nei campi e nelle officine che ha fatto la storia comunista nel sud.
Un partito, il pci, che aveva nel logo e nel cuore la falce e il
martello. E che ha avuto martiri tra dirigenti, tesserati e
simpatizzanti. Convinti di lottare per la costruzione di un mondo
sociale più giusto in cui sarebbero bandite le diseguaglianze
sociali.
Le lotte proletarie di Melissa, nel crotonese, bruciano
ancora sulla pelle di quanti hanno occupato le terre e sono riusciti
ad ottenere l'esproprio delle terre incolte o date a mezzadria
e assegnarle a chi le coltivava davvero, ai contadini!