Il procedimento per fare il pane in
casa è lungo e ci vuole una buona dose di pazienza.
Il tempo non manca visto che siamo
tenuti a stare in casa fino al 3 maggio si può iniziare a evitare
qualche uscita. Limitare le code per la spesa.
Decidere di non recarsi dal fornaio e
farselo da soli può risultare terapeutico.
L'impasto, grosso modo è lo stesso
della pasta della pizza, con qualche accorgimento e qualche ora di
lievitazione in più si può fare.
L'occorrente è il solito kg di farina;
il lievito madre, ma anche quello di birra va bene se non ce
l'abbiamo a disposizione; un pizzico di sale e, naturalmente il
forno.
Le nostre madri impastavano la sera,
poi toglievano un pugno di pasta e la riponevano in un contenitore
per trasformarla in lievito madre. Il resto dell'impasto serviva per
panificare la mattina seguente.
Un miracolo. La trasformazione, la
pasta che cresce, il profumo che inonda la casa è un miracolo
prodotto dalla sapienza antica delle nostre donne di Calabria.
Strano pensare come in questi giorni le
case diventavano ricettacoli di odori più dolci, aromatizzati. Paste
frolle decorate con uova a forma di grandi ciambelle anticipavano di
qualche giorno la Santa Pasqua. Le “cuzzupe”, consumate nelle
scampagnate di pasquetta nelle gite fuori porta non sono tanto
desiderate. Preferisco il pane. Forse a causa della permanenza
forzata imposta dal virus che ha sovvertito tutte le abitudini nelle
differenti forme sociali, in Calabria e nel resto del mondo.
È una Pasqua di “martirio” questa
del 2020. ma, se pensiamo alla storia di Gesù morto in croce, la
nostra è una misera penitenza, una sciocchezza al suo confronto.
Le sofferenze inflitte dai soldati, il
martirio in croce, la violenza gratuita degli aguzzini, gli sputi e
gli insulti della folla che fino a qualche giorno prima lo osannava;
lo strazio della madre prostrata ai piedi della croce che lo vedeva
morire lentamente senza potere fare niente
Questo vale per i credenti. Dirà
qualcuno. È vero! Allora scrutiamo nel presente laicamente. Pensiamo
agli sbarchi dei fuggiaschi provenienti dall'Africa. Agli
extracomunitari in cerca di pace e dignità per la persona. … Cosa,
ancora siamo distanti? Bene. Pensiamo ai terremotati. Ai senzatetto,
i barboni che si addormentano sulle panchine o in stazione e non si
risvegliano. Pensiamo ai nuovi poveri. Pensiamo a chi soffre negli
ospedali o soli in casa. Pensiamo! E godiamo delle piccole gioie che
ancora la vita ci dà.
Buona Pasqua di resurrezione!