Ho cercato l'indirizzo e-mail di Papa
Francesco ma comunicare con Lui telematicamente sembra impossibile.
Il suo ufficio fa sapere che non ha un
indirizzo di posta elettronica.
Sua Santità scrive e riceve lettere
secondo i canali consolidati. Le missive arrivano alla sua segreteria
che le vaglia e dopo le trasmette, non tutte naturalmente, a Sua
Santità.
Deduco, quindi, che Francesco
non leggerà personalmente la presente lettera aperta, però,
non si sa mai... confido nelle vie infinite del Signore. E …
scrivo al Santo Padre:
Carissimo Papa Francesco, non
so se sei al corrente della diatriba, inutile e dannosa, aperta dal
vescovo di Vibo-Nicotera-Mileto mons. Renzo inerente
la fondazione “Cuore Immacolato di Maria rifugio delle
anime”. Fondazione e
complesso edificati per volere della Madre SS, in Paravati, così da
alleviare i disagi dei pellegrini, come asseriva Natuzza dopo le
“visioni” e i dialoghi con Gesù e sua Madre. Dialoghi che prima
di essere resi pubblici passavano al vaglio dell'allora
Vescovo Mons. Cortese. Lo
stesso vescovo che accettò e benedisse tutto quanto l'attuale
vescovo Renzo rimette
in discussione, oggi.
Tutto ciò è incomprensibile!
Sempre che Renzo non è “unto dal Signore”...
Chiedo:
Perché
Renzo vuole a tutti i
costi entrare a gambe tese nella chiesa costruita con le donazioni
dei devoti? Secondo le notizie dei mass-media, il vescovo Renzo,
cita degli articoli di diritto canonico e pretende, poiché ricade
sotto la sua giurisdizione diocesana, il pieno controllo della Casa
di Culto.
Quando
mai si è visto che per pregare e mettersi in comunione con
l'Altissimo è necessario possedere un lasciapassare rilasciato da
una presunta forma di disciplina tutta terrena?
Qualcosa
non quadra! Visto che per fare ciò il vescovo Renzo adopera una
forma di ricatto bello e buono: forte dei suoi poteri nega la
celebrazione della SS Messa nell'edificio perché, queste le sue
motivazioni, non ancora consacrato al culto e revoca quanto già
concesso dal suo predecessore mons. Cortese, statuto compreso. Vieta,
persino, quanto finora consentito agli anziani ospiti della casa di
riposo di avere la presenza dell'Eucarestia nella chiesetta lì
allocata.
In
sintesi sbrindella azioni consolidate volte alla preghiera.
Insomma,
azioni incomprensibili per un laico come me! Che rivolge la mente
all'Essere Supremo che è Tutto, da cui tutto parte e tutto torna a
Lui.
Laicamente,
non credo a simili azioni. Diffido degli uomini che approfittano del
potere e impongono, stravolgendo, decisioni prese precedentemente con
l'animo sereno da altri.
Modificare
l'attuale statuto senza contestare inconfutabili arbitrii o
negligenze al consiglio che fin ora ha retto l'Opera, e anche ai due
preti designati dalla diocesi, bloccare la beatificazione, insinuare
dubbi è irriguardoso per chiunque ha fin ora appoggiato
convintamente l'Opera sull'esempio di Natuzza Evolo,
la mistica che parlava con Maria e Gesù, e che, in virtù dei carismi da
lei ottenuti e dimostrati, testimoniava, con le sue parole, la
volontà della Madonna nell'edificare questa grande Opera a
testimonianza di fede e di preghiera per alleviare le sofferenze dei
fedeli che lì si recano a pregare ed essere al riparo delle
intemperie.
Papa Francesco, perdonami, ma non
riesco a comprendere la decisione del vescovo Renzo.
Ho
conosciuto personalmente Natuzza. Donna umile e mamma di chiunque si
recava al suo cospetto. “io non sono niente. Sono un verme di
terra. I miracoli li fa Gesù. Pregate la Madonna che a Lei, suo
figlio, non può dire di no... ia su 'na grasta rutta”. Così diceva mamma Natuzza quando
vedeva volti afflitti e tormentati dai mali terreni.
Può
essere vanificato tutto ciò? Può un formale capriccio terreno,
annullare, mortificare la fede ancora calda e fremente di passiva
umiltà della serva di Dio: al secolo, Natuzza Evolo? E di quanti
hanno lavorato al progetto di fede?