Realtà fittizie.
Stare sempre connessi non fa bene. Il
mondo virtuale ha delle realtà che vanno bene solo nelle
piattaforme. Lì ognuno crea il suo mondo addobbandolo con regole e
ninnoli su misura. È un po' come in politica dove chiunque dice e fa
tutto e il contrario di tutto e dove i più scaltri che sanno come
uscire dagli angoli minati la fanno da padroni.
Essere leader in una piattaforma social
è semplice. Basta non dire e fare quello che gli altri iscritti non
vogliono sentirsi dire. Sono importanti i “mi piace” anche quando
non piacciono. Cliccare sempre sui commenti e postare una faccina
sorridente o un cuoricino, sempre. E non avventurarsi in analisi
“costruttive” perché verrebbero fraintese.
L'invidia è ben dissimulata. I cattivi
maestri scrivono le loro verità in privato per pugnalare e
annientare nemici e concorrenti.
La cultura rende liberi! Ma questa che
stiamo vivendo in internet non è lontanamente paragonabile alla
cultura alta che eleva le menti e non può nemmeno essere accantonata
con semplicità etichettandola come “spazzatura mediatica”.
È un fenomeno deleterio, quanto sta
accadendo. E nessuno può mettere toppe o pezze per giustificarne
l'effetto.
Alcuni scrivono sui blog convincimenti
personali suffragati dagli studi allo scopo di migliorarne il mezzo
ed elevarlo a prodotto propositivo. Ma sono perdenti. Le fake news
hanno più fascino.