Dopo la bufera “report” Grillo corre in aiuto dell’ex pm di mani pulite e lo propone come degno inquilino del Colle.
Come mai? Beppe Grillo se lo
vuole pulire dalla scena politica italiana oppure spezza una lancia a favore
della integrità dell’ex fustigatore dei corrotti della prima repubblica nonché presidente
e fondatore dell’IdV?
A dire il vero, Di Pietro, d’avanti
alle telecamere, ha dato l’impressione di chi cerca di arrampicarsi sui vetri. Non
ha convinto specie quando ha parlato della donazione della contessa Borletti. E
questo è un dato di fatto! Ma da qui a trattarlo come uno dei tanti che vedono
nella politica un mezzo per arricchirsi, beh, mi è sembrato eccessivo.
Anche se dentro di me una
vocina mi diceva: no, no è possibile che Tonino sia come e peggio degli altri!,
non osavo pronunciarmi proprio perché non c’era materiale da contrapporre. Ed ecco
che il tornado Grillo lancia una delle sue solite battute che non sai se
prenderle a favore o contro. Ciononostante, pur credendo che Grillo non sia il tipo da
fare simili affermazioni con superficialità e che Di Pietro sia caduto
ingenuamente nelle “trappole Mediatiche”, ho aspettato prima di esporre il mio
personale pensiero in merito all’onestà politica di Di Pietro e all’esternazione
del Grillo Parlante Beppe.
Finalmente, Di Pietro stesso, sul suo blog chiarisce alcuni aspetti fondamentali di tutta la vicenda:
Di Pietro e Famiglia |
Ebbene
sì, ai miei figli, Anna e Toto, ho in
effetti donato, con
atto notarile del 30 giugno 2008,
un appartamento con
annesso garage a Milano, immobile che in fase di costruzione e al momento del
rogito ho fatto frazionare in due porzioni (fisicamente con un muro di
cartongesso e catastalmente come da atto notarile) in modo che siano loro
un domani a decidere se abitarci in due famiglie, oppure in una sola.
Ho pagato tale acquisto con miei proventi personali, frutto del
mio lavoro, dei miei risparmi e dei miei investimenti…e, soprattutto, dei
tanti risarcimento danni che, in tutti questi anni, ho ricevuto da parte di chi
è stato condannato dall'Autorità giudiziaria competente per le continue e
ripetute diffamazioni e calunnie commesse ai miei danni, al solo scopo di annientarmi
professionalmente, dapprima come magistrato e poi come politico.