ITALIA, CRISI DI GOVERNO? MA MI FACCIA IL PIACERE!
Sembra parlare di preistoria. Eppure
sta accadendo quanto molti di noi abbiamo scritto e detto nei giorni
e mesi addietro dopo aver assistito all'ennesima deplorevole
macchietta nelle alte istituzioni per l'elezione del Capo dello Stato
che, come sappiamo, si è conclusa con la rielezione di Giorgio
Napolitano.
Eccezionalità! Si era detto. E anche
Giorgio, il compagno Giorgio, si è dovuto adeguare. Ha accettato
l'investitura per la seconda volta, questo s', caso eccezionale per
una Repubblica come l'Italia, che gli è valso il soprannome di re Giorgio.
Ebbene, Giorgio Napolitano, dopo vari
tentativi di formare un nuovo esecutivo a guida Bersani, tira il
coniglio dal suo cilindro pieno di strategie e gli dà nome Letta con
mandato dalle larghe maggioranze.
A quel punto, chi osava dire, alla luce
di quanto è accaduto negli ultimi 20 anni, che la cosa non poteva
reggere e che, praticamente, impossibile fintantoché si metteva
ancora il “partito azienda” alla guida di uno sgangherato Paese
per lo più ad appoggiare riforme che andavano nel verso opposto al
loro modello di vita sociale e politica, chi affermava e sosteneva
queste elementarissime argomentazioni era tartassato dai media e
oscurato.
Oggi, il capo dell'azienda ha deciso di
fare un colpo di mano. Proprio come il pifferaio magico, si mette a
suonare il flauto e tutti i topini che fin ora hanno infestato le
istituzioni gli vanno dietro. Lo seguono in mare aperto e ubriacati
dalla musica suadente del potere carismatico(?) del pifferaio
affogano... ma questa è una storia a lieto fine. La realtà è ben
diversa!
Strategia dopo strategia rivolteranno
la frittata e a farne le spese, come sempre, saremo noi, cittadini
divenuti sudditi di un sistema affaristico ripugnante e pagarne il
conto.