Si torna a parlare di TAV.
Passata l'ubriacatura elettorale dei
francesi e confermato l'assestamento del governo dei prof. (non
c'era altra scelta per i politici incartapecoriti italiani), Hollande
e Monti riprendono il discorso della tratta Lione-Torino-Kiev.
Secondo i due premier la tratta sa da fa'! Tant'è che il prossimo
incontro tra i due premier è fissato proprio a Lione.
Misteri dell'alta finanza! Che pare
mettano d'accordo tutti, prima o poi. Destra sinistra centro e
tecnici sono tutti dell'avviso che la grande opera è qualcosa
d'ineluttabile. Un progetto divino che non si può evitare. Da Prodi
a Monti e ancor prima ad Amato & C., che hanno fatto proseliti
per un'Europa unita ma priva di idee di libertà e convivenza civile,
tutti si dichiarano convinti muratori e carpentieri di questa (forse
inutile ma di certo devastante) lingua d'asfalto. Dimenticando le
rovine prodotte da quanti hanno deciso di eliminare i treni verso la
Calabria e la Sicilia. Rovine che tradotte in soldoni significano
perdite di posti di lavoro, turismo e agricoltura imbrigliate e
assoggettate al traffico gommato.
Già, dimenticavo, al sud c'è la
mafia, la 'ndrangheta, aziende a responsabilità illimitata che non
lasciano lavorare in tranquillità gli imprenditori onesti. Già...
ma la politica e chi dovrebbe rappresentare la legalità, lo Stato,
che ci stanno a fare?
Oppss sono davvero senza memoria, anche
al sud c'è una bella commessa voluta fortemente dall'ufficio grandi
opere: il ponte sullo stretto!
Riusciranno queste due grandi opere ad
abbattere la disoccupazione e far ripartire l'eurozona?