Sal Mistico, giovane promessa del jazz.
L'altra sera, a Soverato, nella
splendida marina con sullo sfondo le acque limpide e
cristalline del mar jonio, Salvatore Nisticò ha suonato
davanti ad una platea attenta. Appassionati e rapiti dalla sua
musica, probabilmente increduli, gli ospiti si lasciavano cullare
dalle note emanate dal pianoforte. Le mani di Sal
accarezzavano i tasti che, docili, effondevano armonie.
Salvatore è figlio di un illustre
calabrese. Un emigrato colto. Uno scienziato che, oltre ad insegnare
all'Università di Roma, dirige l'ebri, centro di ricerca
“Rita Levi-Montalcini Institute”. Ma non è del prof. Giuseppe
Nisticò che intendo parlare.
Questo spazio è dedicato alla passione
del giovane Salvatore, seguito dal maestro Claudio Colasazza fin da
quando aveva cinque anni. È passato del tempo da suo primo cd. Una
registrazione sostenuta dalla esperta guida del maestro Claudio e dal
piglio gioiso del piccolo Sal Nistico.
Appunto, “piccolo” anagraficamente
da non confondere col noto jazzista italo-americano di origini
calabresi Sal Nistico.
Salvatore Nisticò oggi ha
compiuto sedici anni. Ancora giovane per “gareggiare” col suo
omonimo e reggerne il confronto. È cosciente del peso che dovrebbe
sopportare.
16 anni. Selezionato per il corso
estivo della Berklee University di Boston tenutosi a Perugia
nell'ambito di Umbria jazz. Salvatore vuole e pretende un suo spazio.
Uno spazio vergine per confrontarsi anche coi jazzisti che hanno
suonato col più noto Sal Nisitco e che lui ha conosciuto nelle rassegne.
Decide, quindi di apportare una
leggerissima modifica al suo cognome. Trasforma, anteponendo una M, e
il suo nome d'arte, adesso, è Sal Mistico. In
ossequio al suo essere riflessivo, attento e appassionato della
musica.
Ho
ascoltato il suo ultimo cd, registrato insieme al suo maestro Claude
Colasaz dal vivo. L'ho
ascoltato attentamente, con gli occhi chiusi. Mi ha portato in una
dimensione eterea. Giocosa e solenne nello stesso tempo. Non una
disarmonia o tentennamento. Non si è lasciato intimorire dalle
prestigiose presenze fra cui Esmeralda di Belgio e sir Salvador
Moncada, marito della principessa Esmeralda.
Sal
ha eseguito l'introduzione e il tema principale il cui ritmo è
scivolato gradualmente nelle sapienti mani del maestro Colasaz;
insieme hanno estasiato il pubblico dell'Hassler Hotel con le
improvvisazioni vibranti dal lirismo accattivante.
14
brani che vanno da “Round Midnight” di Thelonioues Monk a “Willow
Weep for me”, passando per “oblivision” di Astor Piazzolla,
“Caruso”, di Dalla, “I loves you porgy” di George Gershwin”,
“goodfather”, di Nino Rota... “l'immensità” di Don Backi,
qualche brano della Tosca dell'intramontabile Puccini.
Insomma,
un cd da ascoltare in religioso silenzio.