primo giorno:
L'orientale col raccoglitore dei
tatuaggi aperto e il fatidico aquilone che svolazza sinistro sopra di
noi agganciato in chissà quale parte del suo corpo. I nordafricani,
una volta detti genericamente “cugini” marocchini ma oggi non più
visti i tratti somatici e il colore della pelle, offrono di tutto,
dai tappeti alle asciugamano, dai giochini e ninnoli di plastica agli
orologi, occhiali da sole autenticamente contraffatti, libri presi
probabilmente al macero, vestiti tribali e occidentali che le
bagnanti non indugiano a misurare sui costumi umidi e i corpi resi
lucidi dalle creme. Gli immancabili indiani con le loro valigette
colme di ninnoli e pietre colorate. Il venditore di cocco fresco e le
zingare con prole al seguito che sperano nella pietà dei bagnanti
stesi al sole e nel loro ipotetico inquantificabile senso di colpa
verso qui poveri bambini ammaestrati a elemosinare qualche centesimo.
Lui è diverso! Alto. Nero e la barba
con qualche filo bianco curata da qualche giorno. Il vestito, blu a
strisce ma non chiassoso, ha qualche macchia. Contrariamente agli
altri non emana nessun cattivo odore.
Ciao buon giorno vuoi vedere? Vedere
non costa niente! … elefante giraffa gufi … mamma con bambino...
Gufi contro la cattiva sorte...
Visto che non costa niente vediamo pure
ma non possiamo spendere granché siamo poveri la crisi ha colpito
tutti.
Poveri? Anche noi in Nigeria siamo
poveri, manca soldi il resto tutto bene famiglia figli però tu hai
fammiglia vicino, affetto che io ho lasciato là. Prendi compra
qualcosa almeno per benzina vado a Sibari.
Sibari? Và meglio là?
Non so. Provo.
Il mercante nigeriano ha una sua
dignità. Raccolgo tutte le monete che ho e glieli porgo. Tieni non
ho altro. Tende la mano, osserva le monete e mi da la sculturina
della maternità. Sorride, mi augura la buona sorte e va via col suo
carico di manufatti tribali intagliati nel legno leggero.