Tra contraddizioni e guerre intestine trascorrono i giorni. I rapporti sono deteriorati anche negli aspetti semplici dei contatti giornalieri tra conoscenti. Gli sconosciuti o peggio gli stranieri sono visti come potenziali nemici.
Lo sgambetto o la pedata nascosta inopportuna è prassi. I decessi per cause naturali non lasciano spazio alla riflessione neppure quando il lutto è in casa.
Da tempo ormai assisto alla dipartita ineluttabile di conoscenti e amici. Alcuni sono andati da tempo ma i loro ricordo rimane vivo accompagnato da espressioni indissolubili dal loro aspetto fisico.
“Eravamo convinti di fare baldoria e festeggiare la riuscita con belle donne e champagne e siamo finiti a pugnette e gassose”. Questa frase goliardica ma molto esaustiva nel descrivere amarezza per le aspettative deluse riposte in un progetto a cui si teneva molto la ripeteva un carissimo amico: Quirino Ledda. Bastava questa simpatica frase per risollevare il morale frantumato dalle avversità momentanee del sogno infranto ma che anticipava l'analisi e contestualizzava l'esito negativo dell'azione.