Shoccare per vendere! Questo è il filo
conduttore della macchina pubblicitaria del terzo millennio. Un filo
che apre senza ombra di dubbio visibilità mediatica e attenzioni
morbose a qualsiasi prodotto.
Ieri una ragazzina di 24 anni,
affermata pornodiva americana, rompe gli indugi, qualora ne avesse
avuti, e dopo essere stata protagonista infoiata d'innumerevoli film
hard dice di volersi cimentare in tivù con un programma per bambini
e raccontare fiabe.
Oggi la Benetton lancia una campagna
ambigua, quasi un ossimoro che ha per titolo “contro l'odio”.
Fotografie ritoccate impietosamente che oltre a offendere il comune
senso del pudore mortificano le intelligenze di tutti e rischiano di
scatenare azioni legali da parte degli interessati, inconsapevoli
attori di una burla senza tempo, ritratti in pose sconce mentre si
baciano in bocca. È chiaramente una provocazione!, ma c'è davvero
bisogno di simili provocazioni per attrarre l'attenzione della gente
su argomenti così delicati come l'amore universale? Oppure è una
misera messinscena per guadagnare soldi dissacrando senza scrupoli
religioni attraverso il coinvolgimento delle alte cariche religiose,
o la politica e gli statisti?, personalità senz'altro colmi d'amore per l'altro,
i diversi, i deboli, che mai si sognerebbero di manifestare con atteggiamenti simili il non-odio perché convinti della vacuità del messaggio! (sarebbe bastato vedere i personaggi tendere le mani, ma probabilmente nessuno si sarebbe interessato al caso, non ci sarebbe stato rumore e la campagna non avrebbe avuto successo.)