Vassilis l'ho conosciuto negli anni
'80. Lui, in quegli anni era dedito alla politica
e al sindacato. Era venuto dalla Grecia per studiare agraria a Firenze; Vassilis, originario di
Salonicco, tornava spesso per trovare la sua vecchia madre.
Possedeva anche una casa e qualche ettaro di terra che gli curava un
contadino dalle parti di Patrasso. Era un caro amico e spesso parlava della sua terra.
È una terra povera! diceva. Una terra bellissima che amo e la Calabria me la ricorda tantissimo, per questo sto qua, ma non appena mi è possibile fitto una barca e faccio un giro nel Mediterraneo. Voglio visitare le coste e le isole della Grecia, ma non da solo, insieme agli amici.
È una terra povera! diceva. Una terra bellissima che amo e la Calabria me la ricorda tantissimo, per questo sto qua, ma non appena mi è possibile fitto una barca e faccio un giro nel Mediterraneo. Voglio visitare le coste e le isole della Grecia, ma non da solo, insieme agli amici.
Penso spesso ai suoi sogni; alla rotta
che avevamo tracciato.
Oggi, nel vedere le fiamme lambire
alcuni edifici del centro di Atene, le guerriglie scoppiate anche a
Salonicco, le molotov lanciate sulle forze dell'ordine in tenuta
antisommossa, i lacrimogeni e i manganelli scendere rabbiosi sui
corpi isolati ho pensato a lui, al mio amico Vassilis, all'amore che
aveva per la sua terra e all'assurda equazione del profitto, alle
banche che per sopravvivere ammazzano scientificamente popoli e
sogni.