Chi gioca a fare spogliatoio e chi è in mutande da tempo.
Di tutto si può dire agli italiani tranne di non essere
pazienti. Abbiamo pazientato (?) giorno dopo giorno e soprasseduto alle
strategie comunicative di tutti i governi e degli attori che hanno rubato la
ribalta alla logica delle cose.
Siamo stati pazienti con i giornalai da quattro soldi,
schierati, ma forse è più indicato dire venduti. Però, a ben pensarci, venduti
lo siamo un po’ tutti… o, chissà, innamorati? Innamorati di una idea, un ideale
op di una qualche icona.
Prima di scrivere della sensazione che dà il nuovo governo
Letta ho volutamente lasciato decantare gli effetti immediati del suo agire.
Resettato il cervello e messo in stand by i pensieri, ho
aspettato.
Ho aspettato, e come me tanti, per vedere se dopo i proclami
e le gitarelle fuori porta per sondare gli umori degli altri leader europei (come
se la situazione non fosse abbastanza chiara) alle parole seguissero i fatti. Ma
troppo tempo è trascorso per chi ha necessità impellenti e che, di sicuro, non
può tentennare oltre all'ultima trovata del ritiro in convento del governo
Letta.
Convento! La definizione del luogo del ritrovo, buttata lì dai giornalisti asserviti al falso sistema
del libero pensiero e con l’aggiunta che si paga alla romana, ha fatto effetto sul popolino.
Un ex convento trasformato in accogliente albergo a 5 stelle
dotato di tutti i comfort per evitare la propagazione degli odori sgradevoli presenti negli spogliatoi di
quarta serie. o, peggio, delle fabbriche diventate archeologia del mondo del lavoro.
E mentre loro giocano a fare squadra, cosa
improbabilissima!, nella società reale c’è chi continua a fare buchi nella
cintola, comunque, costretti a pagare gabelle ma senza qui diritti fondamentali
che dovrebbero elevare l’esistenza dei miseri in qualità esistenziale civica
come voluto dai partiti presenti in questa “squadra” di governo che hanno legiferato
in merito a welfare, cultura e lavoro.