Parlare di semiologia ad una platea di ciechi può risultare assurdo!, ma grazie alla lungimirante azione di
Luciana Lo Prete, presidente dell’
unione ciechi di Catanzaro, anche questo anno, all'interno dei
programmi riabilitativi del campo estivo per
non vedenti e ipovedenti, è stato attivato il
laboratorio di semiotica e creatività.
Laboratorio che invita i partecipanti all'analisi dei saperi e del fare umano.
Se consideriamo il dato iniziale dei prodotti finiti che troviamo facilmente nei supermercati, vale a dire il pane, la pasta e come l’uomo abbia aguzzato l’ingegno e compreso come coltivare il grano, trasformarlo in farina, impastarlo, lasciarlo lievitare, cuocerlo, ci accorgiamo della complessità che sta dietro all'elaborazione/invenzione di una semplicissima ricetta.
Di come l’origine del pane, della pasta, ecc. divenuti beni compiuti dopo complesse fasi di lavorazioni, non esisterebbero se, appunto, non ci fosse stata una ricerca attenta degli elementi e della loro fusione.
Eppure, tutto ha origine da un insignificante semino; un piccolissimo puntino del quale si cibano gli uccelli che, opportunamente trasformato, moltiplica la materia e sfama intere popolazioni.
Quanti tentativi avrà fatto l’uomo per arrivare a tanto? Quando ha intuito che frantumando i semi e mischiando dell’acqua attenuava meglio la fame e quando ha capito che abbrustolendo l’impasto acquisiva sapore?
Quanti gesti avrà compiuto nel pestare o triturare la materia prima?
Quanti segni avrà graffiato sulle superfici per indicare le quantità diagnostiche?
Il “segno” inteso come elemento diagnostico, quindi,
teoria e studio di ogni tipo di bersaglio linguistico, visivo, gestuale ecc., prodotto in base a un codice comunemente accettato, nella sua essenziale veste grafica, espressiva, plastica, gestuale, è esperienza “diagnostica”.
La diagnosi, nonché l'analisi dell’elemento plastico, all'interno del laboratorio, avviene mediante l’indagine tattile e l’esposizione verbale dei corpi analizzati.
In sintesi, individuato il “bersaglio” linguistico, si mette in pratica quanto esposto coniugando il sapere scaturito dall'esperienza gestuale con il fare concreto.
La manipolazione, essenziale, per realizzare oggetti familiari con paste, da una parte riporta a sondare l’origine e dall'altra il clone che diventa espressione personale.
Segno che si concretizza!
(mario iannino)