I colori della squadra del cuore hanno
un grande valore affettivo. Per alcuni è una questione di orgoglio
ritrovarsi sotto la stessa bandiera. I tifosi sono una forza
inarrestabile e quando idolatrano qualcuno, presidente o calciatore,
questo qualcuno è messo sul podio del vincente. Non contano gli
errori del passato. Conta il presente. Conta se il nuovo condottiero
mostra i muscoli e il portafoglio. Conta la dimostrazione carnale
dell'appartenenza. Dopodiché tutto gli è consentito.
Il Catanzaro ha una sua storia.
Un passato eroico dal punto di vista calcistico e tra i suoi
condottieri alcuni nomi sono legati inscindibilmente ai colori
giallorossi: Nicola Ceravolo, il presidentissimo, e Massimo
Palanca o rey.
I tifosi, anche i più giovani,
conoscono i due personaggi. La passione del presidente e la sua
tenacia che portò l'u.s. Catanzaro per la prima volta in
seria A e l'abilità di “Massimè pari 'na molla” nel fare goal
dai calci d'angolo e non solo da lì.
Tanto per ricordane qualcuno che ha
inorgoglito i tifosi. E come non ricordare Seghedoni, Spelta,
Mammì nello spareggio col Bari a Napoli per la seria A. Banelli,
Silipo. Maldera.
Belle stagioni rese indimenticabili da
uno sport pulito e chi si spendeva non mirava alla politica ma alla
passione per la squadra e all'appartenenza campanilistica dell'intera
regione.
Oggi, dopo amare vicissitudini e
contestazioni alla dirigenza, una cordata di imprenditori catanzaresi
con i Noto in testa, coinvolti dalla paziente regia del sindaco
Abramo, prendono in mano le sorti dell'uesse catanzaro.
Il gruppo Noto e gli
imprenditori che l'affiancano sono nelle possibilità economiche di
riportare la squadra agli antichi splendori. Non è un sogno ma una
possibile realtà come quella che ha visto la famiglia Noto, sotto la
guida del padre, Leonetto, trasformarsi nel breve tempo da
artigiani a commercianti e imprenditori di successo.