I braccianti in Calabria è una
raccolta di fotografie scattate in Calabria tra il 1970 e il 1980 da
Ledda e Veltri. Foto rigorosamente in bianco e nero.
La raccolta con la prefazione di
Saverio Di Bella e la collaborazione di Quirino Ledda,
all'epoca consigliere regionale del pci e vicepresidente della
regione Calabria, e Filippo Veltri, giornalista de “l'Unità
“, insieme con la passione della fotografia testimoniano il fervore
politico nonché spaccati di vita quotidiana nelle campagne e nei
paesi calabresi.
Dieci anni di lotte dei braccianti, dei
forestali, dei giovani e delle donne per una Calabria diversa. Si
legge in quarta di copertina.
Immagini che testimoniano grandi
mobilitazioni unitarie ma anche momenti di vita familiare contadina e
operaia. Dieci anni di storia sono raccontati per immagini e
testimoniano la crisi economica e sociale della regione che avrebbe
dovuto essere parte attiva della “questione meridionale”. Una
regione che non seppe utilizzare le risorse e rinascere dalle proprie
ceneri a nuova vita.
A spulciare oggi quelle 94 pagine
sembra che tutte le sofferenze patite dai lavoratori e le proposte
d'intenti urlate nei cortei e nelle piazze dai leader politici e di
categoria siano stati vani.
Siamo caduti nell'ennesima barbarie
culturale.
A sentire i nuovi leader politici pare
che le maestranze, la mano d'opera in generale, non copra un ruolo
importante nell'economia nazionale e globale. Negli schemi mentali
dei politici e delle lobbie c'è al primo posto l'azienda e gli
imprenditori coi rispettivi investimenti. Sarà per questo che a
Taranto si continua a morire?
La cosa strana e inaccettabile per
quanti hanno seguito e combattuto le ingiustizie sociali sta nella
nuova linea dei dirigenti del pd, cioè di quelli che
avrebbero dovuto essere il “nuovo” del partito di sinistra in
Italia legato ai sovietici. Un partito laico e poliedrico che, oltre
alle tutele dei cittadini avrebbe dovuto inglobare le necessità
degli imprenditori. Non più muri tra i due sistemi, niente barricate
frapposte tra lavoratori e padroni ma proficue collaborazioni per il
bene comune.
Dopo la caduta del muro di Berlino la
cortina di ferro e la guerra fredda tra usa e urss, in Italia e nel
resto d'Europa necessita rinnovare le menti, espandere le risorse
sociali, economiche e culturali senza però dimenticare i tantissimi
martiri caduti sulla strada delle conquiste sociali per la tutela dei
lavoratori.