Davvero che l'origine di ogni male è il denaro?
Oppure dobbiamo rivalutare il concetto
della misura economica che regola i mercati e dà valore alle merci e
guardare al di là delle apparenze e del sentire comune?
Secondo me sì! Non è il denaro sporco
ma chi lo usa per condizionare le menti e l'economia, chi costruisce
torri in cui nascondersi e innalza muri per circoscrivere e governare
le povertà prodotte dalla cupidigia umana.
I soldi decontestualizzati dal potere
economico intrinseco che gli si dà non sono commestibili ma mette in
condizioni di comprare quanto serve e anche di più del normale
fabbisogno giornaliero. Ma, ripeto, non sono il male per antonomasia.
Diventano sterco del diavolo nel momento in cui si usano per
provocare danni e miserie, foraggiare politici e gruppi di potere
asserviti e finanziare ricerche nefaste e guerre.
In natura non esiste la moneta di
scambio.
Se osservassimo la natura, gli animali,
loro vivono e non hanno borse e portamonete, neppure bancomat o carte
di credito.
Gli spot pubblicitari sono costruiti
per condizionare le teste.
Chi fa la corsa per possedere
l'ultimissima trovata hi tech, chi la macchina e quantaltro possa
evidenziare uno status sopra le righe rispetto alla massa che
vivacchia alla giornata.
Ogni azione deve produrre ricchezza. E,
in base a questa teoria che non ho inventato io ma la società
appariscente dell'avere, persino i reietti possono assurgere a super
man per qualche ora.
I diversamente abili, adesso si dice
così, ma in definitiva sono persone che si misurano con l'esistenza
e vivono la vita dignitosamente pur condannate su una sedia a rotelle
o con altri e ben più gravi handicap neurologici, sono tollerati
nonostante quel che si dice. Di fatto non c'è un pensiero alto, una
cultura del rispetto nei confronti di chi potrebbe avere bisogno
dell'appoggio morale e materiale dei normodotati. E gli avvenimenti
di questi giorni lo confermano.
Salvo, poi, inchinarsi al genio
letterario, poetico. All'artista che sa proporre canzoni pop. Al
pittore che esterna il suo mondo con disegni e colori audaci fuori
dalla norma, sbeffeggiato e deriso, però, prima che la critica e i
media si accorgessero della sua genialità.