Con il servizio sanitario nazionale non
si può. Se vuole la visita col prof deve prenotarne una in privato.
Chiarisce la segretaria al telefono.
D'accordo!
Quando i malanni attanagliano
l'esistenza chiunque è propenso a impegnarsi la casa o i beni che
possiede pur di trovare sollievo alle sofferenze.
E se questa è la strada che porta al
benessere fisico la scelta non può essere che una sola: quella che si pensa
possa risolvere il problema e affidarsi a chi, con efficacia e professionalità
indiscusse sostenute dall'opinione pubblica
oltre che scientifica, ha dedicato studi e ricerche nel campo specifico.
Ed è proprio qui che casca l'asino! La
realtà è sempre portatrice di verità ineccepibili. E le attese, a
volte, sono disattese dalla supponenza.
Capita che l'accoglienza del paziente sia demandata
all'assistente che pone domande di prammatica dopo essere passati
dalla segreteria e avere pagato l'esosa parcella. E fin qui niente di
anormale. La delusione arriva lentamente mentre si aspetta in sala
d'attesa il prof impegnato non si sa dove.
Dopo un'ora e mezza d'attesa e
imbarazzanti scuse dei collaboratori finalmente arriva il divo.
Le aspettative crollano. Niente di
quanto pensato avviene. Non spulcia nemmeno la documentazione che
potrebbe suggerire alla sua mente altamente formata una qualche
terapia diversa da quelle praticate.
No non è come nei film. Il pragmatismo
economico impone soluzioni drastiche e sbrigative: necessita
l'intervento chirurgico. Ci pensi! E quando decide mandi una mail di
conferma, la metteremo in lista.