Allora, com'è la situazione?
Radici scoperte! Ci sono due molari e
due premolari. La gengiva si è ritirata e questo provoca il fastidio
agli alimenti freddi o troppo caldi.
E qual è il rimedio? -chiedo
preoccupato-
Si devono ricoprire.
Facciamolo! Quanto ci vuole?
Guarda, “lui” chiede 100€ a dente
ma siccome sei tu ti faccio il 50%.
D'accordo. Lo puoi fare adesso?
Sì. due te li faccio adesso e gli
altri due giovedì prossimo.
È così che inizia il mio tormento
provocato dall'insipienza di uno pseudo “professionista” che,
guarda un po', volevo aiutare nella sua nascente avventura.
Lo conosco da quando è nato. Perché
non dargli una mano? -mi son detto- Non l'avessi mai fatto!
A seguito del suo intervento il
fastidio si è trasformato in dolore lancinante che andava a toccare
persino l'orecchio. Faccia gonfia e mandibola dolorante inducono a
chiamarlo di domenica ma nessuna risposta al telefono e neppure al
messaggio scritto.
Quattro giorni di inimmaginabile dolore
causato dal processo infiammatorio.
Il lunedì mattina arriva la risposta tramite sms:
oggi sono allo studio fuori città. Questi sono gli orari. Ti
aspetto.
Alle nove sono lì. Chiamo per
avvertire che sono arrivato ma niente. Aspetto. Chiedo. Il dottore è
impegnato. Aspetto. E mentre aspetto altri entrano. Dopo circa un'ora
si affaccia l'assistente e mi chiama. -dall'espressione del suo volto mi accorgo che è contrariata- Entro e lui è girato di
spalle. Quando si volta gli espongo i problemi che sono sorti da
quando mi ha messo le mani in bocca. E che se sono andato da lui era
perché spinto da stima oltre che del rapporto parentale.
Risposta: la domenica non lavoro!
Come non lavori!!! mi hai devastato! Mi
hai provocato dolori lancinanti e tu dici che la domenica non lavori!
Adesso mi hai fatto innervosire, siediti lì che completiamo.
No no tu sei nervoso e io dovrei mettermi sotto le tue mani. Calmati che poi ne parliamo.
Il clima è teso.
Adesso mi hai fatto innervosire, siediti lì che completiamo.
No no tu sei nervoso e io dovrei mettermi sotto le tue mani. Calmati che poi ne parliamo.
Il clima è teso.
In breve. Pago e vado via. Deluso, mortificato. Incazzato e
dolorante prendo un appuntamento da un altro dentista. Questo mi
visita dopo che l'ho messo al corrente della disavventura.
Non c'è traccia di rivestimento dei
molari.
Come non c'è traccia?!
Guardi anche lei. E mi fa guardare
nello specchio.
Facciamo una panoramica, venga di là.
Vede: i denti sono sani, unico problema
questa piccola macchia alla base della radice che dovrebbe scomparire
con dell'antibiotico. Lo prenda per una settimana. È un peccato
devitalizzare un molare sano.
Ma allora ho subito ignaro l'intervento
di un sadico? O cos'altro?
L'infermiera mi fa accomodare in
segreteria e dopo pochi secondi riappare: "non c'è stato intervento e non deve nulla, il dottore la omaggia della
panoramica, per il resto rimaniamo a sua disposizione".
Esco. Sempre dolorante corro in
farmacia. Prendo l'antibiotico e un antidolorifico e finalmente trovo
un po' di sollievo.
Che dire: l'errore ci può stare. È
ammissibile! Ma non è ammissibile l'arrogante presunzione di chi
dovrebbe prestare i suoi servigi al prossimo in ossequio al
giuramento di Ippocrate. Ma forse questa è un'altra cosa. Una forma
mentis antica, ormai superata.