L'argomentazione, così articolata, non
fa una grinza! Secondo gl'ideatori di questa nuova piattaforma si
deve puntare sui delatori piuttosto che su una adeguata educazione
civica dei cittadini per estirpare il male sociale che attanaglia
l'Italia.
Questo mi sembra di aver capito, a
parte tutte le belle parole che girano attorno al lancio della
piattaforma in questione.
A gestire il tutto è il sito dell’IRPI, dove i giornalisti che amano definirsi “investigativi” sulla scia di Assange, utilizzando il sistema di navigazione Tor, che sta per “tecnologia all’avanguardia per quanto riguarda la protezione digitale dell’anonimato”, software libero GlobaLeaks, creato dal Centro Studi Hermes per la trasparenza e i diritti umani in rete, IrpiLeaks permette a chiunque di svelare informazioni in tutta sicurezza alla squadra di giornalisti investigativi dell’Investigative Reporting Project Italy (IRPI), primo centro di giornalismo d’inchiesta transnazionale in Italia.
Secondo loro “In alcuni casi solo i ‘leaks’ di persone coraggiose possono rivelare comportamenti scorretti di politici o uomini di potere o tentativi di insabbiare informazioni importanti per la cittadinanza”. (ripeto, come se non si sapessero)
Stando alle teorie create per sorreggere questo abominio, proprio nel momento in cui Papa Francesco esorta alla quiete e alla preghiera, visti i danni provocati dai pettegolezzi, qualcuno, s'inventa i “whistleblowers,” in italiano le “vedette civiche”, a supporto dei giornalisti che agiscono come “cani da guardia’ della democrazia”.
Dimenticando, forse, che in una democrazia come la nostra, è vero, alle volte corrotta e ad alto rischio di infiltrazione mafiosa e con le testimonianze di pentiti pilotati, vedi il caso Tortora, sono più indicate le risorse per favorire la cultura e la crescita civica delle coscienze.
Ma poi, a dirla tutta, perché i cittadini, "le vedette civiche" dovrebbero denunciare gli illeciti ai giornalisti invece che alla Magistratura?