La tua morte è la mia vita!
Sembra essere il pensiero imperante
contemporaneo che domina tutti. Politici. Imprenditori. E gente
comune. Il sociale non esiste. E quello che è mio non si tocca!
I confini territoriali sono ritenuti in
assoluto off limits. Siano essi geografici o commerciali. Non possono
sfuggire al controllo autoctono dei capi branco. Il territorio deve
essere protetto da chiunque possa comprometterne la stabilità e la
supremazia del capo.
È davvero misero colui o colei che
alza scudi, muri fisici e barriere ideologiche all'imprevisto. Al
nuovo. Alle nuove esigenze delle singole persone e dei popoli
oppressi da fame e miseria.
Ho incontrato uomini e donne di diverse
razze. Alcuni di questi, nobili nell'animo, portano con loro la
propria cultura con estrema dignità. Propongono mercanzie o servigi
accompagnandole col sorriso. E anche davanti ai ripetuti dinieghi
continuano a mostrare solarità positiva.
Altri mendicano. Altri ancora
infrangono le leggi. E c'è persino chi, i motivi li lasciamo
dibattere agli studiosi scientifici che si interessano di
comportamento e ai politici che dovrebbero evitarne i fenomeni,
dissacra l'altro, violenta le donne e non accetta la cultura
occidentale e i relativi progressi fatti nel porre la donna al centro
della vita sociale. E festeggiarne opportunamente i ruoli di mamme e
di lavoratrici instancabili.