All'inizio, forse, chi entra in un
reparto d'ospedale ha qualche pietà per gli ammalati ricoverati con
prognosi preoccupanti e anche per i familiari che vivono affianco a
loro. Trascorso qualche mese, però, la sensazione mista a pietà e
sofferenza causata dall'impotenza iniziale è sotterrata. Occultata
agli occhi e alla mente dei sanitari e di quanti stazionano nelle
corsie.
Asciugate le lacrime e fatto crescere
il pelo sullo stomaco, sanitari e paramedici iniziano a praticare la
cura massiccia, dicono, per contenere e circoscrivere la pandemia.
Anche il governo tecnico ha adottato
una cura analoga. Ha tagliato posti di lavoro. Ha demolito il
welfare. Rivisitato le amministrazioni. Ha messo in campo eccellenze
per rimuovere rami secchi mantenendo però un tronco d'albero malato.
Inutile fare un'analisi approfondita
sulle esigenze nostre. Le conoscono bene! Loro antepongono il bene
comune alle singole esigenze che, sommate l'una a l'altra,
rappresentano quelle di un popolo, ad eccezione del 2,3% che
percepisce ingaggi d'oro nella pubblica amministrazione.
Sembra di assistere al vecchio adagio
del forte coi deboli e deboli con i forti.
Ultima chicca, il taglio delle province
in sintonia con la spending review provocherà esuberi di personale.
Ed ecco puntuale la nota sulle ali di un uccellino:
Un taglio da quattromila unità, tanto
per cominciare. «Attenzione, non sono esuberi, ma eccedenze», si
affretta a precisare Filippo Patroni Griffi un attimo dopo aver
ufficializzato anche su twitter la prima sforbiciata all’organico
della pubblica amministrazione.
In numeri sono oltre tre milioni e
duecentomila dipendenti per un totale di 4.028 esuberi, pardon
eccedenze, secondo il tecnico ministro, tra il personale di ufficio e
487 dirigenti su una platea di circa 100.000 persone.
Il bisturi scientifico colpirà
l’organico non dirigenziale della Difesa (1.562), quello dei Beni
Culturali (664), dell’Inail (648) e dei Trasporti (598). nonché i
dirigenti che lavorano negli atenei (66) e allo Sviluppo economico
(23). Obiettivo, far risparmiare alla casse statali 392 milioni: 342
tra gli impiegati e 50 tra i capi a vario titolo.
Numeri destinati a crescere perché dopo questo primo intervento, concentrato su 50 aziende, ne seguiranno altri due: il secondo a dicembre con la definizione delle piante organiche degli enti locali (e qui voglio vedere che fine faranno gli esuberi delle province eliminate); il terzo, probabilmente intorno a gennaio, quando saranno completati i conteggi riguardanti le amministrazioni degli Esteri, Giustizia, Interno, Inps e Scuola.
A primo acchito si può pensare a un esubero complessivo di circa 25.000 dipendenti: 11.000 nell’amministrazione centrale e altri 14.000 negli enti decentrati.
Numeri destinati a crescere perché dopo questo primo intervento, concentrato su 50 aziende, ne seguiranno altri due: il secondo a dicembre con la definizione delle piante organiche degli enti locali (e qui voglio vedere che fine faranno gli esuberi delle province eliminate); il terzo, probabilmente intorno a gennaio, quando saranno completati i conteggi riguardanti le amministrazioni degli Esteri, Giustizia, Interno, Inps e Scuola.
A primo acchito si può pensare a un esubero complessivo di circa 25.000 dipendenti: 11.000 nell’amministrazione centrale e altri 14.000 negli enti decentrati.